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Economia

Chimica, le preoccupazioni della Cgil: "Drastico taglio degli investimenti"

“In apparenza - commenta il segretario provinciale della Filctem Cgil, Massimo Marani - il comparto sta vivendo una fase positiva. I numeri sembrano essere rassicuranti, ma la Filctem è estremamente preoccupata"

La visita in programma martedì a Ravenna dell'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, avviene in un momento molto particolare per la chimica e il settore energetico di base a Ravenna. “In apparenza - commenta il segretario provinciale della Filctem Cgil, Massimo Marani - il comparto sta vivendo una fase positiva. I numeri sembrano essere rassicuranti, ma la Filctem è estremamente preoccupata per le prospettive del comparto. Già nel brevissimo periodo ci potrebbero essere pericolose inversioni di tendenza''.

''Innanzitutto ci fa stare in allarme la decisione di Eni che, non più di una settimana fa, ha stabilito il blocco di importanti attività di perforazione e di work over di competenza ravennate nel mare Adriatico. Ciò porterà a un calo progressivo della produzione generando un effetto collaterale immediato sul fronte dell'occupazione - afferma Marani -. A farne le spese saranno i lavoratori di Eni e coloro che sono impegnati nelle aziende contractors, spesso multinazionali di grande spessore tecnologico da decenni insediate a Ravenna. Si parla di migliaia di lavoratori, visto che, nelle aziende che operano per le attività del distretto ravennate di Eni, sono impiegate dalle 5.000 alle 6.000 persone. I dipendenti del distretto ravennate di Eni sono invece circa 600”.

Una seconda fonte di forte preoccupazione è data dal comparto della chimica: “Nonostante i ripetuti annunci degli anni scorsi, in cui si
parlava di centinaia di milioni di investimento sul polo ravennate, i risultati sono ben al di sotto delle aspettative - dice Marani -. Abbiamo visto solo parzialmente quanto era stato promesso e il maggior progetto avviato è ancora incompleto. Versalis continua a posticipare la tempistica degli investimenti, dicendo di essere alla ricerca di un partner tecnologico; affermazione che ci lascia  ben poco sereni vista la genericità e la scarsità di notizie a riguardo. C'è partner e partner ed esistono diversi livelli di invasività nelle società”.

Eni sta risentendo della riduzione delle quotazioni del greggio. “La crisi del prezzo del petrolio è stata afferrata per le corna - chiosa Marani -, con un drastico taglio degli investimenti e con una politica di grande attenzione ai costi. Purtroppo tale atteggiamento ha avuto ulteriori effetti di rallentamento anche su investimenti già programmati e su piani di riconversione e sviluppo di siti non più strategici. Le politiche di “attenzione” ai costi degli appalti hanno forse dato la mazzata finale alle aziende che ruotano attorno alla chimica e alla perforazione, andando ad impattare in modo violento contro le condizioni di lavoro e le professionalità, causando una corsa a ritroso dei diritti e delle retribuzioni. Ad ogni occasione si ribadisce come Eni voglia essere sempre più una Oil Company e sempre meno la società sulla quale questa nazione possa pensare di mantenere un elevato standard qualitativo tecnologico in aree chiave quali energia e chimica”.

Infine l'aspetto della sicurezza, motivo principale per cui Descalzi è arrivato Ravenna: “Il nostro sito è sicuramente lieto di
essere sede della celebrazione di un altro anno senza infortuni in Versalis, frutto certo di investimenti e politiche aziendali, ma soprattutto della coscienziosità di coloro che in quel sito lavorano.La sicurezza è un elemento fondamentale del lavoro e ogni risultato ottenuto in questo senso è un passo in avanti per i diritti di tutti i lavoratori”.
 

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