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Cronaca Faenza

Selvaggia violenza sessuale del branco, 3 in manette

Uno stupro di gruppo, selvaggio. Hanno un volto e un nome tre dei cinque aggressori che nella notte tra il 31 marzo e il 1 aprile, a Faenza, rapirono e poi violentarono e derubarono una donna

Uno stupro di gruppo, selvaggio. Hanno un volto e un nome tre dei cinque aggressori che nella notte tra il 31 marzo e il 1 aprile, a Faenza, rapirono, trasportarono in campagna e poi violentarono e derubarono una donna nigeriana di 31 anni, la cui unica “colpa” era quella di transitare per strada poco dopo le 20 di sera nei pressi della stazione.

La polizia, anche grazie alla collaborazione assai coraggiosa della vittima, che non si è mai persa d'animo ed anzi a Faenza ha addirittura riconosciuto la macchina e il volto di uno dei suoi aguzzini, non ha mollato il caso e alla fine ha messo in carcere tre persone.

Violenza sessuale di gruppo: tre in manette (Foto Argnani)

Questi i fatti. Quella sera la giovane va a casa di un'amica, salutandola intorno alle 20 per tornare a casa con il treno. Ma quella sera c'è sciopero dei treni e quindi dalla stazione fa il tragitto inverso, nella previsione di pernottare a casa della conoscente. Ma sulla sua strada si mettono 5 balordi. Prima la fermano per offrirle un passaggio, poi al suo rifiuto la bloccano, la derubano e la caricano in macchina a forza. In campagna verrà consumata la violenza. La donna, quindi, abbandonata sanguinante sul ciglio della strada, verrà trovata poco dopo da un vigilante, che darà l'allarme.

Un brandello di numero di targa nel buio ricordato dalla vittima: è questo che permette agli inquirenti di far partire un'indagine. Alcuni mesi dopo, nell'iter delle indagini è sempre lei, la vittima, a individuare la macchina di uno degli stupratori. Lo scorso giugno la polizia di Stato notifica due ordini di custodia cautelare a un 37enne faentino e a un 32enne marocchino, quest'ultimo con precedenti specifici per violenza sessuale.

Ora nell'operazione di martedì è finito in cella un terzo presunto responsabile: si tratta  di un 22enne di origine maghrebina, ma nato a Lamezia Terme. I capi d'imputazione anche per lui sono rapina aggravata, sequestro di persona, stupro di gruppo aggravato dall'uso di armi (la donna è stata minacciata di morte e colpita col calcio di una pistola). Reati gravi che, se reggeranno al giudizio, costringeranno al fresco per diverso tempo gli stupratori.

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