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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia

Crisi, ancora dati negativi: arretrano edilizia, servizi, industria e agricoltura

Quasi tutti i grandi settori presentano un andamento sfavorevole abbastanza vicino alla media: industria -3,1%, servizi -3,2%, costruzioni -3%, agricoltura -2,8%

A metà 2013 l’occupazione delle imprese ravennati ha registrato una flessione rispetto al giugno 2012 (-3,1%, media regionale del 2,1%). E' quanto emerge dai dati aggiornati a giugno della 2013 dall'archivio Smail (Sistema di Monitoraggio Annuale sulle Imprese e il Lavoro) della Camera di Commercio di Ravenna, in collaborazione con Unioncamere Emilia-Romagna e con la società Gruppo Clas.

I dati sono in linea all’indirizzo web: www.starnet.unioncamere.it/.. area territoriale Emilia-Romagna/Rimini, tematica ‘Mercato del Lavoro e Imprenditoria’. Secondo il Sistema di Monitoraggio, i lavoratori in cassa integrazione sono considerati tra gli occupati, pertanto la flessione reale potrebbe essere ancora più elevata. Quasi tutti i grandi settori presentano un andamento sfavorevole abbastanza vicino alla media: industria -3,1%, servizi -3,2%, costruzioni -3%, agricoltura -2,8%. Le “public utilities”, cioè energia elettrica, gas, acqua, gestione rifiuti e reti fognarie, mostrano una riduzione leggermente più contenuta (-2,2%).

All’interno del settore industriale, le flessioni più marcate si registrano nel tessile-abbigliamento-calzature (-16%, causata dall’esplodere della crisi di una grande impresa di rilievo nazionale localizzata a Faenza), nelle “altre industrie manifatturiere” (-4,6%), nella lavorazione dei minerali non metalliferi e nella fabbricazione dei mezzi di trasporto (-4,3% in entrambi i casi) e nel legno-mobili (-4,2%). L’industria metalmeccanica, che occupa il 42% degli addetti dell’industria e si articola in diversi comparti (metallurgia, prodotti in metallo, macchine e apparecchiature elettriche e elettroniche, fabbricazione, installazione e riparazione di macchinari e attrezzature) mostra nel suo insieme un calo del 2,4%, ma con andamenti assai differenziati al suo interno, tra cui si segnala una riduzione marcata nei prodotti in metallo (-4,1%) e un aumento nella fabbricazione di macchinari (+1,3%).

Nei servizi mostrano variazioni positive l’istruzione (+3,6%) e la sanità e assistenza sociale (+1,9%). A differenza di quanto accadeva fino allo scorso anno, la ristorazione segna il passo, perdendo negli ultimi 12 mesi il 6,4% dei relativi addetti. Oltre a essa e ai servizi di alloggio (-2,3%), registrano un segno negativo anche le attività ricreative, culturali e altri servizi alle persone (-6%), i trasporti (-4,4%), il commercio (-2,9%), i servizi operativi (-2,3%), i servizi finanziari (-2%) e il piccolo comparto dei servizi dei media (-5,3%). Restano stabili i servizi avanzati e l’informatica. Va osservato che Il turismo, la ristorazione e i servizi connessi (in particolare le attività ricreative e culturali) sono stati negativamente influenzati dall’andamento climatico del periodo (temperature sotto la norma e tempo instabile), oltre che naturalmente dalla generale riduzione dei consumi.

Tra giugno 2012 e giugno 2013, la componente dipendente dell’occupazione presenta un andamento peggiore di quello complessivo, con una flessione del 4,1%. Esaminando inoltre il quinquennio giugno 2008-giugno 2013, che consente di valutare gli effetti complessivi della lunga crisi che stiamo vivendo sull’economia provinciale, si rileva la forte riduzione dell’occupazione industriale (-8%) e delle costruzioni (-11%), mentre l’agricoltura è rimasta praticamente invariata.

Sono rimasti invece praticamente invariati i servizi (-0,7%, risultato dovuto però interamente alla ristorazione). L’unico “segno” decisamente positivo riguarda le Public Utilities (+13%). Nel complesso del periodo, l’occupazione in provincia di Ravenna si è ridotta del 4,2% escludendo la ristorazione (-3,2% se si considera anche questo settore, i cui marcati aumenti erano presumibilmente dovuti all’utilizzo di un maggior numero di addetti impiegati per brevi periodi). A livello regionale l’occupazione nel quinquennio considerato si è ridotta del 5% al netto della ristorazione e del 3,8% nel complesso.

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