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Mercoledì, 27 Settembre 2023
Cronaca

Vaccinato il 77% dei ravennati, lo studio conferma: "Chi non si vaccina rischia il contagio 5 volte di più"

"Dallo studio emerge anche che in Emilia Romagna i non vaccinati hanno un rischio circa 8 volte maggiore di essere ricoverati in ospedale per Covid rispetto ai vaccinati"

Continua a crescere la percentuale degli adolescenti che nel Ravennate può considerarsi potenzialmente immunizzata al Covid. Al 27 settembre ha completato il ciclo di vaccinazione il 63% dei ragazzi della fascia d'età compresa tra i 12 e i 19 anni - percentuale più alta in Romagna. Ciclo completo anche per il 69% dei giovani tra i 20 e i 29 anni, mentre cresce lentamente il percorso d'immunizzazione nella fascia 30-39 anni, col 64% vaccinato. Hanno completato il ciclo di vaccinazione quasi 7 ravennati su 10 nella fascia 40-49 anni (69%) e il 79% tra i 50 e i 59, mentre dai 60 in su si viaggia oltre l'80%: 60-69 anni 86%, 70-79 anni 91%, over 80 96%.

In totale è potenzialmente immune il 77% dei ravennati. Si tratta della seconda percentuale più alta in Romagna, un punto percentuale sotto Forlì e uno sopra Cesena. Maglia nera è il riminese con il 69% degli immunizzati. Forlì e comprensorio ha la percentuale più alta dei potenziali immuni praticamente in tutte le fasce d'età, a eccezione di quella tra i 12-19 anni (63% Ravenna) e 70-79 anni (91% Ravenna e Cesena).

In Romagna

In Romagna al 27 settembre risultano vaccinati in 793.704 con prima dose, 693.353 con seconda dose e 1072 con terza dose a cui vanno aggiunte 68.116 dosi somministrate dai medici di medicina generale e 8.038 aziendali). E' Pfizer la tipologia di vaccino più utilizzata, col 94,4%, pari a 1.131.169 dosi. Percentualmente al primo posto c’è AstraZeneca, col 99,6%, che corrisponde però a 238.122 dosi, che vengono somministrate agli over 60. Poi Janssen con il 92 (22.442 dosi) e Moderna col 67,7% e 194.641 dosi. Sono invece 152 (erano 124 la scorsa settimana) gli operatori Ausl non vaccinati: si tratta di 12 dirigenti, 126 di altri settori e 14 convenzionati. Si tratta, viene precisato dall'Ausl Romagna, "di una percentuale inferiore all’1%".

"L'importante copertura vaccinale fin qui raggiunta sta impedendo una significativa diffusione del virus - commenta il direttore sanitario dell'Ausl Romagna, Mattia Altini - Non è un caso che si assista ad un incremento di casi soprattutto nelle fasce di ragazzi che, per età, non possono ancora accedere al vaccino". Ma il dato più rilevante è dato dall’applicazione su scala romagnola dello studio effettuato dall’Agenzia Regionale sull’elevato rischio che i non vaccinati hanno di contrarre il virus, ma soprattutto di sviluppare forme gravi, rispetto alle persone vaccinate. "Dallo studio emerge infatti che in Emilia Romagna i non vaccinati hanno un rischio circa 5 volte maggiore di acquisire l'infezione rispetto ai vaccinati e un rischio circa 8 volte maggiore di essere ricoverati in ospedale per Covid rispetto ai vaccinati - rimarca Altini - Nel periodo dal 26 agosto al 22 settembre, l’incidenza dei ricoveri in ospedale per Covid è stata di 11,7 ogni 10.000 nei non vaccinati, rispetto a 1,5 nei vaccinati. Questo dato regionale si conferma anche in Ausl della Romagna, e ribadisce ancora una volta, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, che il vaccino continua a essere l’unico strumento che abbiamo per proteggere noi stessi e la comunità".

Il report

Il quintuplo delle possibilità di contagiarsi, otto volte in più di essere ricoverati e un rischio 15,6 volte superiore di essere trasferiti in terapia intensiva. A sottolineare, dati alla mano, le differenze tra non vaccinati e vaccinati contro il Coronavirus è l’ultimo Report dell’Agenzia sanitaria e sociale della Regione, che ha analizzato l’incidenza del Covid-19 e delle sue conseguenze in Emilia-Romagna nel periodo dal 26 agosto al 22 settembre.

La conferma che i vaccini funzionano arriva dal monitoraggio voluto dalla Regione per verificare nel tempo l’impatto della campagna vaccinale sulla popolazione emiliano-romagnola, anche in termini di durata della copertura e rispetto alla variante Delta, ormai prevalente: nella platea considerata dall’analisi, quindi i vaccinati al 30 giugno scorso, l’efficacia media dopo il completamento del ciclo vaccinale è superiore all’82% nel prevenire le infezioni, oltre il 91,4% nell’evitare i ricoveri, ordinari o in terapia intensiva, e pari al 93,5% per quanto riguarda i decessi.

E mentre in regione sono già cominciate le somministrazioni delle terze dosi per le categorie particolarmente vulnerabili indicate dal ministero, con oltre 3.300 somministrazioni negli ultimi nove giorni, i cicli di immunizzazione dimostrano la loro tenuta: con una media di 7 mesi trascorsi dopo la vaccinazione, l’efficacia si mantiene superiore all’80% nei confronti delle infezioni e al 91% per i ricoveri. E una ulteriore conferma arriva dalle prime due categorie ad aver completato il percorso vaccinale: sia per gli operatori sanitari che per gli anziani ospiti nelle strutture residenziali, l’efficacia media nei confronti della trasmissione si mantiene molto alta, intorno al 90%, con una leggera riduzione nelle ultime settimane nelle quali scende all’85%. 

L’analisi dell’incidenza

Tra fine luglio e fine settembre l’incidenza di infezioni e ricoveri si conferma molto più elevata nei non vaccinati che nei vaccinati: in particolare per quanto riguarda i ricoveri in ospedale o in terapia intensiva, tra i vaccinati con ciclo completo si registra una tendenza ulteriore alla riduzione nelle ultime settimane; al contrario, per i non vaccinati l’incidenza, che è più elevata, si mantiene costante nel tempo.

Per quanto riguarda le fasce di età, nel mese di settembre le infezioni riguardano principalmente gli under40 non vaccinati, mentre nei ricoveri sono coinvolti soprattutto i 60-79enni non vaccinati; a livello di territori, infine, i risultati sono sovrapponibili e non figurano differenze significative tra i dati delle diverse aziende sanitarie.

I decessi

Nelle 4 settimane prese in esame dal Report sono stati rilevati 85 decessi, 69 dei quali nella popolazione over 80. I restanti 16 si sono verificati nelle fasce di età 60-79 anni (14 decessi) e nella classe 40-59 anni (2 decessi): in queste due classi l’incidenza di decesso è 4,4 volte superiore nei non vaccinati rispetto ai vaccinati.

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