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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Centro / Piazza del Popolo, 1

Ravenna ricorda la tragedia della Mecnavi: "Inaccettabile incuria nel mondo del lavoro"

In quel terribile incidente sul lavoro persero la vita tredici lavoratori: Filippo Argnani, Marcello Cacciatori, Alessandro Centioni, Gianni Cortini, Massimo Foschi, Marco Gaudenzi, Domenico Lapolla, Moahmed Mosad, Vincenzo Padua, Onofrio Piegari, Massimo Romeo, Antonio Sansovini e Paolo Seconi

Alla presenza dei familiari delle vittime, dei rappresentanti delle istituzioni, dei sindacati, dei partiti, delle forze dell’ordine e di una delegazione di studenti dell’Itis, si è svolta giovedì mattina in piazza del Popolo la cerimonia per ricordare il ventisettesimo anniversario della strage della Mecnavi. In quel terribile incidente sul lavoro persero la vita tredici lavoratori: Filippo Argnani, Marcello Cacciatori, Alessandro Centioni, Gianni Cortini, Massimo Foschi, Marco Gaudenzi, Domenico Lapolla, Moahmed Mosad, Vincenzo Padua, Onofrio Piegari, Massimo Romeo, Antonio Sansovini e Paolo Seconi.

Dopo la deposizione della corona di fiori alla lapide ai piedi dello scalone del Municipio, sono intervenuti il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, Nevio Zaccarelli, primo cittadino di Bertinoro dove vivevano cinque delle tredici vittime e il segretario generale della Cgil, Costantino Ricci a nome delle tre organizzazioni sindacali. "Morire di lavoro per incuria, perché non si rispettano le regole è una cosa inaccettabile. – ha esordito Matteucci -. È il sintomo, la spia che qualcosa si è inceppato nel delicato ingranaggio che tiene insieme una comunità. Il disprezzo per la vita umana, la ricerca del profitto ad ogni costo, la violazione delle regole e delle leggi, furono la scintilla che ventisette anni fa innescarono la terribile tragedia della Mecnavi".

27 anni fa la tragedia della Mecnavi (foto Argnani-Fiorentini)

Il giorno dopo quell’evento terribile, ha proseguito il sindaco di Ravenna, "tutta la nostra comunità gridò all’unisono: “Mai più”. Oggi rinnoviamo quella solenne promessa: le difficoltà che stiamo vivendo oggi non ci faranno tornare indietro a quel 13 marzo di 27 anni fa. In questa giornata ci stringiamo affettuosamente ai familiari, ma ritroviamo anche la “bussola” del nostro vivere civile, recuperiamo quei valori profondi che sono il collante di una comunità coesa e solidale, una comunità dove deve prevalere il rispetto della vita delle persone. In questi 27 anni abbiamo lavorato insieme Comune, istituzioni, sindacati, associazioni di categoria e degli imprenditori, per recuperare il valore della sicurezza del lavoro.  Abbiamo firmato protocolli, nei prossimi giorni rinnoveremo quello sul lavoro portuale, abbiamo istituito tavoli di confronto per affrontare insieme l’emergenza lavoro nella nostra comunità. I quattro fronti di impegno che ci vedono insieme sono sempre quelli: regole, controlli, formazione e una cultura diffusa della sicurezza".

Il sindaco Matteucci anticipando il tema del convegno “la cultura della sicurezza inizia dalla scuola” che si è svolto dopo la cerimonia a sala D’Attorre, ha ricordato che, per onorare la memoria di Raffaele Rozzi, il giovane ingegnere chimico che morì nell’eroico tentativo di salvare i suoi colleghi. il Comune di Ravenna insieme a Flaminia ha promosso a partire dal 2007 "sei iniziative tra corsi di alta formazione per laureati e lavoratori, bandi per borse di studio dedicate ai ragazzi degli istituti superiori. L’anno scorso siamo riusciti a coinvolgere in un’esperienza bellissima ed originale 16 classi degli istituti superiori della nostra città e 400 studenti. Noi vogliamo continuare su questa strada e coinvolgere sempre di più i ragazzi in questo percorso. È questo il modo migliore per ricordare i 13 morti della Mecnavi e tutti coloro che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro".

"Sono orgoglioso di essere qui per onorare la memoria delle 13 vittime della Mecnavi – ha detto il Sindaco di Bertinoro, Nevio Zaccarelli -. Mi ricordo bene Marco e Onofrio: furono i più giovani fra le vittime di quella tragedia. Li rivedo ogni volta che un ragazzo viene da me per chiedere un lavoro, un aiuto, una speranza. Qual è il modo migliore per ricordare? Dare una risposta che si chiama lavoro, lavoro buono, fatto di solidarietà e rispetto delle regole. Impegniamoci perché i nostri giovani e tutte le persone abbiano un lavoro".

La cerimonia è stata conclusa dall’intervento del segretario della Cgil Costantino Ricci: "La sicurezza sul lavoro è una priorità per le organizzazioni sindacali, per le istituzioni, per tutti gli attori che intervengono nel ciclo produttivo. La cultura della sicurezza nel lavoro è un aspetto imprescindibile. Come sono fondamentali le azioni da compiere e le resistenze da vincere affinchè la cultura della sicurezza diventi una prassi quotidiana di tutti i soggetti che interagiscono nei luoghi di lavoro". Questo - ha ricordato Ricci - è un impegno che si rinnova ogni 13 marzo, e che una società civile, la nostra Ravenna, le istituzioni, le imprese e le parti sociali devono assumere come priorità e diffondere in ogni luogo di lavoro. Questo era alla base del grido “Mai più” che si levò da Ravenna, questo deve essere il nostro impegno per sempre".

"Di fronte all’alto tasso di mortalità e malattia dovuto agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali, è fondamentale rivalutare il ruolo educativo e formativo della scuola nel fornire gli strumenti culturali e le competenze relazionali utili all’inserimento in una futura realtà lavorativa e, in generale, nella società - ha proseguito -. Oggi ci approntiamo al secondo rinnovo del protocollo per la sicurezza delle attività portuali, che dalla prima stesura del 2008 è stato esteso alle altre attività, collegate alle prime, effettuate anche oltre il perimetro delle banchine portuali. Dobbiamo però rimarcare come, specialmente nell'ambito della cantieristica, della logistica e dei servizi, ci risulta essere ancora diffuso, nelle ditte appaltatrici, spesso pseudo cooperative, il ricorso alla paga globale, al non rispetto dei contratti di lavoro, al non rispetto delle norme sulla sicurezza ad un abuso degli straordinari, che permettono quindi l'aggiudicazione di appalti al massimo ribasso penalizzando non solo i propri lavoratori ma anche le imprese rispettose delle regole. La precarietà del lavoro, la ricattabilità dei lavoratori stranieri, il frazionamento del processo produttivo, la pratica di appalti e subappalti al massimo ribasso, sono sempre più fattori di rischio che creano le condizioni per infortuni e malattie professionali".

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