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Cronaca

Variante Delta in Romagna? "Una decina di casi, ma qui la campagna vaccinale è diversa dalla Gran Bretagna"

Mentre l'Emilia-Romagna tira un sospiro di sollievo per il ritorno alla normalità e l'ingresso in zona bianca, crea preoccupazione la diffusione della cosiddetta variante Delta in Gran Bretagna

Mentre l'Emilia-Romagna tira un sospiro di sollievo per il ritorno alla normalità e l'ingresso in zona bianca, crea preoccupazione la diffusione della cosiddetta variante Delta in Gran Bretagna, con il premier Boris Johnson che valuta di posticipare la riapertura totale delle attività e il Governo italiano che ventila la possibilità di tornare a restrizioni nei collegamenti con il Regno Unito. La variante Delta sta circolando anche in Romagna? La risposta è 'sì', ma questo desta attenzione nelle autorità sanitarie, ma non allarme. Lo spiega Vittorio Sambri, direttore della Microbiologia del Laboratorio di Pievesestina dell'Ausl Romagna, uno dei due centri principali in Regione per l'analisi delle varianti del Coronavirus.

Dottor Sambri, ci sono stati casi di variante indiana “Delta” in Romagna?
“Sì, se intendiamo la versione più aggressiva della variante indiana, qualcosa è stato trovato, ma niente di preoccupante. Sono meno di una decina. Due casi si sono verificati in persone già vaccinate, che l'hanno risolta con sintomi molto blandi come febbricola, segno dell'efficacia del vaccino”.

Il vaccino è quindi efficace per questa variante?
“Sì”

Per i casi in Romagna si tratta di un unico focolaio o più d'uno?
“No, sono contagi di persone che si sono infettate da contatti locali, in Italia o nell'ambito regionale, dato che in Emilia c'è una certa circolazione. Non sono quindi casi di soggetti arrivati di recente dall'estero, per esempio dall'India o dalla Gran Bretagna”.

La variante inglese, che inizialmente si era diffusa nel Regno Unito poi è diffusa come variante prevalente anche in Italia. C'è da preoccuparsi che la storia si ripeta?
“Che ci sia un effetto di sostituzione della variante Delta con la variante inglese è possibile, ma cambia poco con la campagna vaccinale in corso. Inoltre la nostra situazione è diversa da quella inglese, per cui non è automaticamente trasferibile tout-court lo scenario della Gran Bretagna all'Italia”.

Per quale motivo?
“La Gran Bretagna ha vaccinato in larghissima misura con Astrazeneca, che rappresenta circa l'85% della vaccinazioni, questo ha permesso di distanziare di molto la somministrazione della seconda dose, per dare a più persone possibili una prima copertura vaccinale. In Italia, invece si è usato meno Astrazeneca, circa il 50% della popolazione è vaccinato con la prima dose e il 30-35% in modo completo. Sono diverse le due campagne vaccinali”.

Per cui più sono i vaccinati in modo completo meno la variante Delta fa paura. E' così?
“Non c'è particolare preoccupazione, ma la situazione viene controllata, dato che continuiamo – come ci chiede la Regione – di controllare i casi sospetti di variante e facendo controlli random sul 5% dei positivi”

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