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Cronaca

"Tane con gallerie lunghe fino 4 metri": l'allarme di Aipo sugli argini di Lamone e Senio

In seguito all'alluvione, l’Agenzia Interregionale per il Po ha avviato imponenti interventi di chiusura delle molteplici gallerie individuate, sfalci in oltre 20 km e ripresa delle rotte arginali

"Numerosissime tane profonde caratterizzate da molteplici diramazioni e con gallerie che superano anche i 3/4 metri di lunghezza nella loro articolazione morfologica sotterranea": è questo, in estrema sintesi, un primo bilancio del monitoraggio che i tecnici specializzati di AIPo (Agenzia Interregionale per il Fiume Po), coordinati nell’occasione dal direttore Gianluca Zanichelli e dal dirigente Massimo Valente e dallo staff tecnico geologico ed idraulico dell’Agenzia, hanno effettuato sugli argini del Lamone e del Senio. Il tutto all’indomani del sopralluogo realizzato in loco da entrambi i tecnici dirigenti di AIPo, che hanno appurato nell’esame approfondito degli argini volto a valutare le condizioni degli stessi per il contenimento dei torrenti Lamone e Senio, il cui straripamento e rottura dei giorni scorsi, a seguito delle piogge eccezionali cadute in pochissimo tempo, hanno causato la drammatica alluvione nel territorio romagnolo provocando gravissimi danni. 

Chiamati a dar man forte a Protezione Civile e Regione Emilia Romagna, il personale di AIPo ha messo a disposizione nell’immediato le proprie professionalità effettuando un primo sopralluogo a Bagnacavallo sulle sponde del Senio e subito dopo in località Boncellino e San Romualdo per ciò che riguarda il Lamone. Oltre al monitoraggio delle condizioni arginali infatti l’attività dell’Agenzia, in accordo col competente Ufficio di Ravenna dell’Agenzia di Protezione Civile Regionale, ha consentito di avviare da subito rilevanti operazioni sulle arginature – sfalcio e chiusura tane in un lungo tratto del Lamone - per oltre 20 km , ripresa e sistemazione delle “rotte” arginali e chiusura delle tane sul Senio. Interventi che, in assenza di ulteriori violente precipitazioni nella zona, potranno concludersi in sette/dieci giorni ma che già dalla giornata odierna (martedì, ndr) consentiranno con opportune opere provvisionali di aumentare in modo significativo la sicurezza dei rilevati. 

“Durante il monitoraggio tecnico sui corsi d’acqua romagnoli – hanno confermato il direttore Zanichelli e il dirigente Valente - abbiamo rintracciato un abbondante numero di tane profonde che hanno senza dubbio incrementato i livelli di fragilità delle strutture arginali, tane e gallerie realizzate da animali fossori, oltre che la presenza diffusa sugli stessi di ungulati. Abbiamo subito risposto all’invito della Protezione Civile e Regione e siamo tutt’ora al lavoro per contribuire a risolvere numerose situazioni di pericolosità mettendo a disposizione anche personale per il monitoraggio in corso di eventuali eventi, già previsti a livello meteo nelle prossime ore”. Inoltre Zanichelli lancia una proposta fattiva per il futuro AIPo: “Sarebbe proficuo poter realizzare la nascita di una collaborazione bilaterale in caso di piene non concomitanti dei due reticoli di rispettiva competenza (fiume Po e affluenti regionali)”.

AIPo precisa comunque "che le esondazioni che si sono verificate in area Romagnola sono state causate dal fenomeno di 'sormonto arginale' causato dall’eccezionalità della piena come precedentemente riportato. Le tane rilevate infatti nel corso del monitoraggio successivo agli eventi durante la ricognizione a supporto delle attività in loco della Protezione Civile e della struttura regionale erano 6 negli oltre 20 km, ma non hanno nella fattispecie pregiudicato la stabilità arginale nei punti di fuorisucita. L’Agenzia conferma e rassicura comunque che già in questo momento tutte sono state riprese e sistemate. I tratti monitorati sono in aree classificate in terza categoria e non interessate in maniera diretta dagli ultimi eventi ed in via preventiva era comunque mettere in sicurezza idraulica anche queste zone in quanto la presenza stessa di tane rappresenta un punto di criticità da tenere sonno stretta osservazione. L’attività di monitoraggio di AIPo , dopo eventi come questi , permette di individuare le criticità generate in corso di piena". 

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