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Cronaca

"Mancato rimborso per la 'rifiutopoli' del 2016: e intanto la Tassa sui rifiuti aumenta"

Il consigliere Ancisi: "Trattandosi di un balzello che colpisce tutti allo stesso modo, ricchi e poveri, le ingiustizie della Tari sono socialmente tra le più riprovevoli"

Mentre incombe la scadenza del 30 giugno per il pagamento della prima rata del 2018 della Tari, la tassa sui rifiuti, la Commissione Tributaria Provinciale di Roma ha emesso, in questo stesso mese, una sentenza che stabilisce come, essendosi verificato "un grave disservizio nella raccolta dei rifiuti", i contribuenti interessati hanno diritto a una riduzione della tariffa dovuta pari al 50%. Il principio era stato affermato dalla Cassazione con l’ordinanza del 2017, la quale aveva sancito il diritto del contribuente alla riduzione degli importi “per il solo fatto che il servizio di raccolta, debitamente istituito e attivato, non venga poi concretamente svolto, ovvero venga svolto in grave difformità rispetto alle modalità regolamentari relative alle distanze e capacità dei contenitori ed alla frequenza della raccolta; così da far venire meno le condizioni di ordinaria e agevole fruizione del servizio da parte dell'utente”. In tali occasioni, inoltre, si potrebbe anche applicare la legge stessa istitutiva della Tari, che stabilisce addirittura la possibilità di ridurre la tassa dell’80% nei casi di “mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall'autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all'ambiente”.

"Vengono in mente i clamorosi disastri del servizio rifiuti verificatisi in tutto il territorio comunale di Ravenna nell’aprile/maggio 2016 per 35 giorni certificati da Atersir, l’autorità regionale di regolazione e di controllo del servizio - commenta il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi, che in quella occasione sostenne appunto la “restituzione” ai contribuenti dell’80% della Tari versata che, in proporzione al periodo di dissesto della raccolta rifiuti, sarebbe stata di circa 2 milioni e 300mila euro. Con la riduzione del 50% sarebbe pur stata di un milione e 450mila euro. "Sta di fatto però che lo sconto sulle bollette Tari del successivo 2017 non è stato né dell’80% né del 50%, bensì appena di circa il 9%, pari cioè alla sanzione di 231.839,25 euro applicata a Hera da Atersir, autorità della quale il Comune di Ravenna rappresenta, attraverso il sindaco, la componente maggiore - insiste il consigliere d'opposizione - Poco più di un buffetto che, però, non ha impedito che nel 2017 e nel 2018 la Tari aumentasse rispettivamente dell’1,2% e del 2,3%, anziché diminuita. Trattandosi di un balzello che colpisce tutti allo stesso modo, ricchi e poveri, le ingiustizie della Tari sono socialmente tra le più riprovevoli. Un’amministrazione comunale consapevole dovrebbe riflettere molto prima di rendersene complice".

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