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Cronaca

Tavoli vietati per le piadinerie, la rabbia dei ristoratori: "Dov'è l'assembramento?"

Per tante attività artigianali del settore alimentare rimane il divieto di servire il cibo ai tavolini. La titolare della piadineria: "Non riesco a capire il motivo. Non possono parlare di assembramento in un take away"

Sperava che il 18 maggio sarebbe potuta ripartire a ritmo pieno, o quasi: invece non è stato così per Samantha Calestani, imprenditrice ravennate che da gennaio ha avviato la piadineria "Il Lokalino" a Ravenna, in zona ospedale. Attraverso la sua testimonianza viene alla luce una nuova difficoltà per i piccoli artigiani del settore alimentare: per loro infatti rimane in vigore un divieto che impedisce ai clienti di consumare le pietanze appena sfornate sul posto.

Insomma, per questa tipologia di attività non si applica il protocollo della ristorazione che permette il consumo di cibo al tavolo nel rispetto del distanziamento fra clienti. In pratica alle piadinerie - ma anche alle gelaterie, pizze al taglio e kebab - viene consentita solo l'attività di asporto o consegna a domicilio. Un bel guaio per l'imprenditrice, che proprio pochi giorni prima dell'emergenza Coronavirus ha acceso un mutuo per sostenere la propria attività.

Samantha, può spiegarci la situazione attuale?
A Ravenna tutti i take-away non hano la possibilità di mettere fuori i tavolini, pur calcolando che io ho sempre pagato la tassa per l'occupazione del suolo pubblico. Perché noi artigiani non siamo stati considerati? Martedì mattina una ragazza con una bambina di pochi mesi voleva mangiare la piadina dentro il mio negozio, ma per le regole di adesso non avrei potuto permetterglielo. Io ho la fortuna di avere spazio e ho anche i tavolini. Perché non posso sfruttarli? Lavoro anche con tanti operatori sanitari, che escono dall'ospedale dopo ore e ore di lavoro e non posso farli sedere un attimo, mentre nei bar ci sono clienti che stanno seduti tutto il giorno. I miei clienti prendono la piadina e poi vanno a mangiarla sul marciapiede di fronte. Non capisco la motivazione di tutto questo e non ci hanno dato nemmeno una data futura.

Si è messa in contatto con le associazioni di categoria? Cosa le hanno detto?
Anche loro erano molto arrabbiati per questa cosa, perché nel decreto si parla di artigiani, ma poi in una postilla si indica che non è consentito agli artigiani che praticano l'asporto. Noi non siamo ristoranti. Il mio è un take-away: le persone mangiano la piadina, stanno un attimo e vanno via. Dov'è l'assembramento?

Cosa la fa più indignare?
Il perché è quello che mi indigna di più. Non riesco a capire il motivo. Non possono parlare di assembramento in un take-away. Non c'è niente qui attorno dove qualcuno si può fermare. Non è una bella cosa per noi artigiani che paghiamo tutte le tasse, compresa quella per l'occupazione del suolo pubblico.

Con il servizio d'asporto riesce a recuperare le spese?
Sì, faccio anche il servizio a domicilio. Ma oltre al danno arriva la beffa. Prima lavoravamo in tre, con le attuali regole possiamo lavorare solo in due. Sabato stavo pulendo i tavolini, ero tutta contenta e poi ho scoperto che non avrei potuto utilizzarli.

In questi mesi quanto presume di aver perso?
Come minimo un 70-80% dell'incasso. Persino durante l'inverno la gente si fermava ai tavolini per mangiare una piadina. Per un operaio che stacca da lavoro è comodo fermarsi un po' per mangiare. Per me è una difficoltà, non sembra ma vuol dire tanto nella mia zona. Io cucino per chi lavora in ospedale, chi torna da una visita, chi stacca dal turno, chi aspetta un familiare che deve fare un esame. Non sono in centro dove una persona può poi farsi una passeggiata. Il tavolino per me è importante.

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