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Cronaca

Tampieri dopo Report: "Se devo sentire parlar male, non farò nulla"

Fermamente in disappunto e quasi stanco di giustificare, a fronte di numerose polemiche, il progetto in Senegal che per lui, Giovanni Tampieri, amministratore delegato dell'azienda Tampieri di Faenza, "è un qualcosa di buono".

Fermamente in disappunto e quasi stanco di giustificare, a fronte di numerose polemiche, il progetto in Senegal che per lui, Giovanni Tampieri, amministratore delegato dell'azienda Tampieri di Faenza, "è un qualcosa di buono". "Se devo sentir parlare male dietro al nostro progetto e se la comunità rurale dove andremo a coltivare non sarà tutta d'accordo, allora non faremo più niente. Adesso siamo fermi e i lavori ricominceranno solo quando capirò che la cosa viene vista nel modo giusto". E' il commento amareggiato di Giovanni Tampieri che nelle ultime settimane ha visto la sua azienda al centro di numerose polemiche riguardo al progetto avviato in Senegal finito anche in un'inchiesta di Report andata in onda domenica 18 dicembre su Rai3.

L'accusa è quella che l'azienda faentina andrebbe a coltivare 20mila ettari di terreni a girasoli per produrre biocarburanti volti a soddisfare il fabbisogno della Tampieri a discapito della popolazione senegalese che su quelle terre ci basa il suo sostentamento. Secondo Tampieri "il servizio di Report è stato montato male, hanno voluto mescolare capre e cavoli paragonando il nostro progetto ad altre azioni di multinazionali che buttano giù foreste o si insinuano in territori a discapito delle popolazioni per i loro interessi. Voglio sottolineare che i 20mila ettari che abbiamo preso in affitto sono completamente desertici, su quei terreni ho viaggiato ai 100 km all'ora con la macchina perchè il territorio era completamente liscio, nessun albero".

Dalle telecamere di Report però emerge che la popolazione è di tutt'altra opinione, dicono che gli vengono portate via terre coltivabili e che non sono stati interpellati: "La terra ci è stata assegnata dallo Stato - smentisce Tampieri - in accordo con la maggioranza della comunità rurale. Ben 38 villaggi su 44 hanno firmato in accordo per il progetto, ho con me tanto di documenti con nomi, cognomi e firme mentre gli altri 6 villaggi non hanno firmato solo perchè al loro interno c'era una spaccatura con alcuni favorevoli e altri contrari".

La polemica s'inasprisce anche sul fatto che verranno coltivati campi di girasole per produrre biocarburante: "Non è assolutamente vero - asserisce Tampieri - i girasoli saranno utilizzati per produrre olio alimentare in quanto in base alle direttive europee non è nemmeno permesso produrre olio per carburanti all'esterno della Comunità e tutta la produzione deve essere tracciata e registrata fino al suo arrivo a Faenza. Non sarebbe possibile quindi per noi produrre questi tipi di olii in Senegal, sarebbe anche una perdita di denaro".

Per quanto riguarda l'altra azienda coinvolta nel progetto, la Senethanol a capitale misto senegalese italiano, che potrebbe non essere d'accordo a produrre olio alimentare, Tampieri precisa: "Loro hanno il 49% mentre la nostra controllata Senhuile detiene il 51% quindi a comandare saremo noi".

La decisione di trapiantare la produzione in Africa è dettata dal fatto che: "esiste il problema delle commodity, cioè i prodotti agricoli come i cereali o i prodotti grezzi  - spiega Tampieri - che sono nelle mani di fondi comuni americani. Noi dobbiamo vendere i nostri prodotti con mesi di anticipo e stabilirne un prezzo è difficile con il mercato ballerino e i prezzi fluttuanti delle materie prime che arrivano dall'est. Per poter salvaguardare il futuro dello stabilimento di Faenza abbiamo bisogno della stabilità di prezzo almeno nelle materie prime e con la produzione dell'olio in Senegal sappiamo più o meno quanto ci costeranno gasolio, manodopera ecc. Non vogliamo fare come Omsa che ha chiuso lo stabilimento faentino per trasferirsi all'Est".

"Questi 20mila ettari di terreno - conclude l'amministratore delegato - daranno inoltre lavoro a 2000 persone tutte senegalesi e abbiamo già pianificato la costruzione di 35/40 abitazioni, 2 piccoli ospedali, 2 scuole, strade, ponti e pozzi".

 

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