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Faenza, caso Cisa. La Regione: "Useremo ogni stumento per evitare i licenziamenti"

"Potrò dirmi soddisfatta solo nel momento in cui la vertenza Cisa sarà conclusa con un buon esito" ha detto Rontini in sede di replica

Il consigliere regionale del Pd, Manuela Rontini, ha presentato una interrogazione a risposta immediata in Aula per richiamare l’attenzione sulla situazione critica, e “dai contorni poco chiari”, che investe la Cisa di Faenza: il 23 giugno scorso, ha ricordato, "la dirigenza di Allegion, multinazionale statunitense proprietaria del marchio Cisa, ha annunciato l’esubero di 258 lavoratori e lavoratrici, di cui 238 negli stabilimenti di Faenza e 20 in quello di Monsanpolo (Ap)". La proprietà ha motivato tali esuberi “con la necessità di esternalizzare le produzioni in una fase di costante calo del fatturato all’interno di un settore, quello edilizio, in forte contrazione”.

Rontini ha fatto tuttavia notare come i bilanci della Cisa “siano in ordine, anzi assicurino profitti, e il marchio goda in ambito mondiale di un unanime riconoscimento e ottima reputazione”, avanzando il timore che “si sia in vista di una prospettiva di delocalizzazione dell’azienda, con la perdita dei posti di lavoro”. La consigliera ha poi ricordato che il Consiglio comunale di Faenza ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori della Cisa, e che sabato 4 luglio si è svolta una affollata manifestazione cittadina. Motivo di ulteriore preoccupazione, ha concluso Rontini l'illustrazione dell'atto, è il fatto che “Allegion abbia comunicato il 30 giugno di aver rilevato una società tedesca leader nel campo delle serrature elettroniche, facendo temere un immediato disinvestimento sul sito faentino”.

L’assessore alle Attività produttive, Palma Costi, ha ricordato come “ormai da qualche anno la multinazionale Allegion sia impegnata in progetti di ristrutturazione aziendale”, dicendo di “condividere le preoccupazioni espresse dalle istituzioni locali, dai sindacati e dai lavoratori” Il 23 giugno, a Roma, alla presenza della Regione, si è insediato il tavolo di confronto presso il ministero dello Sviluppo economico, e “come primo risultato positivo si è scongiurato qualsiasi atto unilaterale da parte dell’azienda”.

Il tavolo è riconvocato il 16 luglio, “e la Regione intende utilizzare ogni strumento disponibile, da quelli per la riqualificazione del personale attraverso attività formative, all’uso degli ammortizzatori sociali, pur di scongiurare licenziamenti dal grave impatto sociale e territoriale”, ha concluso l'assessore. “Potrò dirmi soddisfatta solo nel momento in cui la vertenza Cisa sarà conclusa con un buon esito” ha detto Rontini in sede di replica. La consigliera ha espresso “fiducia nel fatto che la Giunta userà ogni strumento a propria disposizione, nella consapevolezza che presso la Cisa lavorano intere famiglie e che la sorte dello stabilimento non riguarda solo i dipendenti ma l’intera comunità faentina”.

L'Assemblea legislativa regionale ha approvato all'unanimità una risoluzione sottoscritta da tutti i Gruppi, prima firmataria Rontini (Pd), che impegna la Giunta "a promuovere ogni azione possibile, in tutte le sedi opportune, finalizzata alla salvaguardia dei livelli occupazionali della Cisa di Faenza (storica fabbrica faentina di chiavi e serrature)" e "per evitare la delocalizzazione dell'azienda, che causerebbe un impoverimento socioeconomico del comprensorio romagnolo". Nel documento si chiede di ribadire, nella riunione già convocata al ministero dello Sviluppo economico il prossimo 16 luglio, "i possibili interventi che ritiene possano essere azionati dalla Regione Emilia-Romagna per sostenere il piano industriale di riorganizzazione che la proprietà dell'azienda pare stia elaborando", sia "con attenzione alle attività di formazione e riqualificazione professionale (dal momento che l'azienda ha dichiarato di voler rivedere il proprio modello produttivo spostandosi verso prodotti di maggior valore aggiunto)", che "ai possibili finanziamenti legati al Por Fesr per la ricerca industriale e l'innovazione (per nuovi prodotti su cui l'azienda intenda eventualmente impegnarsi)". 

«Nessuna bandierina politica, come ha sostenuto il Pd in Assemblea, ma il tentativo di un accordo bipartisan per tutelare i posti di lavoro della storica azienda Cisa", afferma la Lega Nord. "La dimostrazione delle nostre buone intenzioni – dice il consigliere regionale faentino della Lega Nord, Andrea Liverani – sono dimostrate dal fatto che la consigliera Rontini (Pd), che ci aveva accusato di voler mettere una bandierina sulla questione a scopo di visibilità, sarà la prima firmataria del documento". Una risoluzione che impegna la Giunta regionale a promuovere ogni azione possibile, in tutte le sedi opportune, per salvaguardare i livelli occupazionali della Cisa di Faenza, dal rischio di una delocalizzazione. Senza contare che la Regione potrebbe giocare un ruolo importante al tavolo istituzionale convocato al Ministero per lo Sviluppo economico, il 16 luglio, «per sostenere il piano industriale e di riorganizzazione che l’azienda starebbe elaborando, favorendo attività di formazione e riqualificazione del personale e, infine, l’accesso a possibili finanziamenti legati al Por-Fesr per la ricerca industriale e l’innovazione".

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