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Cronaca Faenza

Terre Naldi verso la liquidazione, l'opposizione denuncia: "Sbagliato trasferire a Faventia Sales"

Si torna a parlare di Terre Naldi, a distanza di 12 anni dalla richiesta di costituire una commissione d’inchiesta sul ‘buco’ nei conti della società gestita interamente dal comune di Faenza

Si torna a parlare di Terre Naldi. A distanza di 12 anni dalla richiesta di costituire una commissione d’inchiesta sul ‘buco’ nei conti della società gestita interamente dal comune di Faenza - che la minoranza chiese nel 2010 e che il consiglio comunale respinse (Insieme per cambiare e Pd) - l’argomento torna ad essere materia di attualità politica. A riaprire il caso sono stati gli esponenti di Area Liberale, Fratelli d’Italia e Forza Italia, nel corso della conferenza stampa a cui hanno partecipato Gabriele Padovani, Stefano Bertozzi e Bruno Fantinelli. Non era presente, diversamente da quanto annunciato, il consigliere comunale e regionale della Lega Andrea Liverani. Oggetto della conferenza l’espressione di indirizzo per la messa in liquidazione della società Terre Naldi, in votazione al prossimo consiglio calendarizzato per martedì.

“Questa situazione è tornata di attualità perchè martedì voteremo un’espressione di indirizzo per la messa in liquidazioni di Terre Naldi, e sarà il primo atto di una decisione già presa - spiega presentando alcuni documenti Stefano Bertozzi -. Secondo il decreto Madia, infatti, la società deve essere liquidata perchè non rispecchia i requisiti per una partecipata. A febbraio 2022 feci un’interrogazione perchè era stato attivato un bando per affidare a uno studio una consulenza che identificasse le modalità di liquidare Terre Naldi. 25mila euro di consulenza ad uno stimato professionista per 84 pagine, di cui 16 si concentrano su Faventia Sales. Oggi tutto torna. Terre Naldi è una scatola vuota, non ha patrimonio, i terreni sono tutti di proprietà del comune e l’amministrazione da i terreni in locazione a canone zero a Terre Naldi, che poi li subaffitta a soggetti terzi. Terre Naldi svolge quindi attività di coordinamento”.

“Terre Naldi - continua Bertozzi - ha oggi un fatturato di 264mila euro, di cui 92 arrivano da canoni di sublocazione, cioè da 15 contratti di affitto, e poi ci sono 34mila euro diretti di contributi del comune di Faenza, più i corsi universitari (del polo di Tebano, ndr). Con questi soldi Terre Naldi paga 48mila euro di stipendi a un dipendente, a un amministratore unico e vari costi amministrativi. 70mila euro quindi vanno via solo per tenere viva questa società, che chiude con i conti in pareggio. Avrebbe chiuso peggio se non ci fosse stato il Covid, per cui sono stati deliberati una serie di ammortamenti in via emergenziale. Patrimonialmente però Terre Naldi non ha nulla, ha nel proprio attivo 773mila euro di immobilizzazioni immateriali. Che cosa sono? Dicono migliorie sulle strutture del comune di Faenza, e per farle la società si è indebitata. Infatti c’è un mutuo di oltre un centinaio di migliaia di euro garantito dal comune di Faenza. Nel consiglio comunale entreremo nel dettaglio di questi numeri. Hanno detto che l’indirizzo sarà la scissione dei rami d’azienda di Terre Naldi che saranno trasferiti a Faventia Sales. Ricordo che sono due i requisiti della legge Madia: uno riguarda gli amministratori che sono in numero superiore ai dipendenti e il secondo è il fatturato minimo a oltre un milione di euro. Con questa operazione tra Terre Naldi e Faventia Sales SpA i dipendenti di Faventia Sales diventeranno 4, saranno ridotti i componenti del consiglio d'amministrazione e si supererà il milione di euro richiesto a Faventia Sales dai canoni della legge Madia”.

In sostanza: "Dal nostro punto di vista è un modo per aggirare ancora una volta la norma, e così Faventia Sales dipenderà ancora di più dal comune di Faenza. Inoltre c’è un altro aspetto: oggi Terre Naldi è partecipata al 100% dal comune, mentre Faventia Sales no. Faventia Sales dovrà quindi aumentare il capitale, e il comune aumenterà la partecipazione. Ma il valore di Terre Naldi non farà aumentare la partecipazione oltre il 50% del comune su Faventia Sales, altrimenti diventerebbe una società a prevalenza pubblica di gestione, sottoposta totalmente alla legge Madia”.

Gabriele Padovani (Area Liberale) ha invece sottolineato la questione della richiesta di una commissione consiliare d’inchiesta per individuare responsabilità nel passivo di bilancio di Terre Naldi, che nel 2010 fu bocciata dalla maggioranza in consiglio comunale: “A ottobre 2010 le opposizione chiesero una commissione d’indagine su Terre Naldi - ha riferito Padovani - Oggi però, al netto di quanto ha affermato l'amministratore della società nel corso della commissione consiliare, verrebbe da dire che non avevamo tutti i torti a chiederla”.

Secondo quanto affermato da Padovani: “L’amministratore attuale ha ammesso che Terre Naldi si è portata dietro quegli sbagli aziendali commessi alla fine degli anni 2000. Io in commissione ho chiarito che feci un accesso agli atti delle fatture di Terre Naldi del 2007/2008 e che sono in grado di evidenziare gli sbagli che furono commessi, sono convinto di quello che sto dicendo perchè è la mia materia. Tengo a precisare che oggi si arriva a questo proprio a causa di ciò che successe allora. La politica ogni 5 anni torna vergine, ma in questo caso affermare ciò significa nascondersi dietro a un dito, perchè ci sono precise scelte politiche prettamente faentine. Il Pd è complice di queste operazioni e non hanno mai detto che si sono sbagliati”.

Nella fattispecie: “Ci sono 792mila euro di perdite nel 2007/2008 riconducibili alle scelte politiche che interessarono Terre Naldi. Parliamo del fallimento di Faenza Fiere, i cui dipendenti furono trasferiti in Terre Naldi. Si tratta di persone che dovevano svolgere come minimo 150 giornate di lavoro. Nel 2007 la vendemmiatura fu eseguita a macchina, ma se c’era troppa manodopera in esubero perchè non fu fatta a mano? Inoltre costò di più al quintale di quanto sarebbe costata farla a mano. Poi Terre Naldi prese in carico l’azienda Le Cicogne della Banca del Monte, e fecero un contratto agricolo specifico per 331mila euro che non corrispondono al prodotto ma corrispondono esattamente a quanto aveva speso la Banca del Monte precedentemente, comprese le spese ordinarie e straordinarie. Fu quindi fatto semplicemente un piacere alla Fondazione” denuncia Padovani.

Nel 2008 in consiglio comunale c’erano anche i gruppi Lega e Pdl: “Gli unici due gruppi all’opposizione - sottolinea Bruno Fantinelli di Forza Italia -. Ritengo che ancora oggi non si possa continuare a sperperare denaro pubblico. Questi sono soldi che vengono spesi, e credo ci sia stata cattiva amministrazione, non oculata - spiega -, parliamo di Asp, di scalo merci e anche di Terre Naldi. A Faenza hanno amministrato male. Mentre in altri comuni hanno amministrato meglio, qui la sinistra faentina ha peccato di capacità amministrative. Speriamo che anche i cittadini tra tre anni quando si voterà, capiscano che è il momento di cambiare registro”.

Fantinelli, Padovani e Bertozzi

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