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Trivellazioni in Adriatico, Goletta Verde: "La Regione dica chiaramente 'no'"

Stop alle trivellazioni in adriatico: è la richiesta di Legambiente che ammonisce la Regione: "E' indispensabile che la Regione Emilia Romagna prenda una posizione chiara a favore dei territori"

Stop alle trivellazioni in adriatico: è la richiesta di Legambiente che ammonisce la Regione: “E' indispensabile che la Regione Emilia Romagna prenda una posizione chiara a favore dei territori, anche nei confronti del governo nazionale. Le Regioni blocchino le norme pro trivelle e si riapproprino del futuro del mare”.

“Invitiamo i presidenti a mettere in campo tutti gli strumenti politici e amministrativi in loro possesso, compresa la proposta di un referendum abrogativo riguardo le diverse norme che hanno riaperto la corsa all'oro nero nel mare italiano”. Da Goletta Verde l’appello ai presidenti delle Regioni dell’area adriatica e ionica che venerdì si riuniranno a Termoli sulle nuove estrazioni in mare. “Le Regioni riprendano in mano il futuro dei loro territori che il Governo centrale sta ipotecando con una scelta assurda di politica energetica, miope e ad esclusivo vantaggio delle compagnie petrolifere pronte a trivellare nuove aree marine in un’area grande quanto l’Inghilterra e compresa tra Adriatico, Ionio e Canale di Sicilia”.

Sempre Legambiente: “Il compito della politica locale è quello di governare il territorio preservando le ricchezze naturali, di biodiversità, ambientali e in termini di risorsa, anche economica, per le comunità locali che ancora oggi il nostro mare offre. Favorire la ripresa delle trivellazioni lungo la nostra costa porterebbe solo svantaggi: bassissime royalties contro rischi altissimi di danni agli ecosistemi. Invece di percorrere una seria politica di promozione delle energie rinnovabili, per ridurre le emissioni di CO2, scongiurare i rischi della subsidenza e lavorare per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici sul territorio, si sceglie invece di fare un regalo alle lobby del petrolio”.

“Chiediamo alle Regioni un segnale forte contro la deriva petrolifera di questo Governo – dichiara Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente -. Invitiamo i presidenti a mettere in campo tutti gli strumenti politici e amministrativi in loro possesso, compresa la proposta di un referendum abrogativo riguardo le diverse norme pro-trivelle che hanno riaperto la corsa all'oro nero nel mare italiano. Ci sono inoltre alcune azioni che possono e devono essere attivate fin da subito, quali l'impugnazione di fronte al Tar degli atti autorizzativi emanati di recente o un intervento da parte delle Regioni sul ministero dell'ambiente per chiedere la moratoria dei decreti di Via sino a quando non verranno adottati i piani delle aree”.

Tra le tre richieste di concessione di coltivazione, ultimo passaggio per poter avviare delle nuove estrazioni, che sono attualmente in fase di valutazione di impatto ambientale, c’è quella ad esempio di cui è titolare ENI, ubicata di fronte la costa tra Rimini e Cesenatico per un’area di 103,6 kmq. Sempre in Emilia Romagna c’è anche il permesso di ricerca della Po Valley contro cui si stanno battendo le associazioni, che si trova al largo tra Comacchio e Ravenna. Tra le istanze di permesso di ricerca, che si trovano tutte in fase istruttoria (l’inizio dell’iter tecnico amministrativo), c’è quella dell’Adriatic Oil al largo della costa tra Rimini e Cervia per un’area di 430,8 kmq.

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