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Cervia e il turismo del futuro: "Tenere aperti gli stabilimenti balneari anche d'inverno"

Cna chiede "che il Comune di Cervia si faccia portavoce in Regione della necessità di consentire alle imprese balneari che lo vogliano di rimanere aperte tutto l'anno, almeno con alcuni servizi"

Se Cervia vuole essere una località balneare del futuro occorre "sfruttare di più, meglio e con intelligenza la risorsa mare e spiaggia, collegandola e integrandola più strettamente all’offerta del mondo ricettivo – che deve poter offrire la spiaggia sempre – e incrociandola con tutte le altre importanti attività turistiche e commerciali della fascia litoranea, dell’asse del porto canale, delle saline e delle aree pinetali, dei centri storici e naturali". E' quanto viene evidenziato in un documento realizzato dalla Cna di Cervia sui temi del turismo: “Cervia: orientarsi al turista con una nuova offerta (anche della spiaggia)”.

Per l'associazione di categoria è necessario "non separare più le offerte balneari da quelle legate alle colline, alla città d’arte, al benessere, all’enogastronomia, agli itinerari naturalistici, alle proposte sportive, agli eventi". Cna chiede "che il Comune di Cervia si faccia portavoce in Regione della necessità di consentire alle imprese balneari che lo vogliano di rimanere aperte tutto l’anno, almeno con alcuni servizi. Oggi il mare si può visitare sempre – maltempo permettendo – e se ci sono imprese balneari e ricettive disposte a fornire contenuti e offerte anche fuori stagione, perchéimpedirlo o obbligarle a lunghe pastoie burocratiche?"

Il Comune di Cervia, evidenzia Cna, deve favorire, "come effettivamente ha cominciato a fare in maniera molto lungimirante", "la nascita di reti d’imprese in grado di co-gestire in senso turistico parti del territorio che possono rappresentare elementi nuovi di appeal della nostra offerta e il fascino stesso della località, rinnovandone i servizi e l’offerta rivolta a italiani e stranieri, aumentando facilità e opportunità di godere del territorio". Infine viene chiesto all'amministrazione di lasciare "alla libertà delle imprese balneari la scelta sulle aperture serali, dentro limiti che garantiscano solo l’impossibilità di proporre modelli caotici e/o troppo rumorosi, incompatibili con le giuste esigenze del mondo ricettivo e con la qualità del turismo che vogliamo, ma non togliendo più ai futuri ospiti di questo territorio la libertà di scegliere come organizzare la propria vacanza o la propria visita turistica".

"Non nasceranno 300 ristoranti o cose simili, come dimostrano le esperienze dei comuni vicini e come ci insegna il mercato e il buon senso, semplicemente grazie all’insieme tra libertà d’impresa, potenzialità d’investimento e regole condivise di comunità potrà rinascere una località più gradevole per i turisti, capace di competere ad armi pari con altre parti del Mediterraneo, insieme con il resto del distretto romagnolo - continua l'associazione -. Come Cna riteniamo questo sia un punto d’arrivo fondamentale; siamo dispiaciuti del fatto che, nonostante le nostre richieste di questi anni, non si sia potuto aprire nei tempi giusti un ragionamento – magari partendo da serie analisi di mercato -  che avrebbe potuto portare a una discussione aperta, utile e non ripiegata su se stessa".

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