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Cronaca

Subsidenza, rallenta l'abbassamento del suolo: ancora critica la zona di Lido Adriano

E' quanto emerge da uno studio affidato dalla Regione Emilia-Romagna ad Arpae, che mostra come il 18% del territorio di pianura analizzato presenta una riduzione del fenomeno

Migliora la situazione relativa alla subsidenza in Emilia-Romagna. E' quanto emerge da uno studio affidato dalla Regione Emilia-Romagna ad Arpae, che mostra come il 18% del territorio di pianura analizzato presenta una riduzione del fenomeno. Nella parte restante la situazione resta stabile rispetto al precedente rilievo (2006-2011). Nella provincia di Ravenna, dove il problema è sempre stato rilevante, continua la tendenza al miglioramento. Si evidenziano ancora alcune aree di storico abbassamento: la foce dei Fiumi Uniti, un’area a est di Faenza tra Lamone e Montone, e un’altra area - più circoscritta rispetto alle precedenti - in corrispondenza di un insediamento industriale a nord di Conselice. I valori di subsidenza sono in riduzione rispetto al precedente rilievo. Sul litorale adriatico, continua la tendenza, già manifestatasi con il precedente rilievo, a una diminuzione della subsidenza: il litorale ravennate presenta abbassamenti generalmente fino a circa 5 mm/anno, fatta eccezione per un’area che interessa il paraggio costiero da Lido Adriano fino al torrente Bevano, con un massimo di oltre 15 mm/anno. Anche quest’area storicamente subsidente presenta una tendenza alla riduzione del fenomeno. Il litorale nella sua interezza presenta un abbassamento medio, relativo a una fascia di 5 km verso l’entroterra, di circa 3 mm/anno, in ulteriore riduzione rispetto al periodo precedente.

L’abbassamento del terreno (che può avvenire per cause naturali o artificiali, principalmente legate all’estrazione di fluidi, acqua e idrocarburi, dal sottosuolo) ha visto negli ultimi anni una forte riduzione, come evidenziano i dati dell’ultimo rilievo appena concluso e relativo al periodo 2011-2016. In particolare, i miglioramenti si segnalano proprio nelle aree storicamente più interessate: decisi, ad esempio, sono quelli relativi alla pianura bolognese, principalmente grazie al maggiore utilizzo di acque di superficie a uso potabile e quindi alla riduzione dei prelievi da falda. Diminuisce la tendenza alla subsidenza anche sull’intera costa regionale.

“Lo studio regionale - afferma Paola Gazzolo, assessore regionale all’ambiente e alla difesa del suolo e della costa - rappresenta un importante contributo di conoscenza di un fenomeno su cui è necessario mantenere una costante attenzione. La Regione monitora la subsidenza già dai primi anni Ottanta, utilizzando le tecnologie più avanzate. I risultati dell’ultimo rilievo sono positivi: confermano una generale diminuzione in tutta la regione ed evidenziano il contributo positivo portato dalle politiche regionali, in primo luogo dal Piano di tutela delle acque e dai Piani di gestione distrettuali. Ora serve continuare queste politiche, anche grazie alle azioni all’insegna della sostenibilità già messe in campo dalla Regione, e come Regione intendiamo farlo con convinzione”.

Come è stato effettuato lo studio

Il progetto “Rilievo della subsidenza nella pianura emiliano-romagnola” è stato realizzato in due fasi. Nella prima fase (2016-2017), è stata effettuata l’analisi interferometrica di dati radar satellitari con la quale è stato possibile individuare e localizzare i punti di misura, quasi 2 milioni, e stimare le loro velocità medie annue di spostamento (mm/anno). Nella seconda fase del lavoro, conclusa nel 2018, sono stati elaborati i dati acquisiti da 33 stazioni GPS permanenti al fine di calibrare i risultati dell’analisi interferometrica, ed elaborata la carta a curve isocinetiche relativa all’intera area di pianura regionale per il periodo 2011-2016, disponibile su https://ambiente.regione.emilia-romagna.it/acque/temi/subsidenza e www.arpae.it. La metodologia adottata, già collaudata nel rilievo del 2011, ha fornito ancora una volta buoni risultati. Per il futuro un ulteriore miglioramento si potrebbe conseguire prevedendo l’utilizzo dei dati, ora disponibili, acquisiti dai satelliti Sentinel (Agenzia Spaziale Europea) e Cosmo-SkyMed (Agenzia Spaziale Italiana), ottenendo così, oltre ad una risoluzione più elevata, una significativa diminuzione dei costi rispetto ai dati Radarsat sinora utilizzati.

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