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Cronaca

La Ravenna del futuro: l'avveneristico progetto dell'ingegner Adriano Antolini

Sabato la Sala dei Marmi del Pala De Andrè (Viale Europa 1, Ravenna) ospiterà un convegno nel corso del quale verrà esposto il progetto di trasformazione urbana della città di Ravenna

Sabato la Sala dei Marmi del Pala De Andrè (Viale Europa 1, Ravenna) ospiterà un convegno nel corso del quale verrà esposto il progetto di trasformazione urbana della città di Ravenna con spostamento dell'asse ferroviario e della stazione ferroviaria all'esterno della città. Un progetto che potrà avere attinenza con l'attività dell'Ente e che avrebbe grande rilevanza per il futuro della città.

"Il progetto di assetto urbanistico di Adriano Antolini per la città di Ravenna - viene scritto nella presentazione dell'iniziativa - arriva in un momento storico ideale, in quanto risveglia iniziative pubbliche e private che si trovano oggi addormentate nelle anse della burocrazia, le mette insieme e le rende fattibili dal punto di vista economico-finanziario. Niente di più opportuno per questo momento di crisi e stagnazione del lavoro".

Adriano Antolini, ravennate, ingegnere, ex Direttore generale della Cmc, promotore del progetto Marmarica, sabato mattina presenta al Pala De Andrè una soluzione di attraversamento ferroviario del Candiano con un tunnel di circa 0,8 chilometri di lunghezza: affiancato al tunnel stradale che collegherà la SS 67 alla rotonda dove confluisce la Romea Nord e la Diramazione A14.

Viene sottolineato che il progetto "libera quindi la Città dalla tratta ferroviaria esistente da Viale Europa alla punta Nord del Parco di Teodorico, collega il porto nord con il porto sud attraverso il tunnel del Candiano che diviene appunto un tunnel stradale e ferroviario. Sposta la stazione della ferrovia di circa 800 metri verso il Parco di Teodorico e libera completamente la vista fra Piazza Farini e la darsena del Candiano con un’incredibile valorizzazione del nuovo spazio che diviene la porta al Mare della Città".

"Rende inutili i costosi e difficili sottopassi della ferrovia in via Molinetto e presso l’attuale stazione, la Stazione Ferroviaria a Ponte e  ne elimina i relativi inconvenienti per il traffico durante i lavori e a lavori ultimati, senza risolvere definitivamente i problemi della Città e del Porto - continua la relazione di presentazione -. Per essere certo della realizzabilità tecnica del suo progetto, Antolini ha chiamato l’Alpina di Milano, una delle società di ingegneria infrastrutturale più vivaci anche in questo momento di crisi".

L’Alpina progettò la diga di Ridracoli, gli acquedotti per la distribuzione dell’acqua potabile alla Riviera Romagnola ed alle Città di Ravenna, Forlì e Rimini; è stata anche azionista di Alpina Acque del gruppo Romagna Acque, Società delle fonti di Forlì. L’Alpina ha sviluppato, con ampie verifiche, il progetto di attraversamento del Candiano con tunnel stradale , che è stato approvato in linea tecnica dal Comune di Ravenna l'11 marzo scorso ed ha condotto le medesime verifiche per l’affiancamento del tunnel ferroviario.

Antolini, viene spiegato, ha analizzato i "documenti ufficiali dai quali emerge che il Comune di Ravenna disponendo di 70 milioni di euro potrebbe mobilitare oltre 230 milioni di euro di finanziamenti privati previsti nel project financing per l’attraversamento stradale del Candiano e gli altri firmatari del Protocollo di Intesa, Regione Emilia Romagna, RFI, FS Sistemi Urbani ed Autorità Portuale con 90 milioni, meno di quanto previsto per le opere indicate nel Protocollo firmato il 24 giugno 2009 potrebbero mobilitare oltre 390 milioni di lavori da eseguirsi in cinque anni. Gli anzidetti Enti potrebbero inoltre beneficiare di 98 milioni derivanti dalla vendita delle aree che si rendono libere lungo i 3000 metri dell’asse ferroviario che scompare".

Continua la relazione: "L’Alpina dichiara che 390 milioni di euro sono sufficienti per le opere previste nel progetto Antolini. Svegliare una tale quantità di risorsa finanziaria che esiste nelle carte firmate, ma che non entra in circolo per varie e differenti incertezze, sembra il vero dovere da svolgere in questo momento di crisi e di attesa di candidatura di Ravenna per la capitale della Cultura Europea 2019 per troncare il lento declino di Ravenna che si protrae ormai da 30 anni. Nessun’altra città concorrente potrà presentare a tal fine un progetto urbanistico più importante e utile in quanto questo risolve gli annosi problemi della città e del porto, per l’ambiente, per il turismo  e per la vita cittadina".

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