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Cronaca

Università alla svolta del nuovo statuto, la Romagna: "Nuovo patto di ferro"

Si è svolto martedì l'incontro tra i sindaci delle città romagnole sedi di polo universitario, i presidenti delle fondazioni bancarie e i presidenti delle società di sostegno Flaminia, Serinar e UniRimini.

Si è svolto martedì l’incontro tra i sindaci delle città romagnole sedi di polo universitario, i presidenti delle fondazioni bancarie e i presidenti delle società di sostegno Flaminia, Serinar e UniRimini. Ospiti della Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì, presieduta da Piergiuseppe Dolcini, gli intervenuti hanno affrontato l’imminente varo del nuovo statuto dell’Università di Bologna e le prospettive degli insediamenti romagnoli.

Presenti per Ravenna il vicesindaco Giannantonio Mingozzi e Lanfranco Gualtieri, presidente di Flaminia e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. La riunione è stata giudicata molto utile sia per il consolidamento dei rapporti tra i principali interlocutori che finanziano gli insediamenti universitari in Romagna sia per un salto di qualità nelle caratteristiche stesse delle scelte scientifiche e didattiche.

“Lanfranco Gualtieri e io – commenta Mingozzi – abbiamo condiviso l’idea di proporre un nuovo patto per lo sviluppo universitario nel nostro territorio, che rinvigorisca le premesse che hanno portato vent’anni fa a realizzare le prime realtà decentrate da Bologna; si tratta in sostanza di sottoscrivere un intento comune tra i presenti alla riunione, le Province, le Camere di commercio, la Regione e l’Ateneo affinché anche il nuovo statuto che ci si appresta ad approvare non limiti il ruolo della Romagna ad uno sterile rivendicazionismo ma garantisca una presenza universitaria che assicuri la qualità della didattica, una ricerca scientifica di alto livello e massima attenzione e disponibilità nei confronti del territorio”.

Siamo convinti, e la riunione di ieri lo ha confermato, che solo un accordo di ferro tra le principali istituzioni pubbliche, fondazioni e società di sostegno della Romagna possa garantire un decentramento universitario di tipo autonomistico con una organizzazione che valorizzi pienamente la continuità dei corsi di laurea e delle facoltà realizzati in questi anni grazie anche al contributo finanziario dei privati”.
 
“Ogni realtà deve far valere le proprie peculiarità, ma tutta la Romagna deve basarsi sulla complementarietà delle offerte formative e culturali; all’interno di questo sistema unitario ciascuno avrà le proprie specificità e dovrà migliorarle e farle crescere, ma oggi possiamo affermare che l’interlocutore di Bologna sarà forte e uno solo, rappresentato proprio da un patto di ferro tra enti locali, fondazioni e società di sostegno. Ci teniamo a dire che i docenti dovranno essere strettamente legati alle sedi di insegnamento, affinché si verifichi il più stretto rapporto tra il mondo universitario, la città e il territorio. In questa prospettiva vanno ringraziate le fondazioni bancarie espressione di tutta la Romagna, che fino a oggi molto hanno dato per lo sviluppo del campus universitario romagnolo; stiamo parlando di almeno otto milioni di euro che tutti gli anni da quasi quindici anni le società di sostegno ricevono per realizzare nuove sedi e favorire gli insediamenti di ricerca, laboratori, aule per la didattica, servizi agli studenti”.

“Sono convinto – conclude Mingozzi, che ha ringraziato per l’impegno e per l’espressione di comuni intenti il sindaco di Forlì Roberto Balzani, il presidente Dolcini e i rappresentanti di Cesena e Rimini che hanno partecipato all’incontro – che con questa unità di visione Ravenna possa difendere egregiamente la qualità e la dimensione dei propri corsi, a partire dalle facoltà insediate da tempo, come Conservazione dei beni culturali, Scienze ambientali, Giurisprudenza e Ingegneria, per venire a insediamenti più recenti, come Scienze, Medicina e il complesso degli studi realizzato a Faenza. A Ravenna nell’ultima decade di luglio terremo un secondo incontro, promosso con amministrazioni provinciali e camere di commercio, affinché gli intendimenti da esprimere sull’imminente proposta definitiva di statuto siano i più condivisi e rappresentativi possibile”.

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