Troppi morti sul lavoro, si riunisce l'Osservatorio: "Le Istituzioni agiscano, basta commemorazioni del giorno dopo"
Ravenna in Comune: "Tutte le volte sentiamo dire che non è accettabile morire di lavoro. Quello che possiamo fare dall’opposizione è dire che non basta la commemorazione del giorno dopo"
Si è tenuto martedì, presso la Prefettura, un incontro dell’Osservatorio sulla sicurezza e la legalità del lavoro, a seguito dei recenti incidenti sul lavoro - anche mortali - verificatisi nel ravennate, con una particolare incidenza nel Porto di Ravenna. All’incontro, tenutosi in videoconferenza, erano presenti, oltre al vicesindaco di Ravenna Eugenio Fusignani, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Daniele Rossi, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Sicurezza in Ambienti di Lavoro dell’Ausl, un rappresentante dell’Ispettorato del Lavoro e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
L’Osservatorio ha avuto come finalità l’esame delle situazioni critiche riferite alle condizioni di lavoro e di sicurezza nei settori portuale, dell’edilizia, dell’agricoltura, del turismo e della logistica, anche svolte in esternalizzazione dalle ditte in appalto e subappalto, e la conseguente rivisitazione del sistema dei controlli. Si è convenuto, pur nella consapevolezza delle criticità esistenti all’interno dei singoli enti incaricati dei controlli, che gli strumenti di lavoro (es. atti e protocolli, osservatorio) attualmente utilizzati, devono essere rivitalizzati allo scopo di ottenere una maggiore incisività, anche con meccanismi di intervento immediati, di carattere preventivo e operativo. Tutti i presenti hanno condiviso la consapevolezza che il terreno più sensibile dove intervenire è il lavoro organizzato con attività in appalto e subappalto, che rischia di presentare elementi di non facile individuazione.
Nel dettaglio, il metodo di lavoro che la Prefettura intende seguire prevede la fissazione di riunioni settoriali, che prevedano la partecipazione di soggetti interessati, evitando il coinvolgimento contestuale di tutti i partecipanti dell’Osservatorio al fine di impedire sovrapposizioni, dispersione di contributi e per scongiurare inefficienze. E’ stata evidenziata da tutti i presenti l’utilità di un organismo, quale l’Osservatorio, che consenta la messa in comune di strumenti operativi, al fine di garantire una maggiore incisività nel delicato settore della sicurezza del lavoro. In chiusura di riunione il viceprefetto vicario ha ribadito l’importanza di ricevere delle organizzazioni sindacali puntuali segnalazioni relative a criticità che dovessero evidenziarsi e che possono essere utili a far luce su aspetti specifici.
Durante l'incontro "abbiamo posto domande e messo in dubbio l’efficacia dello strumento così com’è e la volontà di andare oltre la facciata - spiegano da Ravenna in Comune - Il sindaco ha risposto al nostro consigliere, Massimo Manzoli: "Non credo che spostare l’osservatorio dalla Prefettura, che è l’ente preposto alla sicurezza, al Comune possa essere davvero incisivo", ha detto. Lo dimostri. Oggi spiattelli i dati che dovrebbe aver ricavato nella riunione di martedì. E poi chiami le autorità preposte, dall’Ispettorato alla Ausl, dai Carabinieri alla Finanza, dall’Autorità Portuale alla Capitaneria di Porto e le altre. E dica che sulla base di quei dati si aspetta che incrementino le ispezioni, assumano il personale occorrente se manca, protestino con chi glielo impedisce se hanno vincoli superiori. E che poi, alla riunione successiva dell’Osservatorio, diano conto di quanto richiesto. Dopo 15 giorni, un mese al massimo se vogliamo passare Ferragosto. Si parla di impegni futuri, di protocolli da rivitalizzare e della necessità di riunirsi ancora. Chiacchiere. Sempre martedì è uscita la notizia che siamo arrivati a sei. Sei lavoratori morti in Romagna dall’inizio dell’anno. Tutti in luglio tranne Christian Vernocchi in gennaio. Tutte le volte sentiamo dire che non è accettabile morire di lavoro. Quello che possiamo fare dall’opposizione è dire che non basta la commemorazione del giorno dopo. Insistere a pretendere che le istituzioni agiscano. Anche perché se non lo chiede Ravenna in Comune, dentro le istituzioni comunali non c’è nessun altro a farlo. È poco? È quello che possiamo fare noi. Quello che possiamo fare dall’opposizione. È la nostra parte. Dal sindaco, dal vicesindaco e dalle altre istituzioni pretendiamo che facciano finalmente la loro".