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Camere di Commercio di Ravenna e Ferrara verso la fusione. Spadoni (LpRa): "Grosso errore"

Giorgio Guberti, Commissario straordinario della Camera di commercio ravennate - indicato come probabile nuovo presidente - aveva confermato la notizia qualche giorno fa descrivendola come "la migliore soluzione possibile, data l'imposizione per le camere italiane di realizzare fusioni"

Passi avanti nella fusione tra le Camere di Commercio di Ravenna e di Ferrara. La Regione Emilia Romagna, con un decreto, ha fissato a 30 il numero di componenti del futuro consiglio del nuovo ente camerale. Giorgio Guberti, Commissario straordinario della Camera di commercio ravennate - indicato come probabile nuovo presidente - aveva confermato la notizia qualche giorno fa descrivendola come "la migliore soluzione possibile, data l'imposizione per le camere italiane di realizzare fusioni".

A sollevare dubbi sulla fusione, invece, è Gianfranco Spadoni di Lista per Ravenna: "Avere unito Ravenna con Ferrara è a mio parere un grosso errore dettato da logiche lontane dalle esigenze e dall’omogeneità dei territori estense e bizantino - attacca - Nel lungo, travagliato e incoerente percorso di unione delle due Camere, Ravenna non ha mai tenuto conto degli inviti delle omologhe camere di Forlì-Cesena e di Rimini, promotrici della costituzione di una camera di commercio della Romagna cui hanno aderito tutti i comuni. Si trattava di accorpamenti attraverso i quali si sarebbero potute produrre economie di scala e proficue convergenze su un territorio omogeneo, come ha sostenuto in più occasioni l’associazione degli Industriali romagnoli. Oltretutto nel consiglio del nuovo ente, tra gli altri, fanno parte Confcooperative di Ravenna e Rimini, Legacoop della Romagna e Afci dell’Emila Romagna, organizzazioni che avrebbero potuto sedere con maggiore coerenza in ambito di Area vasta romagnola. In conclusione, nessuno disconosce l’importante obiettivo dell’autonomia, ma si abbia almeno il coraggio di affermare che il percorso svolto fino ad oggi si è rivelato ambiguo e incoerente".

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