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Economia

20 anni d'"amore" tra la Cassa di Risparmio di Ravenna e la Banca di Imola

L’incontro fra queste due banche fu particolarmente felice innanzitutto in termini culturali e metodologici, perché si misero a confronto le diverse tradizioni di attività bancaria

La Banca di Imola ha festeggiato, presso il Teatro Comunale “Ebe Stignani” di Imola, con il “Concerto per l’Europa - Lungo le rotte del barocco europeo”, ad opera dei musicisti dell’Accademia Bizantina, i 20 anni dal suo ingresso nel Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna. Alla presenza del Vescovo, delle Autorità locali, di Antonio Patuelli, Presidente del Gruppo Bancario Cassa di Risparmio di Ravenna e di numerosi azionisti e clienti, Giovanni Tamburini, Presidente della Banca di Imola ha ripercorso i punti salienti di questo fortunato connubio.

L’incontro e la collaborazione fra la Cassa di Risparmio di Ravenna e la Banca Cooperativa di Imola fu di grande originalità. La Cassa di Risparmio di Ravenna, da sempre privatissima e di natura associativa, si era trasformata in Spa nel 1992 e aveva da subito iniziato un proprio originale percorso di rafforzamento patrimoniale sia con cospicui annuali accantonamenti, sia con preventivi significativi aumenti di capitale. L’allora quasi centenaria Banca Cooperativa di Imola rappresentava un tipico esempio di qualità di banca popolare, quindi ugualmente, ma altrimenti, privatissima. L’incontro fra queste due banche fu particolarmente felice innanzitutto in termini culturali e metodologici, perché si misero a confronto le diverse tradizioni di attività bancaria. Originalissimo fu anche l’ingresso di una banca popolare in un gruppo bancario fondato da Cassa Spa: l’”operazione” fu la prima in Italia di tal genere e fortemente anticipatrice. I risultati di vent’anni sono eclatanti e premiano le coraggiose scelte effettuate e una gestione costantemente caratterizzata dall’iniziativa privata bancaria.

Confrontando i risultati di bilancio del 1996 con quelli più recenti, del 2016 (in anni di bassissima inflazione o di recessione), si constata, con grande soddisfazione, che la Banca di Imola in questi vent’anni ha visto passare la raccolta diretta da 458 milioni di euro a 1379 milioni di euro; la raccolta indiretta da 431 milioni di euro a 1798 milioni di euro; la raccolta globale da 889 milioni di euro a 3177 milioni di euro; gli impieghi sono passati da 303 milioni di euro a 1061 milioni di euro; i conti correnti da 24 mila a 45 mila; le filiali da 15 a una quarantina; i soci da 4386 a 6120. In questi vent’anni sono stati complessivamente distribuiti agli azionisti quasi 104 milioni di euro, dopo aver accantonato oltre 24 milioni a riserve. I dipendenti sono passati da 194 a 257.

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