Treni, Legambiente: "I tempi di percorrenza sono gli stessi dal 1938"
"Emblematico - riporta Legambiente - il caso ad esempio della linea Lavezzola-Lugo-Faenza, che potrebbe garantire un collegamento diretto della Bassa Romagna con Ferrara e Firenze, ma che invece da anni è considerata un “ramo secco”"
In occasione della campagna “Pendolaria”, Legambiente ha confrontato il nuovo orario ferroviario con uno che risale al 1938 e qui la sorpresa: 75 anni fa il direttissimo 449 Bologna-Rimini collegava le due città in un'ora e 19 minuti, con fermate intermedie a Faenza, Forlì e Cesena, alla velocità media di circa 100km/h; oggi un moderno intercity che faccia le stesse fermate impiega solamente 10 minuti in meno; tempi di percorrenza simili anche tra i “diretti” e gli“accelerati” di allora e i moderni regionali: oggi però i pendolari si lamentano spesso dei ritardi, chissà se allora i treni arrivavano davvero in orario come si racconta.
“Se comunque sulla direttrice Bologna-Rimini, già negli anni '30 era possibile raggiungere velocità medie considerevoli - ha dichiarato Yuri Rambelli, Presidente del circolo Legambiente A. Cederna - la situazione al giorno d'oggi è critica soprattutto per le linee considerate “minori”, con soppressioni e riduzioni dei servizi che disincentivano ulteriormente l'utilizzo del trasporto pubblico, come dimostrano i risultati del censimento dei servizi presenti in 46 stazioni ferroviarie dal ravennate alla bassa bolognese”.
"Emblematico - riporta Legambiente - il caso ad esempio della linea Lavezzola-Lugo-Faenza, che potrebbe garantire un collegamento diretto della Bassa Romagna con Ferrara e Firenze, ma che invece da anni è considerata un “ramo secco” su cui il servizio è ridotto al luminicino, spesso realizzato con autobus al posto dei treni, che impiegano il doppio del tempo, alla poco edificante velocità media di 30km/h. Spesso si parla di misure necessarie per sviluppare il turismo, fornire servizi ai territori, garantire la mobilità sostenibile, ma negli ultimi 10 anni i finanziamenti per le infrastrutture sono andati in massima parte alla realizzazione di strade.
“I nostri amministratori chiedono a gran voce la realizzazione di nuove infrastrutture stradali - ha aggiunto Rambelli - come la Orte Mestre, dal costo presunto di 10 miliardi di euro, eppure, con i soli 100 milioni previsti per il “People Mover” di Bologna, si potrebbe garantire la disponibilità di un treno ogni ora su tutta la rete ferroviaria della Provincia di Ravenna per i prossimi 10 anni, creando quindi una connessione rapida e agevole tra i vari comuni e nei collegamenti con Rimini, Firenze, Bologna e Ferrara, con ovvie ripercussioni sull'offerta turistica, sulla qualità dell'aria e sull'offerta di mobilità sostenibile. Ci si può solo immaginare quale servizio si potrebbe garantire in regione se solo una o due delle grandi opere autostradali in progetto venisse cancellata per destinare le risorse al trasporto ferroviario”.
Per analizzare lo stato dei servizi ai viaggiatori, i circoli Legambiente A. Cederna della Bassa Romagna, ImolaMedicina in collaborazione con i circoli Lamone di Faenza e Matelda di Ravenna hanno inoltre realizzato un censimento dei servizi presenti in 46 stazioni ferroviarie da Ravenna a Bologna, visibile sul sito www.terramagazine.it, e hanno inoltre raccontato come la Romagna potrebbe sviluppare il turismo su rotaia, con un viaggio dimostrativo sul treno “fantasma” che collega direttamente Lugo con Firenze.