rotate-mobile
Cronaca Via Pietro Maroncelli

Woodstock, il sindaco: "Il rumore non c'entra, in ballo c'è l'incolumità delle persone"

Chiarisce il primo cittadino: "La mia amministrazione è favorevole alle occasioni di musica e divertimento serale promossi dai locali pubblici. Siamo pronti ad aggiornare, se necessario, le regole per ampliare questa opportunità".

"La mia ordinanza sul locale nella zona della stazione non ha come motivazione prevalente il troppo rumore. In ballo c'è l'incolumità delle persone". Il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, torna così sul provvedimento che limita l'orario serale del Woodstock di via Maroncelli, alle 23. Chiarisce il primo cittadino: "La mia amministrazione è favorevole alle occasioni di musica e divertimento serale promossi dai locali pubblici. Siamo pronti ad aggiornare, se necessario, le regole per ampliare questa opportunità".

Il sindaco riporta due stralci del provvedimento, ricordando che "si specifica che la situazione è ulteriormente degenerata e che la sicurezza urbana dell’abitato risulta compromessa ed allo stesso modo sono insorti concreti pericoli per l’incolumità pubblica stante gli episodi di risse ed aggressioni denunciati ed accertati, che hanno visto coinvolti non tanto i clienti del pubblico esercizio, quanto i gestori del medesimo, nonché  altro soggetto che, pur non comparendo nella compagine societaria, si qualifica come responsabile della gestione del locale e delle attività in esso organizzate".

Prosegue l'ordinanza: "Rilevato che dalla nota sopraindicata della Polizia Municipale emergono in maniera inconfutabile la compromissione della sicurezza urbana dell’abitato e, parimenti, i concreti rischi per l’incolumità pubblica a causa degli episodi di rissa ed aggressione denunciati ed accertati e che per tali ragioni si ritiene che l’emissione di un provvedimento adottato ai sensi dell’articolo 54, commi 4 e 6 del D.Lgs. 267/2000 smi, possa contribuire al ripristino della situazione di tranquillità preesistente fino al momento del subingresso nell’attività in argomento".

Continua il sindaco: "Per questo motivo, che è scritto nell'ordinanza, è depositata nel mio ufficio altra documentazione che non proviene solo dalla Polizia Municipale e che riguarda altri episodi di cui si stanno interessando organi dello Stato. Una situazione limite, non paragonabile ad altre che,  fra l'altro,  danneggia  altre attività imprenditoriali di quella zona. Dunque le motivazioni centrali della mia ordinanza non hanno nulla a che fare  con  il diritto al divertimento e neppure  con "un po'  di rumore". Quando davanti a un locale c'è un po' troppa confusione non faccio ordinanze come questa. I miei  Assessori vanno e cercano di mediare fra gestori dei locali, frequentatori e residenti. Questa invece è un' altra storia, altro che troppo rumore. Preciso infine che in questi lunghi mesi di continue violazioni, controlli e sanzioni di cui i titolari del locale erano ovviamente a conoscenza, mai mi è stato chiesto da loro un incontro".

I RESIDENTI - Un gruppo di residenti appoggia la decisione del sindaco: "È sempre spiacevole quando succedono cose di questo tipo, ma purtroppo la situazione in via Maroncelli era diventata insostenibile. La cosa più grave è che si si sono verificati episodi gravissimi,fisici,di cui qui non parliamo perchè sono state presentate denunce alle Autorità. Episodi che non hanno avuto come protagonisti i clienti del locale.Cose mai verificate da quando esiste il pub da trent’anni a questa parte .Queste sono le cose più gravi. Poi certo c'erano rumori di ogni genere fino a tarda notte, agevolate anche dal fatto che come mai prima, tale gestione dispone di tavoli e sedie fuori dal locale. Il fine settimana, in particolare, tali problemi si protraevano fino alle 4/5 del mattino, recando non pochi problemi anche alle attività commerciali in zona. L’estate ci siamo dovuti “blindare” in casa, perché era impossibile tenere qualche tipo di finestra aperta. Gli interventi notturni di Polizia, Carabinieri, Polizia Municipale sono stati innumerevoli, così come l’intervento di Arpa Ravenna".

RAVENNA IN COMUNE - Duro invece il commento di Ravenna in Comune, che parla di "un'amministrazione ostile ai suoi giovani e capace di concepire l'università unicamente come una mostrina da sbandierare di fronte agli altri capoluoghi e appuntare sul petto di qualche assessore. Che nella sua pochezza non comprende come il mondo universitario non sia da relegare nelle aule ma da integrare con un'idea di città, un'opportunità culturale unica lungamente non colta e anzi ignorata, costretta in spazi perlopiù privati, in penombra. Il pub Woodstock è solo l'ultimo capitolo di una strategia senza capo né coda che punta a proibire piuttosto che a curare, che va dai secchielli rovesciati nei tombini alle panchine rimosse nella speranza che magicamente sparissero anche le terga che vi si sedevano. Un locale che era già nel suo piccolo una vittoria contro il degrado trattato come il degrado stesso, costretto a chiudere alle 23 con restrizioni ancor più punitive rispetto alle sale da gioco, alcove generatrici di degradi silenziosi e invisibili".

Continua Ravenna in Comune: "Un sindaco che senza mezzi termini firma l'ennesima ordinanza per spegnere in seconda serata le luci di vita in un'area colpita da microcriminalità, spaccio e prostituzione, lo stesso che non molto tempo fa parlava di voler invece destinare alcune zone “a luci rosse”, ignorando il problema dello sfruttamento e dello svilimento della donna pur di “ripulire” qualche strada, fra cui probabilmente anche via Maroncelli. Una giunta che in cinque anni non è stata capace di dire se il centro città è un luogo dove vivere anche la notte oppure un dormitorio, dividendosi schizofrenicamente fra chi sosteneva l'apertura dell'uno o dell'altro locale, senza poi attuare una sola politica in favore, mantendendosi distante da qualsiasi opportunità di discussione e mediazione; salvo poi demandare al coraggio e alla costanza di alcune imprese la risoluzione di situazioni croniche di degrado d'intere piazze (come nell'esempio positivo di piazza San Francesco)".

"Anche sull'università è rimasta a guardare, trattando i giovani universitari come forestieri, senza infrastrutture e mobilità che li portassero a una vera fruibilità, a un vero contatto con la realtà cittadina - prosegue -. Gli unici spostamenti che ha incentivato sono state le transumanze da un  luogo di aggregazione a un altro, sulla scia delle chiusure, delle restrizioni e delle proibizioni. I giovani vissuti come un fenomeno sociale problematico, buoni solo per due foto quando compiono diciotto anni, o per lavori di manovalanza gratuita in concomitanza di grandi eventi. Giovani che devono arrangiarsi perché le istituzioni culturali, e i loro finanziamenti, sono in mano spesso a professionisti e per loro non rimangono che le briciole. Noi non immaginiamo una città così, dove le risorse più promettenti sono subalterni alla conservazione, alla spartizione, alla pezza che è peggio del buco. Per questo vogliamo avviare un dibattito con le associazioni giovanili e universitari in città, per costruire con loro un modello alternativo, non ruffiano né votato a miopi provvedimenti proibizionisti". 
                                        

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Woodstock, il sindaco: "Il rumore non c'entra, in ballo c'è l'incolumità delle persone"

RavennaToday è in caricamento