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Centrale di stoccaggio di gas, si avvicina l'indagine geofisica di superficie 3D

Nello specifico la generazione delle onde acustiche avverrà con l'impiego di autocarri dotati di piastra vibrante o con cariche del peso di un chilo sistemate al fondo di pozzetti di 10 centimetri di diametro con profondità massima di 15 metri

Un'indagine geofisica di superficie 3D della durata totale di circa quattro-cinque mesi e finalizzata all'ottimizzazione dell'esercizio della centrale di stoccaggio di gas a San Potito e Cotignola, nel Ravennate. E' il nucleo del progetto che verrà condotto da 'Edison Stoccaggio', gruppo Edison, nei territori comunali di Faenza, Lugo, Bagnacavallo, Cotignola, Sant'Agata sul Santerno e Solarolo, tutti in provincia di Ravenna.

Il rilievo geofisico 3D si svilupperà in un'area di circa 110 chilometri quadrati e verrà compiuto per fasi successive di estensione pari a circa 25 chilometri quadrati. L'intervento, come verrà spiegato nel corso di un incontro pubblico organizzato in un hotel di Lugo martedì sera e replicato mercoledì sera a Granarolo, sarà realizzato attraverso la generazione di onde acustiche da parte di una sorgente di energia posta in prossimità della superficie. Tali onde verranno poi riflesse e registrate da appositi strumenti, i geofoni.

Nello specifico la generazione delle onde acustiche avverrà con l'impiego di autocarri dotati di piastra vibrante o con cariche del peso di un chilo sistemate al fondo di pozzetti di 10 centimetri di diametro con profondità massima di 15 metri. Il rilievo verrà eseguito da Geotec, società incaricata da Edison Stoccaggio tramite gara d'appalto in ambito europeo, attraverso una squadra di addetti composta da circa 70 persone e con un numero variabile di mezzi tra vetture, autocarri e mezzi agricoli.

Il progetto è stato sottoposto da Edison al ministero dell'Ambiente coinvolgendo la Regione Emilia-Romagna e i Comuni interessati. Nell'ottobre scorso Edison Stoccaggio aveva ottenuto parere favorevole da parte da ministero e Regione. E il 7 febbraio era arrivata l'autorizzazione all'esecuzione del rilievo geofisico 3D dalla direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche del ministero dello Sviluppo Economico.

Sulla questione è intervenuta Marabini Maria, segretaria della Lega Nord Russi, la quale prende atto che "tale indagine è effettuata nel rispetto dei protocolli dettati dal Ministero dell’Ambiente nonché della Regione Emilia Romagna tali da limitare danni alle abitazioni e a cose". Marabini sottolinea però che "non si possono escludere e comunque non sono noti eventuali riflessi sulla microflora e microfauna in profondità al terreno anche in ragione dei due metodi di indagini utilizzati: vibroseis e dinamite (circa 1kg per ciascun punto di ispezione)".

Inoltre rileva "che il nostro territorio è interessato da diverse colture arboree e nello specifico viti di particolare pregio, per le quali, diversamente dai seminativi, non è possibile escludere conseguenze alle parti legnose. Preso atto che le autorizzazioni a queste prime indagini sono rilasciate a fronte di una normativa del governo nazionale e col supporto di autorizzazioni rilasciate dalla Regione Emilia Romagna, rileva che i Comuni interessati non possono che subire questo tipo di indagini ma che devono comunque controllare e garantire la corretta informazione preventiva ai cittadini".

"Quale compatibilità ambientale ha questo progetto? La nostra regione è a forte rischio di subsidenza, di danno idrogeologico e di sisma - si chiede l'esponente del Carroccio -. Considerato che se questa prima ricerca di Geotec avesse esito positivo potrebbe dar luogo a successive indagini che implicano la realizzazione di pozzi esplorativi e in caso di ulteriore fattibilità la realizzazione di pozzi di estrazione". Marabini ricorda che "a fronte di possibili future estrazioni i maggiori beneficiari delle royalties (diritti) saranno lo Stato, per il 55%; la Regione in misura del 35%; mentre il Comune solo per il 15%: decisamente insostenibile in quanto è il nostro territorio che subisce irreparabilmente lo sfruttamento e il depauperamento per le generazioni future".

"Il territorio di Russi e dintorni è già profondamente condizionato da sfruttamento in ogni senso (si pensi all’eventuale centrale a biomasse e al problema della discarica di amianto)", aggiunge la leghista, che invita "le opposizioni a supportare un ordine del giorno perché il consiglio comunale chieda al sindaco di comunicare formalmente a Enel e alle aziende che in futuro richiederanno le autorizzazioni per la ricerca e la produzione di energia nonché al Ministero con delega all’energia e alla Regione Emilia Romagna la completa contrarierà allo svolgimento di ricerche che implichino la perforazione del terreno, la realizzazione di pozzi anche solo perlustrativi e tanto meno estrattivi sul territorio, diffidandoli  altresì per il futuro a rilasciare pareri o autorizzazioni senza prima aver coinvolto l’Amministrazione Locale".

"Il Comune deve farsi garante della nostra città e se ritiene di non poter evitare di concedere le esplorazioni deve fare almeno in modo di vigilare che siano garantite le prescrizioni; conoscere nello specifico del caso quali sono i coinvolgimenti per il piano del traffico, per via dei mezzi pesanti che opereranno nel territorio e limitrofi; come sarà regolato l’enorme inquinamento da rumore a cui andrà aggiunto l’inquinamento da vibrazione che avverrà poi nella fase di installazione dei pozzi e in quella di produzione", chiosa Marabini, che chiede inoltre "quali mezzi saranno messi in campo per evitare la subsidenza, i rischi di inquinamento delle falde e le modalità di smaltimento dei fanghi estratti dai pozzi".

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