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Cronaca

Terremoto in Regione: si dimette Vasco Errani. Emilia-Romagna al voto anticipato

La condanna in secondo grado, per falso ideologico, provoca un terremoto politico in Regione: infatti, alla lettura della sentenza, Errani si è immediatamente dimesso, affidando ad una nota stampa le sue dichiarazioni

Un condanna in appello a un anno con la condizionale e senza interdizione dai pubblici uffici per il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani. La condanna in secondo grado, per falso ideologico, provoca un terremoto politico in Regione: infatti, alla lettura della sentenza, Errani si è immediatamente dimesso, affidando ad una nota stampa le sue dichiarazioni. Condannati con lui anche due funzionari della Regione, un anno e due mesi con la condizionale per Valtiero Mazzotti e Filomena Terzini. Errani era governatore della Regione dal 1999, un periodo di ben 15 anni con tre passaggi favorevoli dalle urne degli emiliano-romagnoli. Si tratta di un passaggio politico tra i più rilevanti in Emilia-Romagna.

“MI DIMETTO PER NON INFANGARE L'ISTITUZIONE”. Scrive Errani: “E’ un momento di amarezza. Ma per prima cosa non parlo di me. Parlo della Regione, perché il mio compito è tutelare l’istituzione, il suo onore, la realtà pulita e di esempio a tanti che è questa Emilia-Romagna. Ho sempre messo l’istituzione davanti ad ogni altra considerazione - a me stesso - e non cambio ora. Non si faccia nessuna confusione: quanto subisco io personalmente non diventi fango per l’istituzione. Per questo intendo rassegnare subito le mie dimissioni, e nel farlo rivendico il mio impegno e la mia onestà lungo tutti questi anni. E la mia piena innocenza anche in questo fatto specifico. Piena innocenza. Dunque annuncio subito che presenterò ricorso affinché prevalga questa semplice verità. Le mie dimissioni sono dunque puramente un gesto di responsabilità. Ad esse unisco il ringraziamento a collaboratori, istituzioni, organi dello Stato, forze sociali ed economiche, perché con tutti c’è stata una collaborazione significativa e costruttiva. A tutti, ancora grazie ed un augurio di buon lavoro”.

L'EMILIA-ROMAGNA SI AVVIA ALLE ELEZIONI. Con le dimissioni di Vasco Errani la Regione Emilia-Romagna si avvia verso le elezioni. Lo prevede l'articolo 126, comma 3, della Costituzione. Le dimissioni volontarie del presidente della Regione, recita il comma, "comportano le dimissioni della Giunta e lo scioglimento del Consiglio".

IL PD NAZIONALE A ERRANI: "RIPENSACI". A tambur battente arriva anche una nota della segreteria nazionale del Partito Democratico. In poche righe si chiede ad Errani di ripensarci: "Invitiamo Vasco Errani a riconsiderare le sue dimissioni da presidente della regione Emilia Romagna. Proprio le parole con cui ha motivato la sua decisione dimostrano il suo senso dello Stato e delle Istituzioni. Tutto il Partito Democratico conferma la stima nei suoi confronti e nel lavoro svolto in questi anni al servizio dei cittadini e della regione".

L'ASSOLUZIONE DI PRIMO GRADO. Diversamente era andata nel processo di primo grado, quando il governatore dell'Emilia-Romagna fu assolto perché “il fatto non sussiste”. Era l'8 novembre del 2012 e all'epoca l'accusa chiese una condanna a dieci mesi e venti giorni per Errani. La cosiddetta 'Terremerse' è un'inchiesta sul finanziamento di un milione ad una coop di Bagnacavallo (Ravenna), presieduta dal fratello Giovanni Errani, che porta appunto questo nome. Vasco Errani è stato contestato il reato di falso ideologico in atti pubblici in concorso con due dirigenti della Regione. Invece, al fratello Giovanni Errani – colui che avrebbe preso il finanziamento senza averne titolo - si contesta la truffa aggravata ai danni della Regione, e il processo è ancora in corso. Fatale per le accuse a Vasco Errani è una relazione che il presidente della Regione stesso inviò alla Procura per fare piena luce sull'accaduto: tutt'altro che chiarificatrice per la Procura la lettera invece avrebbe inguaiato Errani, dal momento che è stata letta di fatto come un tentativo di occultare dei fatti.

FOCUS SU UN FINANZIAMENTO DA UN MILIONE. Nel dettaglio il fratello Giovanni aveva ottenuto nel 2005 un finanziamento dalla Regione. Il contributo da un milione era per una nuova struttura vinicola a Imola della coop agricola Terremerse di Bagnacavallo, da lui presieduta fino al 20 gennaio 2010. Il finanziamento secondo le indagini non andava erogato in quanto sarebbe stato concesso in mancanza di presupposto necessario, vale a dire che i lavori fossero completati entro il 31 maggio 2006. La vicenda dal punto di vista amministrativo è molto ingarbugliata, fatta di date, documenti, permessi, tranche diverse di finanziamento, avanzamento lavori, e ancora permessi a costruire, trasformazioni societarie e collaudi. Su questo focalizzò Errani la sua attenzione nella comunicazione alla Procura. Ma il vero caso è stato senza dubbio di tipo politico con il rapporto tra l'ente presieduto da Vasco Errani e la cooperativa di Bagnacavallo presieduta da suo fratello.

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