rotate-mobile
Economia Faenza

Allarme dei sindacati alla Penta: "A rischio 50 dipendenti"

"Da quanto abbiamo potuto constatare - commenta Ivan Missiroli della Fiom Cgil di Faenza - con ogni probabilità saranno licenziati i lavoratori posti in cassa integrazione da tre anni a questa parte"

“Le procedura di mobilità alla HS Penta di Faenza saranno aperte senza la firma dell'accordo da parte della Fiom Cgil, che fino all'ultimo ha cercato soluzioni alternative ai licenziamenti che vedranno coinvolti, ad oggi, 50 dipendenti. Da quanto abbiamo potuto constatare – commenta Ivan Missiroli della Fiom Cgil di Faenza – con ogni probabilità saranno licenziati i lavoratori posti in cassa integrazione da tre anni a questa parte”.

“Cioè, nella maggior parte dei casi, proprio i meno professionalizzati. Si tratta quindi di persone che in questo momento di crisi generale faranno più fatica a trovare un nuovo impiego. La Fiom, nel corso dell'incontro a Ravenna in Provincia di lunedì 24 ottobre, si è battuta fino alla fine per percorrere la via di un ulteriore anno di cassa integrazione straordinaria. Nel corso del vertice la categoria ha avanzato proposte che avevano ricevuto l'avallo della Provincia. Si trattava di aprire un possibilità di mobilità volontaria e contestualmente due distinte procedure: una di cassa in deroga da novembre a dicembre e l'altra di cassa straordinaria per crisi per la quale ci saremmo attivati nei confronti del Ministero per verificarne l'accettazione. Quest'ultima ipotesi, insieme con quella di mobilità volontaria, è però stata rigettata dall'azienda che ha deciso per i licenziamenti a partire dall'inizio del prossimo anno. Come Fiom crediamo, invece, che un tentativo andasse assolutamente fatto e rinunciarvi, con una corresponsabilità degli altri sindacati, sia stato un grosso errore che si ripercuoterà sui destini di tanti lavoratori. Il rammarico è che, pur avendo cercato di dare risposte a tutti i dubbi e le incertezze delle parti, non siamo stati ascoltati. Avevamo individuato soluzioni percorribili che avrebbero potuto dare un altro anno di respiro ai lavoratori prima del licenziamento. L'azienda invece, assecondata dagli altri sindacati, ci ha dato per risposta un secco no. Il nocciolo della questione è che non c'è stata la volontà di trovare una soluzione quando questa era  possibile. Questo a partire dai tempi della procedura che sono stati percorsi con una fretta inaudita e che invece, se giustamente utilizzati, unitamente alla cassa in deroga avrebbero permesso di avere un parere dal Ministero per l'approvazione della cassa senza mettere in pericolo gli altri lavoratori. Non sono, inoltre, state date garanzie di tutela per il futuro degli altri 100 dipendenti della Penta; non è stato presentato alcun piano per il futuro e ricordiamo che questi 100 lavoratori già ora stanno facendo un orario ridotto per cassa integrazione”.

Al fianco della Fiom nella scelta di non firmare questo accordo si schiera tutta la Cgil  provinciale: “Quanto successo con la Penta genera un pericoloso precedente per il nostro territorio - commenta il segretario provinciale della Cgil di Ravenna, Marcello Santarelli -. Fino ad ora i sindacati erano stati uniti dalla convinzione di tentare tutte le strade per evitare i licenziamenti. Con la Penta ciò non è avvenuto; gli altri sindacati hanno seguito i piani dell'azienda rinunciando di fatto anche al tentativo di perseguire la via della scelta della cassa integrazione straordinaria. Una scelta che non avrebbe portato alcun aggravio per l'azienda. Il caso Penta costituisce un grave precedente nella nostra provincia, con grave danno per i lavoratori, che non si dovrà ripetere in futuro”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Allarme dei sindacati alla Penta: "A rischio 50 dipendenti"

RavennaToday è in caricamento