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Cronaca

Le telecamere di Striscia la Notizia al Cestha di Marina di Ravenna

Il servizio mostra le attività del gruppo di giovani ricercatori che cinque anni fa ha messo in piedi un centro dove si svolgono diversi progetti per la tutela del mare e dei suoi abitanti

Le telecamere di Striscia la Notizia sono tornate nel ravennate, ad appena due giorni di distanza dal triste servizio sulla ex casa famiglia di Alfonsine. Questa volta però, fortunatamente, per mettere in luce una bella realtà: quella del Cestha, il Centro sperimentale per la tutela degli habitat che ha sede a Marina di Ravenna. Le due giovanissime "consulenti scientifiche" di Striscia Silvia e Serena, nel servizio, mostrano le attività del gruppo di giovani ricercatori che cinque anni fa ha messo in piedi un centro dove si svolgono diversi progetti per la tutela del mare e dei suoi abitanti.

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Il Cestha lavora anche insieme ai pescatori, come spiega nel servizio il biologo marino del Cestha Simone D'Acunto: "Abbiamo fatto vedere ai pescatori che cambiando qualche cosa nel loro modo di lavorare potevano essere avantaggiati - spiega il biologo - Abbiamo agito su delle gabbiette per la cattura delle canocchie, facendo un buco in modo che le piccoline potessero scappare e rimanessero dentro solo le grandi, che hanno maggior valore di mercato".

I ragazzi del Cestha hanno fatto grandi passi avanti anche sul problema del "pescato accidentale", ovvero tutti quegli esemplari che finiscono intrappolati nelle reti ma che non si vorrebbero catturare. "I pescatori ci portano anche animali che potrebbero vendere, ma che sono piccoli e non si sono riprodotti - spiega D'Acunto - E' importante rimetterli in mare perchè cresceranno, lo stesso pescatore potrà pescarle l'anno successivo". "Farlo non mi costa nulla - spiega Manuele Rosetti, pescatore di Marina di Ravenna - Amo il mare e così preservo le risorse per gli anni avvenire". In questo modo si possono lasciare riprodurre in pace trigoni, piccoli squali, tartarughe, razze, torpedini, scorfani, astici, aragoste, anguille, polpi, cavallucci marini e molti altri animali.

Anche il progetto sulle seppie è stata una svolta per il Cestha. "Le seppie sono l'unica specie che viene pescata in diverse marinerie, e molti pescatori campano solo grazie alla loro pesca - continua il biologo - negli anni c'è stato un calo della specie": la causa è dovuta al fatto che le seppie depongono le uova sulle stesse reti che vengono usate per pescarle, e parte delle uova viene così involontariamente distrutta. La collaborazione tra pescatori e giovani ricercatori è servita: "I pescatori ci portano le uova, noi le mettiamo nelle vasche del nostro centro a schiudere e ogni anno riusciamo a schiudere e liberare in mare circa 50mila seppioline. Abbiamo anche posizionato in mare dei sistemi che ricreano delle alghe artificiali, fatte in materiale naturale, e le seppie depongono le uova direttamente qui sopra".

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