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Camera di Commercio, Morrone (Lega): "Sospendere gli accorpamenti"

“Non è questo il momento di accorpare le Camere di Commercio. La pandemia e il conseguente blocco delle attività economiche hanno evidenziato il ruolo strategico assunto da questi enti nei singoli territori"

“Non è questo il momento di accorpare le Camere di Commercio. La pandemia e il conseguente blocco delle attività economiche hanno evidenziato il ruolo strategico assunto da questi enti nei singoli territori, per il presidio della legalità oltre che per il sostegno alle imprese, tanto da imporne un potenziamento dell’operatività”.

Lo afferma il parlamentare della Lega Jacopo Morrone che, insieme ai colleghi Guidesi, Cavandoli, Cestari, Furgiuele, Ziello, ha presentato un ordine del giorno collegato al cosiddetto ‘Decreto Agosto’, dove si chiede al Governo di superare l’obbligatorietà degli accorpamenti tra Camere, di sospendere quelli in corso e di procedere a una revisione della cosiddetta ‘riforma Madia’, che "ha presentato fin da subito diversi elementi di criticità". Morrone si riferisce, in particolare, agli accorpamenti previsti nel territorio dell’Emilia-Romagna che riguardano, da un lato, Ravenna e Ferrara, e, dall’altro lato, Piacenza, Parma e Reggio Emilia.  

“Non rinviabile – commenta ancora il parlamentare - è anche il superamento del numero di 60 Camere stabilito dalla norma. Si tratta, infatti, dell’esito di una mediazione politica che ha generato profonde tensioni geografiche e risultati aberranti, con enti formati da province non contigue o molto diversificate per tessuto economico e produttivo. Ma anche i presunti obiettivi della riforma di ‘razionalizzazione e recupero di economicità’ hanno, nei fatti, prodotto gravi conseguenze. Nonostante tutto, le Camere hanno resistito, anche se con tagli significativi, e sono rimaste aperte anche in questa fase di difficile contingenza, garantendo tutti i servizi anagrafico certificativi”.

L’obiettivo, insomma, è salvaguardare “la rappresentanza delle istanze dei territori” e favorire “un efficace intervento delle Camere di commercio sull’economia locale”, prevedendo “la possibilità di effettuare accorpamenti su base volontaria, lasciando al livello locale la possibilità di individuare la soglia di rappresentanza più funzionale a una efficace espressione e tutela degli interessi economici di ciascun territorio”. Altrettanto “urgente” è “lo sblocco delle assunzioni”. In questi anni, infatti, si è verificata “una fuga più o meno disperata di personale, a seconda delle opportunità alternative offerte dai singoli territori o dall’età, con grave pregiudizio anche per la stessa continuità di qualche ente”.

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