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Economia

Camere di Commercio, i sindaci scrivono al Ministro: "Rendere gli accorpamenti volontari"

La lettera sostiene l’iniziativa delle Camere di commercio dei nostri territori, che chiedono di superare l’obbligatorietà degli accorpamenti, rendendoli volontari

I sindaci dei Comuni della provincia di Ravenna e il presidente della Provincia Michele de Pascale hanno inviato una lettera al Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, volta a sostenere l’iniziativa delle Camere di commercio dei nostri territori, che chiedono di superare l’obbligatorietà degli accorpamenti, rendendoli volontari.

"Onorevole Ministro, le saranno ormai note le questioni che riguardano la riforma delle Camere di commercio, al momento sotto giudizio della Corte Costituzionale per una “rilevante e non manifestamente infondata eccezione di incostituzionalità”, posta dal Tar Lazio, a seguito di alcuni ricorsi presentati da Camere di commercio e Associazioni di categoria - si legge nella lettera firmata dai primi cittadini - Le Camere di commercio dei nostri territori (oltre il 20% dell’attuale numero) le hanno inviato un documento – presentato anche al suo predecessore - contenente proposte di miglioramento della riforma, proposte a nostro avviso condivisibili, tenuto conto del ruolo istituzionale e di supporto al mondo imprenditoriale che le Camere svolgono sul territorio, da sempre e in modo essenziale. Le istituzioni che rappresentiamo, infatti, dialogano, si confrontano e collaborano costantemente con le Camere di commercio che, presenti direttamente sul territorio, sono portatrici degli interessi delle imprese e riversano in importanti progetti le risorse che dalle imprese direttamente derivano, senza gravare sul bilancio dello Stato, permettendo anche alle nostre istituzioni di realizzare importanti interventi in coprogettazione. Nel quadro istituzionale e normativo, dal 2016 completamente modificato (si ricorda che la proposta modifica costituzionale per la soppressione delle Province non è stata approvata dal referendum popolare e le Prefetture, ad es., hanno mantenuto lo stesso numero), lo scenario non sembra poter prescindere dalla presenza della Camera di commercio nei nostri territori, ognuno dei quali si caratterizza in modo particolare per dimensione, popolazione, sistema imprenditoriale, territorialità e presenza di altre importanti istituzioni. In questi giorni siamo venuti a conoscenza di una bozza di emendamento legislativo, che potrebbe essere inserito dal Governo – che lei rappresenta - in uno dei prossimi decreti, pur riguardanti altre tematiche, che, nel ribadire l'obbligatorietà degli accorpamenti tra Camere di commercio, ne prevederebbe addirittura il “commissariamento”, qualora entro il prossimo mese di marzo non si accorpassero, svilendo in tal modo anche il ruolo degli amministratori delle Camere, regolarmente eletti e che, con spirito di abnegazione (si ricorda che l’incarico è totalmente gratuito, pur con le responsabilità giuridiche, amministrative e contabili connesse con la funzione), prestano la loro opera con professionalità, passione e impegno, sottraendo tempo prezioso alle proprie attività lavorative".

"La rideterminazione delle circoscrizioni territoriali imposta per legge rischierebbe, anche a nostro avviso, la creazione di Camere di commercio distanti tra loro, con assetti istituzionali e relazionali completamente diversi e, soprattutto, con sistemi produttivi non necessariamente allineati in termini di settori, numero imprese e di dimensione, mentre le Camere dei nostri territori, Camere virtuose e attive, con una buona sostenibilità finanziaria che permette loro di assicurare in modo eccellente le importanti funzioni amministrative e di regolazione del mercato e di investire risorse sul territorio di propria competenza, sono e devono restare per noi interlocutori privilegiati - conclude la missiva - Con questa nota, pertanto, vogliamo sostenere l’iniziativa delle Camere di commercio dei nostri territori, che chiedono di superare l’obbligatorietà degli accorpamenti, rendendoli volontari, poiché riteniamo essenziale il loro permanere, pur riformate, quali istituzioni autonome, che possano continuare ad intervenire in modo determinante allo sviluppo del sistema imprenditoriale locale e alla crescita territoriale di tutta la provincia sulla quale hanno da sempre competenza. Nella certezza, onorevole Ministro, che vorrà porre attenzione e tenere conto di questa nostra posizione nelle sue valutazioni, le auguriamo di svolgere un ottimo lavoro".

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