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Caro energia, Sama (Uil): "Colpa del Governo, ha bloccato le estrazioni di gas nazionale"

Il segretario della Uil ravennate: "Draghi farebbe meglio a spiegare ai cittadini perché affossiamo il settore dell’Oil&Gas italiano e ravennate per importare gas dall’estero a costi 10 volte superiori"

"Il Governo corre ai ripari (tardivamente e solo dopo la proclamazione dello sciopero generale da parte di UIL e CGIL) per contrastare l’allarme lanciato dall’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente (ARERA) sui rischi di un ulteriore, e potenzialmente significativo, aumento dei prezzi di gas e luce nel primo quadrimestre del 2022 che inevitabilmente ricadrebbe sulle bollette di famiglie e imprese". Lo afferma Carlo Sama, segretario generale della Uil di Ravenna.

"Quello che l’Esecutivo, colpevolmente, omette di spiegare ai cittadini sono le motivazioni che portano all’aumento dei costi di approvvigionamento delle materie prime, Gas in primis - prosegue la Uil di Ravenna - Su 71 miliardi di metri cubi di gas utilizzati in Italia solo 4 sono di produzione nazionale (la metà di questi proviene dal Distretto di Ravenna) e siamo quindi costretti a massicce e costose importazioni dall’estero al costo di 50-70 centesimi al metro cubo contro i 5 centesimi al metro cubo del costo di estrazione del Gas presente nei nostri giacimenti".

"A tal proposito la stampa nazionale oggi riporta che tornano a volare i prezzi del gas (aumenti del 10% in una settimana) in gran parte per colpa delle tensioni internazionali legate alle forniture di gas dalla Russia osteggiate dai Verdi in Germania - dichiara Sama - Se questo Governo e quelli precedenti non avessero, di fatto, bloccato le estrazioni di gas di produzione nazionale e affossato un settore strategico sia come possibilità di investimenti e occupazione che come know how e competenze professionali, oggi non dovremmo spendere 3,8 miliardi di euro, solo nel 2022, per cercare di contenere gli aumenti sulle bollette di gas e luce. Per usare una metafora il Governo 'chiude la stalla dopo che i buoi sono scappati'".

"Invece di scagliarsi contro Uil e Cgil, colpevoli di Lesa Maestà per aver proclamato lo sciopero generale, Draghi farebbe meglio a spiegare ai cittadini perché affossiamo il settore dell’Oil&Gas italiano e ravennate, per importare gas dall’estero a costi 10 volte superiori, dovendo poi spendere 3,8 miliardi di Euro per rimediare agli errori fatti - conclude il segretario generale della Uil di Ravenna - Senza queste scelte scellerate oggi avremmo più risorse da spendere per aiutare le fasce deboli della popolazione agendo su una Riforma Fiscale vera e non sbilanciata sui redditi medio-alti e su una Riforma delle Pensioni in grado di dare risposte concrete alle aspettative delle lavoratrici e dei lavoratori, in particolare dei più giovani e non una prospettiva di pensione a 70 anni".

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