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Cronaca

"Stop alla corsa al gas e all'energia fossile": presidio degli ambientalisti alla centrale Eni

Sono quattro le iniziative che si svolgeranno sul territorio regionale in luoghi simbolo - tra i quali la centrale Eni di Casal Borsetti - nella giornata nazionale di mobilitazione contro le politiche che puntano sul gas e sul nucleare

Sono quattro le iniziative che si svolgeranno sul territorio regionale in luoghi simbolo - tra i quali la centrale Eni di Casal Borsetti - nella giornata nazionale di mobilitazione contro le politiche che puntano sul gas e sul nucleare per contestare impianti non utili alla transizione ecologica e il blocco alle energie rinnovabili.

"Al Governo chiediamo più serietà e concretezza nell’affrontare la crisi climatica - commentano da Legambiente - Per uscire dal carbone il Paese non ha bisogno di nuove centrali a gas fossile e di nuove estrazioni, ma di decuplicare la velocità di sviluppo delle fonti rinnovabili. E sulla tassonomia verde l’Esecutivo esprima in sede UE una netta contrarietà all'introduzione di gas e nucleare tra le fonti verdi. Il cambiamento climatico continua la sua inarrestabile corsa e il limite di 1,5°C è sempre più vicino. Continuando con le attuali politiche globali si avrà un aumento delle temperature fino a circa 2,7°C, nettamente superiore agli obiettivi fissati negli Accordi di Parigi. Non possiamo perdere altro tempo. In questo contesto il Ministero della Transizione Ecologica, secondo il Sole24ore, sta valutando la realizzazione di circa 50 centrali a gas fossile per 20.000 MW di nuova potenza distribuita, che sono parte di un piano da 30 miliardi di euro fatto di più di 115 interventi infrastrutturali del gas fossile. Oltre a rispolverare pericolose e velleitarie ricette come il nucleare. L’Italia sta sbagliando strada. Per uscire dal carbone, il nostro Paese non ha bisogno né di nuove centrali a gas fossile né del nucleare, ma di accelerare lo sviluppo delle fonti rinnovabili”.  

"Il gas fossile viene descritto come l’unica opzione praticabile per affrontare il cambiamento climatico, quando in realtà è una risorsa altamente climalterante, che per altro il nostro Paese importa per il 94% del fabbisogno - continuani gli ambientalisti - Questo comporta un’eccessiva dipendenza dal contesto internazionale e una conseguente vulnerabilità, non mitigabile da eventuali nuove estrazioni sul territorio nazionale, comunque insufficienti a coprire il fabbisogno. L’aumento dei costi in bolletta è da considerarsi, infatti, come diretta conseguenza dell’instabilità politica internazionale e non è imputabile alla necessaria transizione ecologica. Pretendiamo che il governo faccia la sua parte nel contrastare la crisi climatica definendo immediatamente un piano di uscita dal gas fossile e che gli investimenti previsti in questo settore, comprensivi di Capacity Market e che ci costeranno almeno 30 miliardi di euro, vengano direzionati sull’unica vera soluzione: le fonti rinnovabili. Occorre accelerare lo sviluppo e la diffusione delle fonti pulite, a partire da solare ed eolico, efficientamento energetico, accumuli e innovazione. È inoltre importante che si proceda al più presto alla semplificazione della normativa per rendere possibile ogni anno l’installazione in Italia di oltre 8 GW di nuova potenza da fonti rinnovabili; che regioni e amministrazioni comunali sviluppino politiche finalizzate a favorire la realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili, a cominciare dalle aree SIN in cui ad oggi si verificano spesso impedimenti legati ad esempio all'assenza di analisi di rischio. Inoltre, è importante che si adottino strumenti e azioni, come quelli delle comunità energetiche, efficientamento dell’edilizia popolare, risparmio energetico, mobilità sostenibile e riassetto e rinaturalizzazione del territorio".

"Nella lotta alla crisi climatica, l’Italia deve fare ancora molto, a partire dall’aggiornamento del Piano Nazionale integrato Energia e Clima entro 3 mesi, in linea con le indicazioni della comunità scientifica per evitare l'innalzamento della temperatura globale di 1.5°C rispetto al periodo preindustriale, e di costruire un piano per una reale transizione ecologica da qui al 2050 definendo chiaramente tappe, obiettivi, strumenti e mezzi e considerando, da subito, il gas fossile come fonte energetica residuale, stabilendo l’obiettivo di uscita definitiva al 2040 e escludendo false soluzioni come il CCS e il nucleare e nuove autorizzazioni per estrazioni, stoccaggio, gasdotti e centrali legati al gas - spiegano da Legambiente - Infine, le 44 associazioni che hanno sottoscritto il Manifesto chiedono al Governo di sviluppare un piano che preveda entro il 2025 l’eliminazione e la rimodulazione dei sussidi fonti fossili, come il Capacity Market, mantenendo gli incentivi alle energie rinnovabili e chiedendo contributi di solidarietà alle grandi imprese energetiche che oggi ricavano crescenti utili, con l’intento di contrastare il caro bollette. E di esprimere in sede UE, e in particolare nel Parlamento Europeo, una netta contrarietà all’introduzione di gas e nucleare tra le fonti verdi".

In Emilia-Romagna sono 4 gli appuntamenti previsti per sabato 12 febbraio a cui i cittadini sono invitati a partecipare: a Ravenna si terrà un flash mob alla centrale a gas di Eni di Casal Borsetti per contestare l'impianto di Ccs (ritrovo allo stradello sterrato traversa di via Lacchini alle 10.30). A Faenza, inoltre, si terrà un banchetto informativo in piazza Duomo dalle 10. Altri flash mob sono indetti a Rimini e a Minerbio. Inoltre, dalle 10:30 sarà possibile seguire la diretta sulla pagina Facebook di Legambiente Emilia-Romagna e di Rete Emergenza Climatica e Ambientale Emilia-Romagna o sul canale YouTube a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=4P5Q1neGD0w.

Gli altri sostenitori della manifestazione

Anche EuropaVerde-Verdi Ravenna si unisce a comitati e associazioni ambientaliste locali e nazionali nella manifestazione: "Il presente e il futuro energetico ed economico dell'Italia si decidono con le scelte di oggi ed esse devono essere slegate dalle fonti fossili. Nonostante dichiarazioni di facciata o pubblicità sanremesi, le attuali politiche energetiche di aziende e amministrazioni pubbliche hanno progetti legati allo sfruttamento di fonti fossili, piani di ampliamento dell'estrazione di gas e ritorno al nucleare 2.0. Per EuropaVerde.Verdi è questo il momento di interrompere il circolo non virtuoso di sfruttamento risorse-inquinamento-surriscaldamento-necessità di nuove risorse-aumento dei costi. Le possibilità, oltre agli investimenti nella ricerca, sono gli investimenti immediati in fonti rinnovabili e in un piano nazionale di lungo respiro. EuropaVerde/Verdi invita i cittadini ad unirsi, anche solo per pochi minuti, al presidio di sabato 12 febbraio di Casal Borsetti".

"Gli aumenti incontrollati delle bollette energetiche hanno messo a nudo tutta la precarietà economica del sistema energetico europeo e nazionale - aggiunge Marco Maiolini, presidente associazione “Ambiente e territorio Ravenna” - Come le“Cassandre” ambientaliste predicavano da anni, se non puntiamo decisamente sulla produzione di energia da fonti rinnovabili per smarcarci dagli sbalzi di prezzo delle fonti fossili, ogni nostro sforzo per incrementare e migliorare la produzione industriale, risulterà vano. Nel campo sociale, poiché  l’aumento del costo energetico risulta più gravoso per le famiglie meno abbienti, dobbiamo puntare decisi ad un “reddito energetico” che si può concretizzare costituendo Comunità energetiche, ma anche puntando decisamente sul progetto del parco eolico marittimo al largo delle nostre coste. Il momento della riflessione è finito, per questo anche noi appoggiamo la giornata di mobilitazione nazionale contro il gas e il nucleare".

“Il gas naturale e il metano sono riconosciuti da tutti come la fonte energetica della transizione ecologica. Per far fronte all’aumento dei costi dell’energia  dobbiamo agire con investimenti anche strutturali come il giusto sfruttamento delle risorse nazionali di gas e di metano - dice invece il senatore del Pd Stefano Collina, vicepresidente della commissione Industria a Palazzo Madama - Il nostro gas dell’Adriatico oggi viene estratto dalla Croazia. Noi non possiamo affrontare la transizione ecologica senza mantenere le condizioni di competitività delle nostre imprese e l’approvvigionamento energetico è un fattore decisivo”.

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