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Cronaca

Vendeva divani con false fatture di aziende "fantasma" da 2 milioni di euro: denunciato

Secondo l'accusa, i documenti fiscali fasulli sarebbero stati emessi dalle società fittizie a fronte di operazioni inesistenti e sarebbero stati utilizzati dall'imprenditore per abbattere fraudolentemente i propri redditi

Documenti falsi per quasi due milioni di euro. Il Gruppo della Guardia di Finanza di Ravenna, a seguito di un intervento ispettivo nei confronti di una ditta individuale operante nel settore del confezionamento di poltrone e divani amministrata da un soggetto di origini cinesi, ha individuato una rilevante frode fiscale attuata attraverso il sistematico ricorso a false fatture emesse da aziende “fantasma” che non versavano all’Erario né imposte né contributi.

Secondo l'accusa, i documenti fiscali fasulli, per un totale di circa 1,8 milioni di euro, sarebbero stati emessi dalle società fittizie a fronte di operazioni commerciali rivelatesi completamente inesistenti e sarebbero stati utilizzati dall’imprenditore cinese per abbattere fraudolentemente i propri redditi, procurando un’evasione fiscale di circa 700 mila euro di imposte dirette e 370 mila euro di Iva. Al fine di sottrarre i propri beni all’Erario, secondo la Guardia di Finanza, lo stesso imprenditore avrebbe simulato la cessione di due immobili di sua proprietà nei confronti di un parente del tutto estraneo all’attività economica sottoposta a ispezione, nella quale, peraltro, erano impiegati 16 lavoratori irregolari e uno completamente in nero, tutti di etnia cinese. Al termine delle attività di controllo, le Fiamme Gialle hanno denunciato alla Procura della Repubblica di Ravenna il titolare della ditta per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture relative ad operazioni inesistenti e di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte (articoli 2 e 11 del D.Lgs. n. 74/2000). Al fine di assicurare il recupero delle imposte evase, il Gip del Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica di Ravenna, ha emesso un decreto di sequestro di beni che ha consentito ai Finanzieri di sequestrare i due immobili riconducibili all’indagato oggetto della simulata cessione. L’attività di servizio svolta sottolinea il costante e quotidiano impegno della Guardia di Finanza nella lotta alle frodi fiscali e alle condotte evasive più dannose per il sistema economico che, oltre ad arrecare un danno alla casse statali, pregiudicano il mercato e costituiscono una sleale concorrenza per le aziende che rispettano le regole e la legalità.

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