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Cronaca

Tempi d'attesa, i sindacati: "Aperture il sabato e fino alle 20 siano attività ordinaria"

Sul programma dell'Ausl di intervento straordinario per il contenimento dei tempi d'attesa intervengono anche i sindacati, chiedendo nella attività ordinaria tempi di apertura al pubblico più lunghi e conseguentemente un uso più efficiente dei macchinari

Sul programma dell'Ausl di intervento straordinario per il contenimento dei tempi d'attesa intervengono anche i sindacati, chiedendo nella attività ordinaria tempi di apertura al pubblico più lunghi e conseguentemente un uso più efficiente dei costosi macchinari degli ospedali.
 

IL GIUDIZIO DELLA UIL -  Per quanto riguarda i tempi di attesa, anche i sindacati rilevano delle problematiche e hanno incontrato i vertici dell'Ausl unica. Scrive la Uil: “Premesso che dai dati dei tempi di attesa si osserva un trend migliorativo per le prestazioni ordinarie, la UIL ritiene vi siano le condizioni per un ulteriore miglioramento, soprattutto attraverso interventi strutturali e di appropriatezza, al fine di mantenere i tempi di attesa accettabili nel tempo. L’aumento della capacità produttiva si ottiene attraverso l’acquisto di prestazioni attraverso la volontarietà dei professionisti interni, a cui si aggiunge l’aumento della committenza esterna. Ora, pur non contestando la legittimità dei due percorsi, la UIL ritiene che dette scelte, così come oggi assunte, possano avere esclusivamente la caratteristica della straordinarietà alla quale deve far seguito un programma strutturato che faccia leva sulla disponibilità e la volontarietà dei professionisti o sull’aumento della committenza esterna solo dopo aver saturato le potenzialità produttive delle strutture pubbliche della Romagna, come è stato concordato nei protocolli di intesa e attuativi tra la Conferenza Socio Sanitaria e CGIL CISL e UIL”.
 

Sulle aperture straordinarie, inoltre, la Uil obietta che “in verità, in alcuni territori i servizi sono aperti istituzionalmente il sabato per 12 mesi all’anno, mentre in altri no. Da ciò una breve valutazione: in alcuni casi vi è certezza di maggiore saturazione delle tecnologie, in altri la saturazione è legata alla volontarietà e alla disponibilità di risorse aggiuntive, ovviamente ciò comporta una differente attenzione anche nei confronti delle collettività locali. La UIL evidenzia come tecnologie importanti, anche sotto il profilo degli investimenti economici, debbano essere disponibili per le esigenze dei cittadini di tutta la Romagna per almeno 6 giorni alla settimana, relegando eventuali esigenze di temporanea maggiore produzione oltre le ore 20 o nella giornata della domenica. Non sfugge che la maggiore saturazione delle tecnologie comporterebbe un minore accesso a esternalizzazioni di prestazioni e una minore richiesta di committenza esterna correlata ad esigenze temporanee, potendo i cittadini contare su più ampie offerte ordinarie”
 

LO STESSO ESAME, COSTI DIFFERENTI  - Sempre la Uil: “Dai dati forniti emerge poi un’altra necessità di approfondimento e di intervento correttivo. Per quanto attiene al programma straordinario, se i valori sono corretti, si rileva infatti che tra committenza esterna e ai volontari interni, a Ravenna il costo medio di una RMN è pari a 47,00 Euro, a Cesena 90,00 Euro, a Rimini 123,00 Euro sino ai 155,00 Euro di Forlì. Riferendosi esclusivamente ai costi ininterni di singole prestazioni, nello specifico salta all’occhio che la stessa RM della colonna a Rimini viene pagata 61€, a Cesena 40€, a Ravenna 47€, a Forlì con 2 RM in dotazione invece non vengono effettuate (si acquistano tutte all’esterno a 125 euro); un'ecografia 24€ a Rimini, 18 a Cesena, 20€  a Ravenna. Ci limitiamo ad osservare come si parli, giustamente, della necessità di addivenire a costi standard a livello nazionale. A maggior ragione sarebbe opportuno che ciò avvenga, in un arco temporale accettabile, nel contesto della medesima azienda”.
 

“Anche nelle prestazioni esternalizzate ritroviamo differenze significative nei costi delle singole prestazioni, ad esempio una RM dell'encefalo a Forlì viene pagata 221 Euro, a Rimini 181, a Cesena non vengono acquistate RM dell'encefalo ma solo della colonna a 154 Euro”
 

IL GIUDIZIO DELLA CGIL – Spiega una nota della Cgil: “Per la Cgil, dall’analisi della documentazione ricevuta, sono emerse alcune evidenti criticità che necessitano di approfondimenti ed eventualmente di interventi di natura strutturale e di sistema. L'aumento della capacità produttiva si ottiene attraverso la disponibilità dei professionisti interni ad erogare prestazioni in regime di libera professione  e con un aumento della committenza esterna.  L’articolazione dell’intervento mette in luce il quadro generale in cui si innestano le varie azioni”.
 

Sempre la Cgil: “Riteniamo di estremo interesse la lettura del quadro generale che ne emerge. Chiediamo che alle scelte di ampliamento di SIMIL ALPI e committenza esterna, faccia seguito un programma strutturato che, a partire dalle differenze e carenze evidenziate, garantisca il recupero del pieno utilizzo delle capacità produttive di tutte le strutture pubbliche della Romagna (come è stato concordato nei protocolli di intesa e attuativi tra la Conferenza Socio Sanitaria della Romagna e CGIL CISL e UIL) e lasci alla volontaria disponibilità dei professionisti o all’aumento della committenza esterna quella parte della risposta legata a picchi della domanda o comunque non legata  a bisogni fissi e strutturati”
 

“ La Cgil ritiene sia necessario operare per garantire la massima ed omogenea apertura dei servizi in orario istituzionale. Ci risulterebbe incomprensibile il permanere di rilevanti diversità che hanno ripercussioni negative sia sulla reale possibilità di accesso alle cure sia sul migliore utilizzo delle risorse disponibili. A titolo esemplificativo, ci appaiono ingiustificabili le rilevanti differenze di produzione fra i vari siti, fatto debito rapporto fra attrezzature disponibili e professionisti assegnati (tempi pieni equivalenti).
 

Dai dati forniti in riferimento alle “Aperture nelle giornate di sabato e domenica per prestazioni di TC (tomografia assiale computerizzata) e RMN” (risonanza magnetica nucleare), sembrerebbe che i servizi siano aperti, in tutta la Romagna il sabato, in modo sufficientemente omogeneo. In verità, il riscontro fornito dagli operatori e dai professionisti nei luoghi di lavoro, sembra evidenziare come in alcuni casi i servizi siano aperti istituzionalmente il sabato ed organicamente inseriti nelle attività programmate, mentre in altri l’apertura del sabato è estemporanea ed esclusivamente legata alla disponibilità dei professionisti e all'utilizzo dello strumento della SIMIL ALPI.

 
“In un contesto aziendale unico, quanto sopra esposto, oggi ancora ancorato a scelte diverse operate dalle preesistenti Aziende di Ravenna, Cesena, Forlì e Rimini, non può più trovare nessuna ragione. E’ quindi necessario arrivare nel tempo più breve possibile alla omogeneità degli orari di apertura dei servizi. Nel caso specifico della TC e RMN, si evidenzia che, tecnologie così importanti, anche sotto il profilo del pieno utilizzo degli investimenti effettuati, devono essere disponibili per le esigenze dei cittadini di tutta la Romagna almeno 6 giorni alla settimana dalle ore 08,00 alle ore 20,00, relegando eventuali esigenze di temporanea maggiore produzione nelle fasce non impegnate.
 

Esprimiamo la necessità di garantire equità di accesso a tutti i cittadini assistiti dall’azienda della Romagna. Riteniamo che superare le difficoltà generate da un’anagrafe non ancora unificata non sia sufficiente e ci aspettiamo: la costruzione di un rapporto diretto di interscambio professionale fra gli specialisti ospedalieri ed i medici prescrittori esterni; la presa in carico diretta e la gestione del percorso dell’utente, che vorremmo estesa, contestualmente alla prima visita, non solo alla prenotazione diretta delle successive visite di controllo, ma anche alla predisposizione dell’intero percorso delle prestazioni diagnostiche organizzate e definite prima della visita successiva”

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