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Cronaca

Alla scuola Mordani una targa in memoria del direttore didattico Giorgio Gaudenzi

Intervenuto alla cerimonia, il sindaco Fabrizio Matteucci ha citato le parole che Gaudenzi pronunciò in occasione dello i scoprimento della targa commemorativa in ricordo di Roberto Bachi avvenuta il 27 gennaio di 13 anni fa

Inaugurata alla scuola Mordani la targa realizzata dagli studenti dell'indirizzo di arti figurative potenziamento mosaico del Liceo artistco “Nervi Severini” in memoria del direttore didattico Giorgio Gaudenzi. Intervenuto alla cerimonia, il sindaco Fabrizio Matteucci ha citato le parole che Gaudenzi pronunciò in occasione dello i scoprimento della targa commemorativa in ricordo di Roberto Bachi avvenuta il 27 gennaio di 13 anni fa: "Oggi io sono un uomo ricco. Vi spiego la mia ricchezza. Sono ricco non perché  in quest'ultimo periodo ho accumulato denari. Sono ricco perché ho conosciuto storie e ricordi di persone che mi hanno aiutato a riflettere, a pensare a ragionare con me stesso e con gli altri”". 

"Quella inaugurazione diede ufficialmente il via ad un progetto nel quale Giorgio credette molto, un progetto al quale lavorò  con dedizione e passione negli ultimi anni della sua purtroppo breve vita - afferma Matteucci -. Un progetto che partiva appunto dal recupero della memoria di quel bambino ebreo alunno del Mordani morto ad Auschwitz,  diventato per la nostra comunità il simbolo di tutti i bambini sterminati nei campi di concentramento,  per allargare il campo di riflessione alla più grande tragedia del Novecento che costò la vita a milioni di persone  e sottolineare l'importanza di creare con i grandi eventi della storia  un legame di conoscenza consapevole e di giudizio critico, perché “solo un passato consapevole può orientare positivamente il futuro”. Oggi, 13 anni dopo, nella stessa scuola dove Giorgio ha svolto il suo lavoro con amore, inauguriamo una targa in sua memoria. Mi piace ripercorrere alcuni passi di quel discorso di tredici anni fa,  perché fotografa in maniera fedele l'impegno di Gaudenzi come educatore. Conoscere per “dare il giusto valore alla vita delle persone, ai loro sentimenti, alle loro aspirazioni, e compiere quell'operazione fondamentale di comprensione degli altri che consiste nel 'mettersi nei loro panni' per vedere con i loro occhi, per sentire con il loro cuore”. E fu così che Giorgio si buttò a capofitto nella storia di Roberto Bachi dopo l'incontro  “con alcuni bambini della scuola Mordani del 1937”. Con pazienza certosina e caparbietà, restituì la memoria di questa vittima innocente inghiottita nel vortice scuro di una violenza assurda e disumana".

Una targa in memoria di Giorgio Gaudenzi (foto Argnani)

Continua Matteucci: "Lo fece perché anche se stringe il cuore raccontare di certe nefandezze, noi adulti abbiamo il dovere morale  nei confronti dei ragazzi di aiutarli a conoscere il male e individuarne le cause.  “Riflettere sulle persecuzioni, sull'odio razziale, sulla Shoah, - furono 13 anni fa le sue parole - significa compiere opera formativa attiva di educazione alla convivenza democratica, per produrre comportamenti di tolleranza verso altri popoli e culture. Significa lavorare per la realizzazione di quel bellissimo progetto educativo che è l'art.3 della nostra Costituzione” che recita: “tutti i cittadini suono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Gli insegnanti della sua scuola e l'Amministrazione comunale non hanno abbandonato questo progetto dedicato a Bachi, continuano a mantenerlo  vivo. Come tredici anni fa ritrovammo l'alunno Roberto Bachi, oggi ritroviamo un amico, un ottimo insegnante che purtroppo non è più con noi ma ci ha lasciato in dote un'eredità preziosa di valori e di idee.  Anche noi oggi siamo più ricchi: non perché abbiamo accumulato fortune materiali, ma perché ci nutriamo di un patrimonio di valori comuni che giornate ed eventi come quelli di oggi contribuiscono a rinsaldare".

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