Abusata sessualmente sin dal suo primo giorno di lavoro dal titolare del ristorante: per quanto verificatosi un anno e mezzo fa in un locale del Ravennate a un'apprendista cameriera, all'epoca dei fatti diciottenne, il collegio penale di Ravenna ha condannato un 60enne originario della provincia di Potenza a 12 anni di reclusione con l'accusa di violenza sessuale pluriaggravata. Il pm Cristina D'Aniello aveva chiesto 16 anni.

La motivazione dell'aggravante è dovuta al fatto che la ragazza è afflitta da un disagio personale e perché il fatto é stato commesso con abuso di relazione d'autorità. Alla giovane e ai suoi genitori, che si sono costituiti parte civile sotto la tutela dell'avvocato Giorgio Guerra, sono state riconosciute provvisionali per un totale di 130mila euro. La difesa, rappresentata dall'avvocato Pierluigi Barone, valuterà il ricorso in appello non appena entro 90 giorni verranno depositate le motivazioni.

Il sessantenne, tuttora ai domiciliari proprio per questa vicenda, era stato arrestato la prima volta il 21 dicembre 2011 su ordinanza di custodia in carcere. Dopo qualche settimana il tribunale del Riesame di Bologna aveva annullato il provvedimento, rimettendolo in libertà per mancanza di indizi. Ma il 17 marzo era arrivata la seconda ordinanza, questa volta per i domiciliari, dopo che era stato individuato un profilo di Dna sugli slip di lei compatibile con il corredo genetico di lui.

L'imputato si è tuttavia sempre detto estraneo ai fatti.  Gli episodi ricondotti dall'uomo sulla base delle indagini della squadra Mobile sono almeno tre, a iniziare dal primo giorno di lavoro della giovane. La ragazza aveva rilevato tutto alla madre, che poco dopo si era rivolta alla Squadra Mobile. Tutto sarebbe accaduto sul pavimento del ristorante su una tovaglia, poi sequestrata assieme a un barattolo di Nutella e ad alcune cassette video dal contenuto pornografico.