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Economia

Banca Popolare di Ravenna chiude il 2012 con un utile di quasi 13 milioni

Il direttore generale della Banca Popolare di Ravenna (gruppo BPER) Giorgio Barbolini, analizza il bilancio dell'istituto di credito all'indomani dell'approvazione da parte del Cda presieduto da Giuseppe Poggiali

"Il 2012 e' stato l'anno in cui gli effetti negativi della crisi di origine finanziaria, hanno manifestato il loro effetto sull'economia reale, con pesanti ripercussioni sul mondo delle imprese e delle famiglie". Il direttore generale della Banca Popolare di Ravenna (gruppo BPER) Giorgio Barbolini, analizza il bilancio dell'istituto di credito all'indomani dell'approvazione da parte del Consiglio d'amministrazione presieduto da Giuseppe Poggiali.

Il 2012 si è chiuso con un utile al netto delle imposte di 12,8 milioni di euro, che si raffronta ai 20,8 milioni del 2011. A tal proposito Barbolini precisa che "il risultato dell'anno precedente aveva beneficiato di proventi lordi per circa 13 milioni derivanti dalla valutazione al fair value dei prestiti obbligazionari emessi da BPR con contratto di derivato di copertura rischio tasso. Analoga valutazione nel 2012 ha prodotto un impatto negativo per circa 1,7 milioni".

"Vanno al contrario evidenziati - continua Barbolini - introiti straordinari per circa 5,4 milioni derivanti dalla plusvalenza lorda realizzata dalla cessione alla capogruppo di quote di partecipazioni detenute in comune. Lo spirito di "banca del territorio" , si è pienamente concretizzato anche quest'anno, nel sostegno creditizio fornito alla clientela, registrando un incremento del 2,6 /% dei crediti, in piena controtendenza  con il sistema bancario".

Il dg evidenzia con preoccupazione " il deterioramento della qualità del credito che ha comportato congrui accantonamenti derivanti da rettifiche di valore sui crediti per 26,1 milioni che si contrappongono ai 13,6 milioni del 2011, evidenziando maggiormente, qualora c'è ne fosse bisogno, la difficile situazione socio-economica. Per quanto riguarda la raccolta diretta,depurata dalle partite infragruppo, registra un incremento di circa il 2%. La raccolta indiretta e' risultata sostanzialmente stabile (-0,47%)".

"Da evidenziare infine - prosegue Barbolini - per quanto concerne il conto economico, la sostanziale tenuta del margine da intermediazione, (-3,72%) e la riduzione del complesso delle voci che compongono i costi operativi, che diminuiscono di quasi il 7% con beneficio sul cost income ratio che passa dal 55,21% al 53,37%".

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