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Economia

La ripresa non si vede nel ravennate: dal 2008 occupazione crollata del 15%

“Purtroppo, questa situazione – sottolinea il direttore provinciale della Cna, Massimo Mazzavillani - che lascia intravvedere incoraggianti elementi positivi, non si sta ancora riverberando sul sistema delle imprese del nostro territorio"

Al 30 giugno sono 10.834 le aziende registrate nell’Albo Imprese Artigiane della Provincia di Ravenna, in calo del 2,15% rispetto allo stesso periodo del 2014. A livello tendenziale, il decremento delle imprese dal 31 dicembre è dell’1,26%, dal 31 dicembre 2013 al 30 giugno 2014 era stato dell’1,01%. E' quanto emerge dal rapporto congiunturale ed economico presentato da Cna. Rispetto all’intero tessuto produttivo provinciale, l’incidenza delle imprese artigiane passa dal 27,05% del 30 giugno 2014 al 26,78% del 30 giugno scorso, il valore più basso degli ultimi 15 anni.

Questo a fronte del fatto che - rispetto al decremento del Registro Imprese di 472 unità - le imprese artigiane sono diminuite di ben 272 unità, assestando per questo l’incidenza percentuale rispetto al Registro Imprese ai livelli registrati nel primo semestre del 2001. Da fine 2007 a giugno 2015, il Registro Imprese registra un calo di 2.121 imprese, delle quali oltre il 60% sono imprese artigiane. Rispetto al decremento dell’Albo i comuni della provincia presentano dinamiche e performance decisamente simili. Tra i comuni principali, si registrano risultati negativi per Ravenna (-2,78%) e Cervia (-3,12%). Per quanto riguarda le aree territoriali, quella faentina segna un -1,81% e quella lughese un -1,28%.

ANDAMENTO ALBO PER SETTORI ECONOMICI - Relativamente alle Sezioni e alle Divisioni di attività si riscontrano, pur se quasi tutte caratterizzate da un andamento negativo, anche per il 2014, differenze nei trend che caratterizzano i diversi settori. L’agricoltura e l’industria alimentare (dati aggregati), registrano un lieve decremento (-0,28%). Un sostanziale “pareggio” determinato da un lato dalla contrazione dei consumi e dall’altro dalla  maggiore attenzione manifestata dai consumatori nei confronti dei prodotti di qualità del territorio.

Il settore tessile-abbigliamento-calzaturiero non presenta variazioni rispetto al 30 giugno 2014. Tale dato va però contestualizzato nel ridimensionamento che ha caratterizzato il comparto nell’ultimo decennio. Indicativi, a tal proposito, i dati relativi al periodo 2004-2014, che riflettono un decremento di quasi il 30%. La meccanica di produzione, uno dei settori maggiormente penalizzato dalla crisi economica, vede un decremento delle imprese del settore pari al 2,79%, proseguendo il trend negativo che aveva già caratterizzato i semestri precedenti. Per quanto concerne il settore del legno (industria e lavorazione del legno e fabbricazione di mobili), dopo i forti decrementi dell’ultimo triennio, si registra un’ulteriore contrazione pari al 3,39%.

Ragionando per aggregati, il settore manifatturiero (agroalimentare, sistema moda, meccanica e legno/arredo) registra una diminuzione del 1,71%. L’edilizia, vero traino della crescita dell’Albo delle Imprese Artigiane fino al 2008, prosegue la contrazione (-2,98%), confermando le forti difficoltà del settore. Dal 2008, il comparto ha “perso” quasi il 12% delle imprese registrate. A livello tendenziale, il primo semestre del 2015 evidenzia una riduzione di imprese pari all’1,59%, mentre nel primo semestre del 2014 era stata dell’1,20%. Per quanto concerne il settore dei trasporti, al 30 giugno si registra un decremento delle imprese iscritte all’Albo del 3,04%, da ascriversi esclusivamente al trasporto merci (90% delle imprese del settore).

Nella manutenzione e riparazione di auto e motoveicoli si registra una diminuzione del 2,42%, che va a consolidare ulteriormente la contrazione in termini di imprese iscritte che caratterizza costantemente questo settore da ormai diversi anni, generato da un lato dalla crisi dei consumi privati che riducono gli interventi sul loro parco auto, non riparando i piccoli danni o evitando la manutenzione ordinaria del veicolo allo stretto necessario, e dall’altro dall’evoluzione tecnologica dei veicoli che impone una maggiore specializzazione con una conseguente concentrazione delle officine.

Nell’ambito delle attività professionali, si registra una leggerissima crescita per il settore informatico da attribuirsi principalmente all’attività di computer e hardware (+0,28%): un segnale incoraggiante per un settore caratterizzato da risultati decisamente altalenanti negli ultimi anni. Per quanto riguarda i servizi alla persona si registra un decremento delle imprese (-0,87%) ascrivibile probabilmente ad una ulteriore contrazione dei consumi nei settori dell’acconciatura e dell’estetica.

OCCUPAZIONE - I dati relativi all’occupazione rilevati al 30 giugno evidenziano una flessione della forza lavoro del 4,68%. Il secondo trimestre del 2015 ha evidenziato un incremento occupazionale dell’1,78%, dovuto principalmente agli effetti della stagionalità di alcuni comparti. Nello stesso periodo del 2014 si era registrato un incremento del 3,00%. Da metà 2008, l’occupazione segna una contrazione del 15,35%. Questi dati si riferiscono a un campione rappresentativo di imprese artigiane e piccole imprese. Relativamente ai principali settori dell’economia artigiana, le costruzioni, vero traino della crescita occupazionale fino al 2007, confermano la decrescita occupazionale dell’ultimo quinquennio, registrando al 30/06/2015 un decremento del 9,74%.

Negativo anche l’andamento occupazionale per le attività inerenti all’auto e moto-riparazione (-5,37%), in linea con la quasi costante contrazione registrata nell’ultimo quinquennio. Il tessile calzaturiero registra un lieve decremento occupazionale (-0,47%), stante l’andamento decisamente negativo del comparto calzaturiero. Va comunque sottolineato che il settore ha perso negli ultimi 7 anni (dal 30/06/2008), oltre il 30% di occupati.

La meccanica di produzione esprime valori positivi (+2,79%). Questo incremento occupazionale, unito al decremento delle imprese registrate, può essere letto come una tendenza delle imprese più strutturate a ricominciare ad assumere addetti. L’agricoltura e l’industria alimentare (caratterizzati in maniera significativa dalla “stagionalità”), registrano un decremento del 4,90%, in linea con la decrescita occupazionale che ha caratterizzato il settore a partire dal 2012. Di segno decisamente negativo l’andamento occupazionale per il settore dei trasporti (-6,53%), che va ascritto esclusivamente al settore del trasporto merci, mentre il trasporto persone cresce.

Il settore dei servizi alla persona esprime un risultato molto negativo (quasi -20%) per l’incidenza della contrazione degli addetti nelle tinto-lavanderie. Meno “gravi” le contrazioni del settore acconciatura (-2,59%) ed estetica (-1,47%). Per il settimo anno consecutivo continua a contrarsi il numero di addetti extra nazionali occupati dalle piccole e medie imprese e dall’artigianato (-1,18%). Va però osservato che a livello tendenziale il primo semestre 2015 ha visto un decremento di questo tipo di addetti pari al 10,91%, mentre nel primo semestre 2014 era stato “solo” del 2,88%: questo potrebbe significare lo sforzo da parte delle imprese di investire nelle attività stagionali che tradizionalmente si avvalgono di occupati extra nazionali.

“Purtroppo, questa situazione – sottolinea il direttore provinciale della Cna, Massimo Mazzavillani - che lascia intravvedere incoraggianti elementi positivi, non si sta ancora riverberando sul sistema delle imprese del nostro territorio. Secondo i dati della Camera di Commercio relativi al primo semestre dell’anno in corso, il tessuto produttivo ravennate registra ancora una pesante flessione. Un dato fortemente negativo visto che a livello nazionale e regionale i tassi di variazione tracciano percorsi di ripresa. Per questo occorre tener fermo il volante sulla strada delle riforme da fare e soprattutto intervenire con decisione sulla riduzione della tassazione sulle imprese e sul lavoro, diminuendo nel contempo  i livelli della spesa pubblica, in primis quella improduttiva”. “Come Cna – prosegue Mazzavillani – chiediamo, inoltre, che vengano mantenute le agevolazioni fiscali relative agli interventi di ristrutturazione edilizia e l’abolizione dello split payment che ha procurato enormi difficoltà finanziarie a tutte le imprese fornitrici della pubblica amministrazione. Chiediamo, infine, di semplificare il sistema di tassazione immobiliare, prevedendo un unico tributo – la futura Local Tax – che accorpi Imu e Tasi garantendo però una tassazione ridotta sugli immobili strumentali all’attività di impresa".

CREDITO E INVESTIMENTI - Osserva Mazzavillani: "Altri importanti elementi di analisi per cogliere i segnali circa l’andamento dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa nella nostra provincia, si colgono dai dati forniti dal Servizio Credito Cna provinciale di Ravenna, le cui pratiche sono appoggiate presso la Filiale di Ravenna della Cooperativa Garanzia “Unifidi”, in merito al credito e agli investimenti. Nei primi sei mesi del 2015 sono stati concessi in ambito provinciale, attraverso “Unifidi” filiale di Ravenna, 156 finanziamenti, contro i 234 concessi nel primo semestre 2014 (-33,30%). Per quanto riguarda gli importi dei finanziamenti concessi, si è registrato un decremento al nello stesso periodo preso in esame del 61,75% rispetto a quanto concesso al 30 giugno 2014. In merito all’operatività dei finanziamenti concessi nel corso del 2014, circa il 75% dei finanziamenti si riferiscono a richieste per liquidità aziendale, consolidamento passività e acquisto scorte di magazzino, mentre solamente il 25% è stato invece impiegato per investimenti". 

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