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Cronaca Bagnacavallo

Un nuovo percorso sperimentale di consultazione psicologica alla Casa della Salute di Bagnacavallo

Da ottobre a oggi sono infatti già stati inviati al servizio trenta cittadini per un totale di settanta colloqui svolti

Avviato a metà settembre del 2021 presso la Casa della Salute di Bagnacavallo, il nuovo percorso sperimentale di consultazione psicologica introdotto dall’Ausl Romagna sta dando ottimi risultati. Da ottobre a oggi sono infatti già stati inviati al servizio trenta cittadini per un totale di settanta colloqui svolti. Sono i medici di famiglia a intercettare il bisogno fra i propri utenti e segnalarlo alla “psicologa di cure primarie” operante all’interno della Casa della Salute di Bagnacavallo. È poi la professionista stessa a fissare direttamente gli appuntamenti per una prima consultazione, solitamente di tre colloqui, che serve ad approfondire e conoscere le problematiche dell’utente. Sulla base di questa prima valutazione la psicologa può proporre un ciclo di psicoterapia breve presso la Casa della Salute oppure, in accordo con il medico di famiglia, indirizzare la persona al servizio specialistico più appropriato o ad altre risorse presenti nella comunità. Inoltre è in programma l’attivazione di piccoli gruppi finalizzati a una maggiore conoscenza e regolazione degli stati emotivi.

"La scelta di introdurre il servizio – spiega Rachele Nanni, responsabile del programma di Psicologia dell’Ausl Romagna – risponde a una richiesta diffusa di interventi psicologici che giunge ai nostri servizi, in particolare in questo periodo di pandemia. Assistiamo infatti a un significativo aumento del disagio, che coinvolge sicuramente la popolazione giovanile ma, in modo più diffuso, ampie fasce di popolazione che hanno sofferto l’isolamento, la precarietà economica, il venir meno di relazioni significative, l’acutizzazione di un sentimento di paura, incertezza, vulnerabilità relazionale. Il servizio, che è stato introdotto in altre otto Case della Comunità del territorio aziendale, prosegue la dottoressa Nanni, è pensato per rispondere ad un disagio dell’adattamento di natura prevalentemente reattiva. Ci riferiamo quindi a quei cittadini che vivono una condizione di sofferenza conseguente a eventi traumatici, lutti, a condizioni di malattia, disabilità o conflittualità o isolamento relazionale. Per le persone che hanno invece una storia caratterizzata da disturbi psichici più rilevanti il percorso rimane in capo al Servizio di Salute Mentale".

"Siamo molto soddisfatti di questi primi mesi di sperimentazione – sottolinea Rachele Nanni –. Sia per la collaborazione molto positiva avviata con i medici di medicina generale, che hanno molto valorizzato la possibilità di un confronto professionale prossimo ai loro ambulatori, sia per la risposta dei cittadini che stanno apprezzando questa opportunità. Anche se è ancora presto per una analisi estesa dei dati, riscontriamo invii appropriati ed interventi efficaci".

"La nostra Amministrazione ritiene il percorso di sperimentazione introdotto dall’Ausl assolutamente valido – osserva Ada Sangiorgi, assessora alle Politiche sociali e sanitarie del Comune – anche nell’ottica della collaborazione, già proficua e continua, tra i servizi sanitari e quelli sociali, che è necessario rafforzare sempre più in un periodo nel quale si acuiscono le fragilità ed emergono nuove esigenze, specie nella fascia adolescenziale e giovanile della popolazione. Il benessere psicologico è fondamentale, al pari di quello fisico, e come Amministrazione lavoreremo per promuovere progetti specifici sul nostro territorio".

Quanto al futuro della sperimentazione, la direttrice del Distretto Sanitario di Lugo Federica Boschi spiega che "per il momento essa è stata avviata grazie ai fondi destinati al supporto psicologico dal Decreto Sostegni che hanno una durata limitata nel tempo. La Regione Emilia- Romagna si è mostrata tuttavia molto attenta a questa area di intervento al punto da inserirla a pieno titolo all’interno delle Linee di Indirizzo sulla Psicologia rivolte alle Aziende Sanitarie nel 2021; questo non solo per rispondere ad un’esigenza ampliata dalla pandemia ma anche per fornire risposte prossimali ed efficaci per un’ampia fascia di popolazione con bisogni nuovi e complessi che vanno decodificati per una corretta presa in carico o per un adeguato invio ai servizi competenti".

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