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Cisl Romagna, il neo segretario Marinelli: "Il governo riapra il dossier 'no-triv'"

Nel suo breve discorso d’insediamento Il neo segretario ha tracciato le linee di lavoro che impegneranno la Cisl Romagna fino al congresso del 2021

Francesco Marinelli è il nuovo segretario generale della Cisl Romagna in sostituzione di Filippo Pieri, che dallo scorso 21 gennaio è il responsabile della Cisl regionale. Lo ha eletto giovedì mattina, con un consenso pressoché unanime, il “parlamentino” del sindacato romagnolo alla presenza della segretaria generale nazionale Annamaria Furlan. "E’ un grande onore e una grande responsabilità - afferma a caldo Marinelli - che condividerò con gli altri componenti di segreteria e con tutta l’organizzazione perché intendiamo consolidare il percorso di profondo rinnovamento cominciato da Pieri".

"Infatti, occorre ricordare - precisa il neo segretario generale - che Cisl Romagna è stata la prima organizzazione di rappresentanza a decidere l’unione delle ex sedi provinciali di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini per costituirsi su base romagnola. Un esempio di lungimiranza politica e di sinergie organizzative, poi seguito da poche altre associazioni, mentre la politica è ancora ferma alle enunciazioni.” La nuova segreteria, oltre a Marinelli, comprende la conferma della riminese Paola Taddei e la new entry ravennate Roberto Baroncelli, attualmente segretario generale della categoria dei lavoratori pubblici, che subentra al ravennate Franco Garofalo il quale assume l’importante incarico di responsabile della formazione della CISL Emilia-Romagna.

Marinelli 49 anni, cesenate, è coniugato con tre figli e proviene da una famiglia operaia. Nel 1993 dopo la maturità scientifica svolge come obiettore di coscienza il servizio civile presso il Cenasca, l’ente di Cooperazione della Cisl. Dal 1994 entra in Cisl a tempo pieno occupandosi di servizi fino al 1997. Nel 1997 entra nella categoria dei metalmeccanici FIim Cisl di Forlì-Cesena dove viene eletto nella segreteria provinciale e vi rimane fino al 2002 quando cambia settore merceologico passando al comparto agroalimentare (Fai Cisl). Nel 2013 si accorpano le strutture di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini e Marinelli è eletto nella segreteria Fai Cisl Romagna e nel gennaio 2016 ne diventa il segretario generale fino ad oggi.   

Le linee di lavoro

Nel suo breve discorso d’insediamento Il neo segretario ha tracciato le linee di lavoro che impegneranno la Cisl Romagna fino al congresso del 2021. "Anzitutto è mia intenzione continuare a confermare l’efficacia della presenza della Cisl sul territorio - dichiara Marinelli - infatti Cisl Romagna opera con le sue cinque sedi principali, i 48 uffici, i suoi 103 collaboratori stabili e gli oltre 100 volontari. Si tratta di una zona molto ampia in cui vivono oltre 1.100.000 persone e il nostro patronato INAS lavora circa 40mila pratiche previdenziali e assistenziali, mentre il Caf compila oltre 52mila dichiarazioni dei redditi. A questo si aggiunge l’attività di tutela che le categorie fanno agli iscritti noché l’attività di contrattazione nelle aziende e nelle Pubbliche Amministrazioni.”

"E’ indubbio che la questione strategica è quella che il mio predecessore ha chiamato Sistema Romagna - prosegue il segretario -, ovvero la programmazione delle politiche economiche, sociali e infrastrutturali avendo come confine la Romagna e non il singolo comune o quelle che chiamavamo province. Un percorso che deve avere due principi: il confronto con le parti sociali e la permanenza all’interno della Regione Emilia-Romagna, di cui condividiamo la scelta dell’autonomia differenziata senza indebolire la coesione sociale dello Stato unitario e il sistema dei diritti dei cittadini e dei lavoratori" “L’altro tema rilevante è la qualità del lavoro - evidenzia Marinelli -. Le nostre ultime ricerche sui redditi dei romagnoli indicano che sono i più bassi della regione, soprattutto per la fascia d’età fino a 35 anni. Se, quindi, in Romagna non manca il dinamismo e la voglia di lavorare, purtroppo si tratta di attività a basso valore aggiunto, spesso precarie, con retribuzioni mediamente basse, con ricadute preoccupanti sull’economia e sulle politiche sociali locali".

Tutela degli iscritti

“Come sindacato negli anni della crisi abbiamo fatto la nostra parte per tutelare al meglio i nostri iscritti - aggiunge il neo leader cislino - cercando di agire contrattualmente per le massime garanzie occupazionali possibili o ricorrendo agli accordi per gli ammortizzatori sociali. Ma adesso è giunto il tempo in cui chiediamo alle istituzioni ed alle imprese d’investire in un nuovo modello di economia territoriale, che punti alla qualità in tutti i settori merceologici: agricoltura, manifattura, turismo, servizi. Gli imprenditori devono avere il coraggio di abbandonare la strada del basso costo del lavoro per puntare alle prestazioni di qualità anche perché in questo territorio non mancano i supporti di sviluppo e ricerca come i campus universitari di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini. Purtroppo anche la Romagna conosce da tempo fenomeni degradanti come quello del lavoro irregolare e del caporalato - fa presente Marinelli - contro i quali noi lavoriamo ogni giorno per consolidare e riaffermare la cultura dei diritti e della legalità, che è la tradizione del nostro territorio".

Infrastrutture

“La situazione delle infrastrutture materiali si è recentemente aggravata con l’emergenza E45 – sostiene il segretario romagnolo – La chiusura di una delle arterie fondamentali di collegamento per il paese  ha prodotto pesantissime ricadute sui lavoratori romagnoli e sull’economia locale. Solo per citarne alcune: il costo di un trasporto merci da Cesena ad Arezzo è passato da 80 euro a circa 150 euro e moltiplicandolo per i 2.500 camion giornalieri, che transitavano in E45, si ha un maggior onere sulle merci di circa 180.000 euro al giorno; il traffico merci dal porto di Ravenna è precipitato del 35%; per non parlare delle 400mila presenze turistiche in Riviera che passavano dalla E45". La riapertura seppur parziale e la promessa del Ministro di ripristino della viabilità entro un mese sono soluzioni che Cisl Romagna seguirà con attenzione perché è vitale ristabilire velocemente una situazione di normalità. "Ma accanto a questa emergenza - chiosa - ci sono le altre infrastrutture che da tempo devono essere sviluppate e realizzate per rilanciare la competitività del nostro territorio: l’hub portuale, il sistema aeroportuale, la mobilità di riviera, i collegamenti ferroviari".

Trivelle

“L’altra urgenza che si è presentata nelle ultime settimane - avverte il responsabile sindacale – riguarda le conseguenze del cosiddetto decreto No-Triv. Questa è la diretta e concreta ricaduta locale dell’azione di questo Governo che blocca tutto, lasciando poi i problemi ai lavoratori ed alle imprese. E in Romagna parliamo di circa di 4mila addetti e 150 aziende, a cui si aggiungono circa 6mila lavoratori e 800 imprese del resto della regione. Il nostro sostegno non mancherà il 16 marzo all’iniziativa nazionale che si terrà a Ravenna per chiedere al Governo di riaprire questo dossier".

Sviluppo del territorio

“La Romagna è terra di persone solari, operose e ospitali - conclude Marinelli - qui hanno convissuto i valori laici e quelli religiosi, la cooperazione e l’impresa privata, l’amore per l’ambiente e la capacità di utilizzarlo. Cisl Romagna continuerà a spronare le istituzioni e le imprese per un futuro di sviluppo di qualità del territorio a favore delle persone che ci vivono e di quelle che vorranno venire ad abitarci".

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