rotate-mobile
Economia

Commercio, saldo negativo per il registro imprese: chiudono più negozi di quanti ne aprano

In calo sia le imprese del settore alimentare sia quelle del settore extra-alimentare, che comunque hanno avuto un andamento peggiore.

Sono contrastanti i risultati relativi al saldo apertura-cessazione di attività nel terziario, sul territorio della provincia di Ravenna, elaborati dall’Osservatorio Nazionale Confesercenti, su dati Unioncamere al 31 agosto 2016 (saldo del 4° bimestre 2016 - luglio-agosto). Unico incremento, per quanto contraddittorio, del numero di imprese è quello del commercio di autoveicoli, cui si contrappongono il calo del numero di esercizi nel commercio in sede fissa, sia alimentare che extralimentare, come di bar e ristoranti, agenti di commercio e addirittura del commercio via internet.

I DATI - I dati relativi alla nascita-mortalità delle imprese in provincia ricalcano le tendenze evidenziate sia a livello regionale che nazionale. Il saldo negativo tra aperture e cessazioni è purtroppo la naturale conseguenza dell’andamento dei consumi che nel 2016 risultano di nuovo in calo e si riflettono negativamente su ricavi e redditività delle MPMI.

Entrando nel merito dei diversi settori, al 31 agosto 2016 le imprese attive nel dettaglio alimentare nella nostra provincia registrano in 2 mesi un calo numerico di -4, peggiore l’andamento del dettaglio extralimentare che in un anno vede diminuire le imprese attive dell’1,4% a livello provinciale e –20 in 2 mesi come saldo. In entrambi i settori il trend del territorio è leggermente peggiore rispetto ai dati medi della Regione Emilia Romagna. In calo anche il commercio ambulante

In calo nel bimestre (-6) anche il saldo del numero di imprese attive nel settore della ristorazione che però al 31 agosto 2016 registra un aumento del 3% rispetto alla stessa data del 2015. In calo anche i bar: -15 in provincia nel bimestre, -1,7% rispetto alla stessa data del 2015.

Un andamento in linea con i dati regionali e nazionali. L’aumento rispetto al 2015 è contrassegnato in particolare dall’apertura di imprese innovative che propongono formule originali e che si rivolgono ad una clientela prevalentemente giovane. Bisogna però anche registrare il forte turnover nel settore, per cui le nuove imprese nei pubblici esercizi hanno una vita media di poco più di 2 anni.

Resta comunque uno scenario preoccupante il rallentamento della ripresa, il calo costante della fiducia dei consumatori, l’incertezza delle prospettive che induce sempre più al risparmio pur a fronte di un aumento del reddito disponibile delle famiglie, la conseguente frenata dei consumi, sono indicatori di un clima di preoccupante instabilità per il Paese ed in particolar modo per le piccole e medie imprese.

Per il presidente provinciale di Confesercenti Roberto Manzoni “è urgente e necessario uscire da questa situazione di avvitamento attivando l’adozione di misure strutturali volte a favorire gli investimenti e la creazione di nuovi posti di lavoro, a partire dalla proroga degli sgravi per nuove assunzioni. Anche la leva fiscale inoltre dovrà essere opportunamente utilizzata: l’istituzione dell’Imposta sul Reddito Imprenditoriale è sicuramente una misura positiva, ma dovrà essere affiancata da un percorso di progressiva riduzione dell’IRPEF che sia in grado di dare un impulso ai consumi delle famiglie. Sarà poi indispensabile implementare nuove politiche del credito, occorrono a questo proposito misure che favoriscano una ripresa dei finanziamenti agli investimenti e lo sviluppo del credito soprattutto alle imprese minori.

E’ infine necessario sia a livello nazionale che locale, contemplare un valido sistema di incentivi finalizzati alla riqualificazione degli assi commerciali, dei centri storici e dei paesi, prevedendo in ambito locale, la destinazione di risorse finalizzate all’innovazione e qualificazione delle PMI del commercio, derivanti dagli introiti a seguito delle autorizzazioni rilasciate all’apertura di medie e grandi strutture di vendita.” Autorizzazioni e previsioni su cui Confesercenti ha chiesto una forte moratoria.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Commercio, saldo negativo per il registro imprese: chiudono più negozi di quanti ne aprano

RavennaToday è in caricamento