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Ausl Unica, i sindacati tirano il freno. "Non venga decisa a tavolino"

Ok all’Ausl unica, ma i tempi sono troppo stretti. La Cisl di Ravenna interviene nel dibattito sulle modalità con le quali si dovrebbe arrivare, entro il primo gennaio 2014 all’unificazione delle quattro aziende sanitarie di Romagna

Ok all’Ausl unica, ma i tempi sono troppo stretti. La Cisl di Ravenna interviene nel dibattito sulle modalità con le quali si dovrebbe arrivare, entro il primo gennaio 2014 all’unificazione delle quattro aziende sanitarie di Romagna. Un obiettivo condivisibile e condiviso anche dal sindacato di via Vulcano: «Abbiamo appena siglato la nostra unificazione con Forlì-Cesena e Rimini a livello sindacale, non possiamo non condividere la costituzione dell’Ausl unica di Romagna – chiarisce Antonio Cinosi, responsabile territoriale di Ravenna -: ma dev’essere un mezzo per una gestione integrata delle politiche sanitarie a livello romagnolo, non il fine».

La Cgil di Ravenna afferma, riferendosi a presunte affermazioni della dimissionaria direttrice dell'Ausl di Cesena, Maria Basenghi:“Nessuno nega la validità degli investimenti già effettuati in ambito di Area Vasta Romagna, individuando Cesena come sede del polo logistico e delle attività che richiedono una centralità geografica e un sistema di trasporto sviluppato, ma dare come acquisita la concentrazione sullo stesso territorio dei servizi amministrativi e tecnici contraddice il principio di un’equilibrata distribuzione dei servizi sul territorio e rappresenta un’ingiustificata forzatura. Forzatura ancor più ingiustificata se consideriamo che da tempo siamo in attesa che le Direzioni generali presentino i progetti di riorganizzazione di tutte le attività che non hanno un impatto diretto con l'erogazione dei servizi sanitari alla popolazione”.

Ad impensierire  anche la Cisl di Ravenna è il rischio che l’unificazione venga decisa «a tavolino», senza un reale coinvolgimento delle parti sociali del territorio, che invece inevitabilmente richiederebbe più tempo. «La politica deve fare la sua strada – prosegue Cinosi -. È molto improbabile che le quattro conferenze socio-sanitarie dei territori coinvolti possano unificarsi nei quattro mesi che intercorreranno tra la pubblicazione della legge regionale in materia (in estate) e la data presunta di nascita dell’Ausl unica prevista per  il primo gennaio 2014. Non possiamo rischiare di avere un Ausl unica con quattro diverse conferenze con direttive diverse. E poi questa tempistica non lascerebbe spazio ad un reale percorso di coinvolgimento dei sindacati, sia a livello confederale che di categoria, come condiviso con le quattro conferenze socio-sanitarie nell’incontro del primo marzo scorso, né della popolazione. Al momento non si sono nemmeno ancora riuniti i gruppi tecnici costituiti per l’unificazione delle Ausl».

La Cisl dice no, poi, ad una logica di accentramento o taglio dei servizi che non tenga conto dei sacrifici già fatti dai territori: «A Ravenna, ad esempio, gli organici sono all’osso e l’Ausl ha portato a termine negli anni scorsi una politica che ha già determinato la chiusura dei piccoli ospedali ed un rientro delle spese». La riorganizzazione delle cure «in rete» sul territorio non può significare un altro taglio ai servizi né  penalizzare in particolare gli ospedali di Lugo e Faenza. Prima di parlare della conformazione della futura rete ospedaliera o di dove verrà collocata questa o quella unità operativa («E comunque l’idea di accentrare tutto a Pievesistina non rispecchia certamente i principi con cui è nato il progetto dell’Ausl unica»), bisognerà discutere dell’organizzazione delle cure primarie sul territorio, «per le quali la Regione ha già stanziato risorse, che sono state capitalizzate dai medici di base, senza dare ulteriori servizi alla gente».

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