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Concessioni demaniali, i bagnini della Romagna: "Si difenda un modello di turismo vincente"

"È fondamentale il sostegno della Regione davanti al Governo per una riforma sempre più urgente", dichiarano i rappresentanti delle associazioni di categoria

"In Emilia-Romagna si è iniziato un proficuo percorso di collaborazione fra tutte le associazioni di categoria e la Regione per condividere le priorità da portare al Governo con l’obiettivo di sostenere la continuità aziendale per le attuali concessioni e l’occupazione. Si parla in regione di oltre 1000 piccole e medie imprese, quasi sempre di natura familiare, che secondo i dati Unioncamere coinvolgono il lavoro di circa 50 mila persone oltre all’indotto, una dimensione imprenditoriale che dovrà trovare le necessarie certezze all'interno delle nuove regole". Lo affermano i rappresentanti delle associazioni dei balneari dell'Emilia-Romagna.

L'intenzione delle associazioni di categoria, insieme alla Regione, è quello di "difendere un modello di turismo che negli anni ha dato prova di essere vincente e che ha dimostrato di essere un importante valore aggiunto della proposta turistica regionale. Il sistema imprenditoriale è compatto e pronto a dare il proprio contributo grazie all’esperienza e alla profonda conoscenza delle problematiche del territorio".

"È fondamentale il sostegno della Regione davanti al Governo per una riforma sempre più urgente vista la recente sentenza del Consiglio di Stato che anticipa la scadenza delle attuali concessioni al 31 dicembre 2023, 10 anni prima rispetto a quanto aveva stabilito la legge nazionale numero 145 del 2018. Speriamo che altre Regioni si muovano nello stesso modo aiutando la risoluzione di questa situazione” dichiarano congiuntamente i Presidenti di CNA Balneari Emilia-Romagna Natascia Casali, di SIB Confcommercio Emilia-Romagna Simone Battistoni, di FIBA Confesercenti Emilia-Romagna Maurizio Rustignoli, di Confartigianato Imprese Demaniali Emilia-Romagna Mauro Vanni e di Oasi Emilia-Romagna Diego Casadei.

"In un momento in cui tutto il sistema turistico italiano deve innovarsi dopo due anni di pandemia per riuscire a cogliere, tramite i fondi del PNRR, l’opportunità di rispondere meglio alle nuove esigenze del mercato, si rischia lo scollamento di una parte della filiera ad oggi bloccata", concludono i rappresentanti delle associazioni.

Sul tema, il presidente di CNA Balneari Ravenna, Bruno Borghetti, ha affermato: “Oggi è importante arrivare ad una conclusione positiva di questa vicenda che sta impedendo gli investimenti per l’innovazione di tanti stabilimenti balneari; mettendo anche in crisi gran parte del mondo turistico ed artigianale che opera in stretta relazione con gli stessi”.

“Se l’obiettivo – conclude Borghetti – è quello di non penalizzare aprioristicamente un settore o delle imprese che hanno sempre rispettato le leggi vigenti, sono certo che insieme troveremo una soluzione corretta. Non è una questione secondaria per il nostro sistema economico; le 355 imprese esistenti in provincia di Ravenna non hanno paura di innovarsi, integrarsi, investire ma devono finalmente lavorare contando sulla certezza delle norme; altrimenti a rischiare sarà l’intero modello turistico romagnolo”.

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