Le Suore di Carità perdono un'altra sorella: a 89 anni aveva sconfitto il Covid
Anche lei nei mesi scorsi era stata contagiata dal Covid, come tutte le altre 45 sue sorelle ospiti dell'istituto religioso cervese, dove era scoppiato un focolaio che ha portato alla morte di dieci suore
La comunità di Cervia è in lutto per la morte di Suor Lucia Pareschi, scomparsa lunedì mattina all'età di 89 anni. Suor Lucia era un importante riferimento per la Parrocchia di Cervia e per le Suore di Carità di Santa Giovanna Antida Thouret. Anche lei nei mesi scorsi era stata contagiata dal Covid, come tutte le altre 45 sue sorelle ospiti dell'istituto religioso cervese, dove era scoppiato un focolaio che ha portato alla morte di dieci suore. Nonostante l'età, suor Lucia era riuscita a sconfiggere il Covid e a negativizzarsi. Ma la presenza di una patologia respiratoria pregressa non ha certo reso facili le cose, e lunedì mattina la sorella è deceduta.
"Una figura storica di particolare rilevanza per la comunità cervese, una donna dalla mente brillante, moderna e attenta ai cambiamenti tanto che, nonostante l’età, comunicava anche attraverso i social - commenta il sindaco Massimo Medri - Per tanti anni ha lavorato nell’ospedale di Cervia come strumentista in sala operatoria insieme al dottor Pedrelli. Sempre pronta ad aiutare il prossimo con una parola o un gesto concreto. E’ stata per diverso tempo anche volontaria a Mensa Amica e nei giorni di chiusura della struttura si occupava lei personalmente di confezionare i sacchetti pasto per i bisognosi. A nome personale e della città di Cervia, esprimo un sincero grazie a Suor Lucia e condoglianze a tutta la comunità religiosa".
"Era una persona speciale - la ricorda la presidente di Mensa Amica Silvia Elena Berlati - Attiva, generosa, instancabile. Le ultime volte che è venuta serviva ai tavoli aiutandosi con una stampella. Riposa in pace cara Suor Lucia, rimarrai sempre nel mio cuore". Una donna "molto vivace, giovane nello spirito e nella mente", il ricordo del parroco Don Pierre Laurent Cabantous.
"Ho conosciuto la religiosa negli anni ottanta quando, piena di zelo e di vigore, era capo sala della Chirurgia nell’ospedale di Cervia assieme alla consorella suor Vittoriana che ricopriva tale incarico nel reparto di Medicina - commenta Gianfranco Spadoni di Lista per Ravenna - Allora era, come si può dire, una “bersagliera” instancabile e sempre disponibile per tutti, con le idee chiare senza mai mancare di rispetto a nessuno. Ma Lucia non era solo brava in ambito sanitario. Si occupava di volontariato, aiutava le ragazze madri, suonava l’organo in chiesa, aiutava i poveri e i più deboli, aiutava le consorelle paralizzate ad alimentarsi e aveva questo sorriso sempre trasparente e buono. Anche negli ultimi ricoveri all’ospedale di Ravenna, e in seguito al San Pier Damiano di Faenza, ha dimostrato di essere paziente e senza pretese di alcun genere e, se riusciva, offriva collaborazione ad altri degenti. Ricordo che durante una delle mie visite all’ospedale Santa Maria delle croci di Ravenna mi raccontò che con il suo cellulare aveva chiamato i cappellani in servizio nel nosocomio ravennate per ricevere la comunione, ma non erano andati. Non vedendoli arrivare appunto, mi chiese di “andare a prendere un sacerdote e di portarlo qui”, dopodiché avremmo fatto le consuete due chiacchiere sempre così materne e affettuose. Quando arrivai con il sacerdote lo richiamò facendogli notare, in modo garbato ma fermo, che lo stava aspettando da tempo. Nonostante fosse molto anziana e debole, aveva conservato una grinta particolare e una testa lucidissima. Suor Lucia, quando dicevi di essere pronta senza paura mi faceva un certo effetto, ma sono profondamente convinto fosse la verità, anzi, sono certo che desiderassi raggiungere la dimora eterna. Sono vicino alla sua comunità di Cervia per questa grande perdita".