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Economia

Commercio in affanno: imprese e vendite ancora in calo. "Mancano misure di sostegno"

Dopo tre anni di variazioni negative contenute intervallate da sporadici incrementi, dal primo trimestre 2018 le vendite a prezzi correnti degli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna sono nuovamente in flessione

Commercio ancora in affanno. Nel secondo trimestre 2018 trova conferma l’andamento negativo delle vendite riapparso nei tre mesi precedenti (-1,5%). La tendenza riguarda le vendite dello specializzato, alimentare e non alimentare, mentre per iper, super e grandi magazzini si attesta un segno sfavorevole più contenuto. Il trend è marcato per la piccola e media distribuzione e solo leggero per quelle con 20 o più addetti. Prosegue la riduzione delle imprese (-1,6%).

Una crisi che stenta a far intravedere la luce. Dopo tre anni di variazioni negative contenute intervallate da sporadici incrementi, dal primo trimestre 2018 le vendite a prezzi correnti degli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna sono nuovamente in flessione e nel secondo trimestre sono scese dell’1,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo emerge dall’indagine congiunturale sul commercio al dettaglio realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna. La tendenza negativa delle vendite si è riflessa nell’andamento del saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento o una diminuzione tendenziale delle vendite che si alleggerisce lievemente e risale, ma solo da -13,1 a -11,1 punti. Migliorano solo marginalmente i giudizi sull’eccedenza delle giacenze, il cui saldo scende da 9,3 a 8,4 punti. Nonostante la stagionalità, le attese sono orientate a una lieve riduzione delle vendite nel corso del terzo trimestre, anche se il saldo si è marginalmente alleggerito salendo da -3,1 punti dello scorso trimestre a quota -0,7. 

Il dettaglio specializzato ha accusato la flessione più ampia delle vendite: -1,9% quello alimentare e -1,6% quello non alimentare, mentre iper, super e grandi magazzini hanno contenuto la tendenza (-0,8%). La correlazione tra l’andamento delle vendite e la dimensione aziendale mostra un effetto soglia rilevante. La tendenza negativa è marcata per la piccola distribuzione, da 1 a 5 addetti e per le medie imprese, da 6 a 19 addetti (-2,1% per entrambe), mentre è più contenuta per le imprese con 20 o più addetti (-0,6%). Alla fine del secondo trimestre erano attive 45.224 imprese del dettaglio, con un calo dell’1,6% (740 unità) rispetto a un anno prima. A livello nazionale la tendenza negativa è risultata leggermente più contenuta (-1,3%). L’andamento negativo è dato dall’ampia riduzione delle ditte individuali (-659 unità, -2,1%) e da quella più rapida delle società di persone (-2,8%, -273 unità). Queste ultime risentono dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che determina la crescita delle società di capitale (+4,5%, +197 unità).

"Ormai sono anni che Confesercenti Emila Romagna lancia allarmi per la continua erosione delle piccole e medie imprese - commenta il presidente della Confesercenti Emilia Romagna, Dario Domenichini - Il calo, che sembra non avere mai termine nonostante i tanti annunci di voler affrontare il problema, non riguarda più soltanto gli strascichi della crisi che ha investito l’intera economia, in molti paesi per altro già superata, ma piuttosto la debolezza strutturale del mercato interno, le mancate misure di sostegno dirette al commercio e alla ripresa dei consumi, la deregulation, l’insufficiente supporto all’innovazione. E’ necessario perciò che al più presto le istituzioni rimettano al centro dei loro calendari questo settore, indispensabile per la ripresa dell’economia e per la sicurezza delle nostre città".

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