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2012 auguri da Confesercenti Ravenna per la ri-presa

Soprattutto "ricordiamoci chi siamo, e quanto possiamo fare. In tempo di crisi non c'è regalo migliore. Ed è alla portata di tutti" (Aldo Cazzullo). I miei/nostri auguri per un 2012 di RI-presa"

“Nei due saluti di auguri di Natale il Vescovo e il Sindaco della nostra città fanno riflessioni sul momento di crisi che stiamo vivendo ed usano alcune espressioni e frasi (peraltro identiche) su cui non si può non essere d’accordo: coesione, solidarietà ,dobbiamo restare uniti e collaborare per il bene comune. Purtroppo però non sono sufficienti”. E' quanto sottolinea il presidente di Confesercenti Ravenna, Gianluca Gasperoni.

Questi suggerimenti, continua Gasperoni, “possono essere sufficienti in una ottica religiosa, di bontà cristiana e di principi generali ma non ci fanno fare un passo in avanti per cercare di uscirne da questa crisi che prima politica ed economica che morale. Si sta infatti concludendo un anno che sarà ricordato come il più grande esempio di unità del nostro paese; i 150 anni hanno dimostrato che siamo uniti più di quanto forse ci aspettavamo e questo nonostante partiti e movimenti che continuano a voler rompere il nostro quadro nazionale”.

Per il numero uno di Confesercenti Ravenna “on è in discussione la nostra rete di solidarietà pubblica e privata su cui Ravenna ha da insegnare ad altri territori (un esempio recente è il grande gesto di donazione di una ambulanza pediatrica fatta dalla famiglia Di Caprio per la morte del loro piccolo figlio Andrea); ma Ravenna potrà continuare a svilupparsi se anche tutto il paese imboccherà la strada del cambiamento. Abbiamo bisogno di idee nuove e di progetti nuovi”.

“Stiamo vivendo la più grave crisi dei consumi dal dopoguerra e non se ne esce con iniziative normali e con politiche normali – continua Gasperoni -. Sarà il mondo del commercio a pagarne le conseguenze più pesanti; il dato di qualche giorno fa, in un momento in cui tutto pare crollare,  sulla crescita a due cifre delle esportazioni del made in Italy ne è infatti la fotografia più evidente. E se poi andiamo a leggere dentro il dato generale dei consumi e ne studiamo il trend degli ultimi anni capiremo gli spostamenti clamorosi nei diversi prodotti e servizi che compravamo e non compriamo più e viceversa quelli di cui ora non possiamo farne a meno”.

“Il commercio tradizionale in sede fissa, quello fatti di piccoli imprenditori indipendenti, ha di  fronte a sé mesi difficilissimi – prosegue nella sua analisi il presidente di Confesercenti - in questo mese di dicembre abbiamo pratiche di chiusura di negozi e chi chiude sono le piccole attività anche storiche e ubicate principalmente nei paesi. Si prospetta una vera moria di attività principalmente nel forese: ma di chi è la colpa? Non saremmo onesti intellettualmente se la addebitassimo in toto alle scelte della politica. E’ un dato di fatto però il deficit di attenzione sul mondo del commercio e nonostante i numeri dimostrino le chiusure in crescita; ma mentre i lavoratori della Pansac sono da mesi sulle pagine dei giornali le decine di commercianti (sono persone  tra parentesi)che sono a casa non possono godere di nessun sussidio. Sono persone che sostengono famiglie e che hanno gli stessi diritti di cittadinanza di altri lavoratori”.

Ritornando al futuro dei consumi, “le persone e le famiglie staranno sempre più attente a come spendere i propri soldi; lo continueranno a fare, certo meno di prima e selezioneranno non solo cosa ma anche dove. Navigare bene in questa nuova fase è la sfida che noi commercianti abbiamo davanti, sapendo che la crisi ha accelerato e ingigantito tendenze comunque in atto nella società. E se coesione e collaborazione è quello  che chiedono Comune e Chiesa allora ci devono essere dentro tutti: penso per esempio al mondo bancario “beneficiato” dal governo Monti e dalla Banca Centrale Europea di provvedimenti che ne garantiscono le attività e ne aumentano la liquidità. Gli incontri che abbiamo messo in campo come Confesercenti in questi giorni  chiedono di continuare a sostenere gli investimenti e non chiudere i rubinetti a quei negozi che presentando inevitabili problemi contingenti dimostrano di avere progetti e prospettive per il futuro”.

Per Gasperoni “bisognerebbe mettere il prefisso RI a molte parole; ri-pensare, ri-posizionarsi, ri-organizzarsi, ri-generarsi (rigenerazione è proprio un progetto Confesercenti di supporto alle nostre aziende che partirà nel 2012). E partendo dalla constatazione che abbiamo un patrimonio di competenze e di conoscenze uniche in molti settori e sui quali siamo leader mondiali. E un settore quello del turismo su cui potremmo recuperare posizioni se solo lo mettessimo come risorsa strategica per la crescita. Possiamo uscirne mettendo la nostra cultura del lavoro al centro, le imprese e chi produce ricchezza nelle condizioni di continuare a farlo; chi vuole fare deve essere sostenuto”.

Occorre “avere anche il coraggio di intervenire sulle tante zone che ci tengono frenati; perché anche in questo momento ci sono interi segmenti della società che non sono minimante toccati dalla difficile situazione economica: e non parlo di chi legittimamente continua a fare profitti perché più bravo di altri ed a prendere stipendi più alti perché più produttivo di altri ; parlo delle tante persone nella politica nel pubblico e in settori protetti”.
Per il leader di Confesercenti è necessario “slegare l’economia con liberalizzazioni per tutti e non solo per noi, riducendo i costi della macchina politica e amministrativa, intervenendo su tasse e tariffe ormai insostenibili e poi semplificando, una parola che da venti anni fa bella mostra di se in tutti i programmi politici. Ma soprattutto “ricordiamoci chi siamo, e quanto possiamo fare. In tempo di crisi non c’è regalo migliore. Ed è alla portata di tutti” (Aldo Cazzullo). I miei/nostri auguri per un 2012 di RI-presa”.

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