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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cervia

Tra costumi, petardi e coriandoli: la grande famiglia degli Zen Circus in festa a Villa Inferno

Gli Zen Circus di nuovo in Romagna per il classico raduno di fine estate e per mantenere quel patto con i propri fan, che per questo concerto - che è più come una grande festa in famiglia - vengono da tutta Italia

Era una notte buia e tempestosa (del 2006). Gli Zen Circus stavano tornando da un concerto nel ravennate, quando si perdettero fino a imbattersi nel cartello stradale che indicava la piccola frazione cervese dal nome spettrale: Villa Inferno. Affascinati da questo nome, quel giorno la band ha fatto una promessa: oltre ad averle dedicato un album, ha scelto Villa Inferno come luogo per il raduno di fine estate biennale. E così ha fatto: ogni due anni il gruppo pisano torna in Romagna per mantenere quel patto con i propri fan, che per questo concerto - che è più come una grande festa in famiglia - vengono da tutta Italia.

E anche quest'anno infatti, che per la prima volta ha visto il concerto organizzato al chiuso (viste le previsioni meteo incerte), l'evento ha fatto registrare il tutto esaurito nel giro di pochi giorni. Anche chi non è riuscito ad accaparrarsi un biglietto, però, ha potuto partecipare alla prima parte della serata: un aperitivo all'Osteria Paia con tanto di mini-concerto in anteprima del circo Zen. Poi la trasferta per Cesena, direzione Vidia - la piccola frazione cervese, probabilmente, è sfornita di locali al chiuso in cui avrebbe potuto esibirsi la band contenendo tutto il pubblico.

Zen Circus, Villa Inferno 2022

Che la festa abbia inizio: dopo l'apertura teatrale del Management del Dolore Post Operatorio, sul palco salgono gli Zen per il settimo grande raduno con la propria famiglia e un concerto "turboacustico". Come da tradizione, Karim Qqru suona la batteria dentro a un furgone rosso piazzato (chissà come) sul palco - "Che poi è scomodissimo suonare lì dentro, chissà perchè abbiamo scelto di fare così", ricorda Appino. Come da tradizione, in mezzo al pubblico tra parrucche e costumi è una gara a chi ha il travestimento più insolito. E, sempre come da tradizione, nonostante il luogo al chiuso partono diversi petardi lanciati direttamente sul palco - "L'abbiamo iniziata noi sta cosa dei petardi, colpa nostra", ammette ancora Appino.

Tra un crowdsurfing sul gommone ("Come i Rammstein, ma con meno budget") e un lancio di coriandoli, la band propone una dopo l'altra canzoni famose e brani più di nicchia. Ma tutti, dal primo all'ultimo, vengono cantati a squarciagola dalla folla all'unisono. Perchè qui, come direbbero loro che sono toscani, "le si conosce tutte". Perchè qui, appunto, siamo tutti una grande famiglia.

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