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Cronaca

Tavolo ministeriale sul futuro della chimica, sindacati dal Prefetto: "Non siamo stati convocati"

"Abbiamo più volte reiterato la richiesta di incontro e i lavoratori sono in attesa da mesi di sapere quale destino li attende"

I rappresentanti territoriali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil mercoledì incontreranno il Prefetto di Ravenna per protestare contro la mancata convocazione dei sindacati al tavolo nazionale al Mise, previsto per mercoledì a Roma, sul tema della chimica e dell’impianto cracking di Porto Marghera. Quest’ultimo rappresenta un tassello cruciale nella sostenibilità dei siti produttivi di Ferrara, Mantova e anche Ravenna.

“Non comprendiamo - spiegano i sindacati - il senso e la logica dell’incontro richiesto dal Mise alla società Eni-Versalis, con la presenza degli assessori regionali dell’Emilia-Romagna e del Veneto, senza le organizzazioni sindacali. Abbiamo più volte reiterato la richiesta di incontro e i lavoratori sono in attesa da mesi di sapere quale destino li attende. Ci sono momenti in cui l’incalzare degli eventi, spesso drammatici come la guerra in Ucraina, non consentono più indecisioni e non permettono di rimandare ulteriormente la presa in carico di situazioni complesse da cui dipendono gli equilibri economici e sociali del Paese: ci riferiamo alle questioni fortemente correlate tra di loro, relative alla stabilità energetica e alla Green Transition a livello europeo e alla definizione di una strategia robusta e sostenibile per quanto riguarda la chimica italiana".

Il sindacato rivendica con decisione "il proprio coinvolgimento e la presenza attiva al tavolo delle trattative, insieme alle forze istituzionali, politiche e sociali, in virtù non soltanto del proprio ruolo di rappresentanza dei lavoratori ma anche per quel patrimonio di competenze tecnico scientifiche, che è sempre stato in grado di portare come contributo nella definizione delle politiche industriali. È ormai urgente che si prendano posizioni chiare e condivise su queste tematiche, poiché lo stato di incertezza e di opacità, che permane ormai da troppo tempo, ha effetti sempre più negativi e pesanti sia sul piano economico che su quello sociale: non è più possibile continuare a improvvisare. La perdita di controllo sui costi dell’energia e delle materie prime, che sta colpendo tutta l’Europa, ha un impatto inaccettabile non soltanto sulle attività produttive ma sulla vita quotidiana di tutti noi: è una situazione che non possiamo sottovalutare. È dunque indispensabile lavorare per costruire un sistema che sia resiliente e affidabile e, a tale scopo, occorre avere un elevato grado di controllo sulle risorse da parte del sistema Paese, utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione".

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