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Cronaca

Svastiche e il simbolo delle SS sul monumento ai caduti, Artioli (Anpi): "Atto di crudeltà"

Dopo la svastica nera sul sacrario di Camerlona, un altro pesantissimo sfregio alla memoria e ai caduti. Nella notte, infatti, è stato vandalizzato il Monumento commemorativo della strage del Ponte degli Allocchi

Dopo la svastica nera sul sacrario di Camerlona, un altro pesantissimo sfregio alla memoria e ai caduti. Nella notte, infatti, è stato vandalizzato il Monumento commemorativo della strage del Ponte degli Allocchi di via Nullo Baldini. Sulle fotografie dei caduti è stato disegnato, con della vernice spray nera, il simbolo delle SS, una svastica e la scritta "merde", e ai piedi del monumento è comparsa la scritta "Ciao Artioli", con un inquietante riferimento a Ivano Artioli, presidente dell'Anpi.

Sfregiato il Monumento ai caduti della Resistenza (foto M.Argnani)

Le reazioni

"Questo attacco non è indirizzato solo a me, ma a tutto l'Anpi e a tutto l'antifascismo ravennate, che in città è presente con un grande gruppo unito e deciso - commenta Artioli - Un vero atto di crudeltà il fatto che sia stato scelto proprio questo luogo, in cui vennero impiccate e fucilate 12 persone per attività legate alla lotta di liberazione. Questo posto è per noi di Ravenna e della provincia un luogo dell'incontro: il 25 agosto di ogni anno teniamo una grande manifestazione cittadina che ripropone la brutalità del nazifascismo, e ci incontriamo proprio qui. Un posto molto significativo per la città e centrale per l'antifascismo". In merito a eventuali collegamenti con l'atto vandalico di Camerlona, Artioli spiega: "Sicuramente ci sono collegamenti per atti simili in tutta la provincia: mai come quest'anno i martiri della lotta di liberazione sono stati infangati. C'è da dire che non è un discorso che riguarda solo Ravenna, ma è il paese che purtroppo sta andando verso questa strada, se non l'Europa intera".

"Insieme al vicesindaco Eugenio Fusignani ho chiesto al Prefetto di convocare un tavolo urgente per rispondere in maniera risoluta al gravissimo oltraggio al monumento del Ponte dei Martiri, uno dei simboli più importanti della memoria dell’intera nostra comunità, che si riconosce nei valori democratici, costituzionali e patriottici - commenta il sindaco Michele de Pascale - Le attività di pulizia sono già in corso. Lo ribadisco, reagiremo con durezza e metteremo in campo tutte le azioni necessarie a individuare i responsabili e consegnarli alla giustizia. Le indagini sono in corso e le forze dell’ordine sono già in azione. Martedì riunirò congiuntamente il consiglio comunale, il consiglio provinciale e l'assemblea dei sindaci per affrontare il tema dei recenti atti vandalici al sacrario dei caduti della Brigata Cremona e al monumento in memoria dei caduti del Ponte dei Martiri. La risposta della nostra comunità a questi atti spregevoli è unitaria e la condanna è trasversale".

"In pochi giorni si sono susseguiti episodi molto preoccupanti. Sono stati attaccati i simboli della Resistenza e della libertà che rappresentano la storia della nostra città. Il Partito Democratico di Ravenna condanna risolutamente qualsiasi atto vandalico e di vilipendio alla memoria dei Caduti per la libertà dell’Italia dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista e di tutte le vittime della violenza nazifascista - commenta il segretario del Pd Alessandro Barattoni - La comparsa sempre più frequente di condotte e gesti antidemocratici, ispirati all’ideologia fascista e nazista e ogni tendenza revisionistica che voglia modificare la verità storica rispetto alle responsabilità del fascismo e del nazismo va fermamente punita. Esprimiamo profonda solidarietà e vicinanza ai familiari dei Caduti, all’Anpi e tutte le associazioni che difendono e promuovono i valori dell’antifascismo e della Resistenza, nonché a tutti i cittadini che si riconoscono in questi valori. La gravità di questi atti non deve essere mai trascurata o minimizzata con la consapevolezza che, forti dei nostri valori comuni, sempre maggiore deve essere l’impegno per contrastare, con ogni mezzo democratico le manifestazioni ispirate a fascismo e nazismo con l’impegno della cittadinanza e di tutte le forze politiche e sociali che si riconoscono nella Costituzione".

Anche la Cgil condanna il nuovo episodio di matrice neofascista avvenuto sul territorio ravennate: "L’episodio a Ravenna fa registrare un ulteriore elemento che aumenta la preoccupazione e l’inquietudine: sul monumento è stata lasciata una scritta di minaccia nei confronti di Ivano Artioli, presidente provinciale dell’Anpi. A lui e a tutta l’Anpi va la solidarietà della Cgil di Ravenna. I valori e i luoghi dell’antifascismo sono sotto attacco e si moltiplicano gli sfregi. Quest’ultimo episodio alimenta ancora di più la nostra preoccupazione - commenta Costantino Ricci, segretario generale della Cgil di Ravenna - Il ripetersi a così breve distanza degli episodi e il messaggio di minaccia rivolto al presidente dell’Anpi lasciano purtroppo presagire un’ulteriore escalation della situazione. Occorre innanzitutto non sottovalutare quanto sta avvenendo e siamo certi che Ravenna saprà reagire come è nella sua tradizione di comunità antifascista e democratica".

"Lo sfregio con i simboli delle Ss del monumento che ricorda la strage di partigiani al Ponte degli Allocchi è un'azione gravissima che non va sottovalutata - puntualizza il senatore del Pd Stefano Collina, presidente della Commissione Sanità e tesoriere del gruppo, eletto a Ravenna - Coloro che commettono atti vandalici e di vilipendio alla memoria di chi ha combattuto per liberare l'Italia dal nazifascismo vanno puniti con fermezza. La nostra solidarietà va al presidente dell'Anpi Ivano Artioli e alle famiglie dei caduti. Ravenna è una comunità fondata sul rispetto della Costituzione e sull'antifascismo, che non può che contrastare questo clima di odio e di razzismo e ogni forma di negazionismo e di rigurgito neofascista. Non ci lasceremo intimidire".

"Esprimiamo innanzitutto solidarietà all'Anpi e al presidente Artioli, per il prezioso lavoro che compiono giorno dopo giorno - commentano da Articolo 1 e Sinistra per Ravenna - Tuttavia quello non è un gesto isolato, non chiamiamolo imbrattamento. È un gesto di deliberata ostilità nei confronti di quello che quel monumento rappresenta, nei confronti della storia. La Resistenza non è stato solo un evento storico e in quanto tale consegnato per sempre alla storia, ma è stato e continua a essere un processo storico di proposizione dei valori di libertà, uguaglianza e democrazia. Valori di tutti, combattuti per tutti. Anche per chi era contro. Valori che vanno preservati e resi vivi ogni giorno contro un clima sociale altamente teso, insicuro, strumentalizzato irrimediabilmente da certi esponenti politici, con la conseguenza estrema di aver sdoganato anche i più atroci e bui disvalori che ogni fascismo porta con sé. Oggi più che mai serve reagire, in tutte le sedi opportune e con i mezzi necessari, non solo ad atti gravissimi come questo ma anche a tutti quei fenomeni di discriminazione, di odio, contro la libertà e l'uguaglianza che vediamo. È necessario anche e soprattutto ripartire dalle scuole: la scuola, l'istruzione sono fondamentali per mostrare e ricordare di cosa il fascismo e il nazismo siano stati capaci e far sì che ciò che è accaduto non possa ripetersi".

Venerdì mattina il sindaco di Massa Lombarda Daniele Bassi e l’assessore Laura Avveduti, nipote di una staffetta partigiana, hanno visitato il monumento sfregiato: "Abbiamo deciso – spiega Bassi - di portare un fiore su questo luogo, a cui tutta Massa Lombarda è molto legata e rendere così omaggio alle vittime dell’eccidio del 25 agosto 1944, in cui trovò la morte anche il massese Umberto Ricci. Un monumento che oggi è stato sfregiato in modo incivile da chi non è degno di essere chiamato ‘uomo’, esseri che non hanno nemmeno il coraggio di mostrarsi ma imbrattano vergognosamente il luogo in cui tanti anni fa trovarono la morte uomini e donne che lottavano anche per la libertà di questi individui. Noi siamo molto legati alla figura di Umberto Ricci e a tutti coloro che hanno fatto la Resistenza perché rappresentano i valori della nostra democrazia. Alla luce di questi gesti vergognosi, chiedo con forza che tutte le forze politiche si pronuncino e manifestino il proprio sdegno nei confronti di questo atto".

La Uil di Ravenna esprime la propria preoccupazione e piena solidarietà nei confronti dell'Anpi e del suo Presidente Ivano Artioli, a cui è stata lasciata una scritta di minaccia: "Nel riconoscere la gravità assoluta di tali episodi inqualificabili, che inneggiano al fascismo, al nazismo e all’antisemitismo, siamo vicini anche a tutta la comunità ravennate e auspichiamp che i valori della costituzione repubblicana vengano sempre più rispettati e apprezzati".

"Neppure Ravenna, dove la Resistenza e l’antifascismo sono stati forti e con radici popolari ancora profonde, è immune dal virus neofascista e neonazista che si aggira in Europa e in Italia - aggiungono dal Comitato in difesa della Costituzione di Ravenna - Gli episodi di Camerlona, di Savarna e, la notte scorsa, del Ponte degli Allocchi, uno dei luoghi di maggiore intensità simbolica della Resistenza ravennate, denunciano un dilagare di simbologia opposta, fascista e nazista, che aggredisce memoria storica, impegno civile, volontariato, e addirittura, irride una singola persona, citando per nome Artioli, il presidente dell’Anpi provinciale. Non esistiamo a dire che tutto ciò testimonia rozzezza e ignoranza, che condanniamo con forza. Giovedì, durante la bellissima conversazione di Carlo Smuraglia con studentesse e studenti di Ravenna, un giovane ha chiesto: “Come si possono fermare neofascismo e neonazismo, con forza ma senza violenza?”. La risposta di Smuraglia: “Con l’applicazione rigorosa delle leggi, che ci sono, e con la diffusione della conoscenza, della storia e della nostra Costituzione”. E’ quello che facciamo ogni giorno, e che continueremo a fare. Piena solidarietà quindi all’Anpi e ad Artioli, e grata memoria a chi riposa a Camerlona. Senza dimenticare chi è accanto ai bisognosi con solidarietà, come i volontari di Mato Grosso, a Savarna, fanno da tempo immemorabile. Chiediamo inoltre ai pubblici poteri italiani che abbiano parole forti di condanna come quelle di Angela Merkel, che non minimizza, ma dichiara inaccettabili i compromessi politici con il neonazismo, e parla con grande allarme dell’odio che attraversa  la Germania e l’Europa. Un odio che va, in modo assoluto, respinto".

Anche l'Anpi di Massa Lombarda e S. Agata condanna con forza l'episodio: "La nostra piena solidarietà al presidente provinciale dell’Anpi Ivano Artioli facendo nostre le sue parole: “Nessuno di noi si tirerà indietro dopo questo attacco. Anzi saremo ancor più motivati”.È in atto, e non da oggi, un attacco frontale, meschino, vigliacco verso l’Anpi sia locale che nazionale poiché sempre più si propone come baluardo di antifascismo, strumento di memoria della Resistenza e di difesa della Costituzione - commenta il presidente Mauro Remondini - Ci vogliono intimidire, con minacce, profanazione di monumenti, scritte razziste e simboli nazifascisti, ma non ci riusciranno: la forza della ragione prevarrà su coloro che predicano odio e paure. La storia non si cambia".

La CISL Romagna condanna il vile atto: “Condanniamo fermamente questo grave episodio di sfregio nei confronti della memoria di chi ha sacrificato la propria vita per la costruzione di un Paese libero e democratico -dichiara Roberto Baroncelli, segretario Cisl Romagna – e nello stesso tempo esprimiamo solidarietà e vicinanza ad Ivano Artioli, presidente provinciale dell’ANPI, oggetto di vile minaccia”. “Si tratta del secondo episodio di questo tipo in pochi giorni nella nostra provincia e l’ennesimo in Italia negli ultimi mesi. Tutto questo ci preoccupa e ci interroga rispetto alla necessità di rimettere al centro un serio recupero di memoria delle nostre radici democratiche e antifasciste. Convinzioni e valori che fino a pochi anni fa potevano essere dati per consolidati, oggi sono pericolosamente messi in discussione e non possiamo permetterci di sottovalutare questi segnali”. “Ci auguriamo che i responsabili siamo al più presto identificati – conclude Baroncelli – e fedeli ai principi ispiratori della nostra Organizzazione, senza alcun dubbio o tentennamento ci schieriamo in difesa della democrazia, della memoria di chi ha sacrificato la vita per costruirla e salvaguardarla, e di chi si impegna ancora oggi per custodirla”.

Il sindaco Daniele Bassi e l'assessore Laura Avveduti-2

Il monumento

Il complesso monumentale “Omaggio alla resistenza” realizzato da Giò Pomodoro nel 1980 ricorda uno dei fatti più tragici vissuti dalla città di Ravenna. Il 18 agosto 1944 il giovane gappista Umberto Ricci, soprannominato Napoleone, aveva atteso su quel ponte il passaggio di Leonida Bedeschi, un feroce brigatista nero soprannominato "Cattiveria". Doveva essere solo un appostamento per riconoscerlo, ma poi Ricci gli aveva sparato uccidendolo. Mentre si allontanava in bicicletta fu raggiunto per caso da un auto con tre tedeschi a bordo che poterono immaginare l'accaduto. Catturato e consegnato alla Brigata Nera “Ettore Muti”, fu inutilmente torturato per una settimana, per estorcergli i nomi dei compagni del Gap.

Il 24 agosto i vertici e gli esecutori più in vista della B.N decisero di dare una risposta memorabile all'attentato partigiano: dalle carceri furono prelevati altri antifascisti, precedentemente arrestati come il professor Mario Montanari, un giovane rappresentante dell'Azione Cattolica che aveva aderito al Partito d'Azione e faceva parte della delegazione militare del Cln, Lina Vacchi, l'operaia che aveva più volte guidato gli scioperi di quell'anno alla Callegari e per questo si era esposta fino all'arresto; Aristodemo Sangiorgi e Pietro Zotti collaboratori della stampa clandestina, Michele Pascoli, barbiere e dirigente del Pci clandestino a Ravenna, Domenico Di Janni, Augusto Graziani, Raniero Ranieri, Valsano Sirilli e Giordano Valicelli.

All'alba del 25 agosto furono condotti sul Ponte degli Allocchi, presso una delle porte della città che dava sulla campagna per essere fucilati. Montanari riuscì a sfuggire alla custodia dei carcerieri, ma fu raggiunto da una raffica di mitra a poche centinaia di metri. Dopo le prime dieci fucilazioni, a Umberto Ricci e Natalina Vacchi fu riservata l'impiccagione, che entrambi affrontarono con sprezzante coraggio. Al primo fu conferita la medaglia d'Argento al Valore militare e alla seconda la medaglia di Bronzo. Due messaggi di Ricci alla madre, scritti a matita con mano incerta e usciti miracolosamente dal carcere, sono stati pubblicati fra le Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana fin dal 1952. L'area memoriale è dedicata anche agli 87.000 combattenti delle Forze Armate nella guerra di Liberazione.

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