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Economia

Confartigianato, tanti artigiani under 35: "Il futuro è nel turismo e nel food"

La crescente adozione di tecnologie digitali amplia la domanda di servizi: in cinque anni, in provincia di Ravenna c’è stato un incremento di più di 41mila acquirenti online

Giovedì sera al Teatro Rossini di Lugo si è svolta la cerimonia di premiazione della tredicesima edizione de “I Protagonisti dello sviluppo”, il concorso che premia le aziende che si sono distinte, in ambito provinciale, attraverso un percorso di benchmarking e valutate secondo parametri di crescita economica, occupazionale, di innovazione, di qualità dei prodotti e/o delle produzioni, aziende alle quali è stata consegnata la tradizionale targa in ceramica. Alle nove aziende premiate hanno portato il saluto, all'inizio della cerimonia, il Presidente e il Segretario provinciali di Confartigianato, Riccardo Caroli e Tiziano Samorè, il Sindaco di Lugo Davide Ranalli, il Presidente della Provincia Michele De Pascale e il Presidente della Camera di Commercio Natalino Gigante. La cerimonia anche quest'anno è stata inserita all'interno delle iniziative del ConfartigianatoDay e, sempre nell’ottica di ‘dare concretezza’ all’importanza che le aziende rivestono rispetto allo sviluppo socio-economico del territorio nel quale operano, sono stati coinvolti i Pubblici Amministratori: sono stati infatti Sindaci ed Assessori a consegnare i premi agli imprenditori operanti nei loro comuni.

Prima della cerimonia di consegna delle targhe ai ‘Protagonisti’, vi è stato l’intervento di Licia Redolfi, di Osservatorio Mpi - Confartigianato Emilia Romagna, che ha illustrato la rilevazione sui dati congiunturali dell’economia nella nostra provincia. Dai dati emerge con chiarezza che la ripresa italiana è reale, finalmente tutti gli indicatori sono positivi, anche se va rilevato che siamo però quelli con le percentuali di crescita più bassa tra i nostri competitor europei. Se l’Italia è quindi ancora a 6,2 punti di Pil dai livelli pre-crisi, l’Emilia Romagna però vede già la fine del tunne, posizionandosi a -2,2%, risultando un territorio decisamente più forte rispetto la media nazionale. Dopo dieci anni molto difficili, sono i dati elaborati nel Rapporto a confermarlo, crescono investimenti, Made in Italy e lavoro. E, pur se non con dinamiche positive come il manifatturiero, anche il comparto costruzioni sta ricominciando a muoversi. Che le riforme strutturali per la crescita stiano avendo dei risultati positivi, lo dimostrano i dati previsionali quinquennali, con un +2,9% di PIL, per quasi la metà (1,2%) dovuto a Industria 4.0. E’ infatti la domanda per macchinari che viene trainata da Industria 4.0, con un fatturato che ha trend di crescita in Emilia Romagna addirittura superiori a quelli della Germania. Altro comparto in netta crescita è l’export, che nel 2017 vede i suoi massimi storici in rapporto al Pil. Da cinque anni, in effetti, le nostre esportazioni sono già sopra il livello pre-crisi, ma la forza del Made in Italy non smette di stupire: sono ben 6 le Regioni italiane che crescono più della Germania, e tra queste anche l’Emilia Romagna, che vede un incremento del 6,4%. Tra i comparti economici, quindi, è il manifatturiero emiliano romagnolo ad essere traino per l’economia regionale: per investimenti+export l’Emilia Romagna è la sesta regione nella classifica europea.

Sull’occupazione il dato ha luci ed ombre: crescono sia gli occupati che i disoccupati. Non è un controsenso: semplicemente il sistema delle imprese, pur aumentando i posti disponibili, non riesce ad assorbire tutte le persone che si affacciano sul mercato del lavoro. In ogni caso è palese che l’internazionalizzazione (export) e la digitalizzazione richiedano di puntare ancora di più sulla formazione continua rispetto alle competenze digitali, strategiche per rimanere sul mercato del lavoro, ma sulle quali scontiamo ancora un gap rispetto a quanto registrato dalle forze lavoro dei principali competitor internazionali. Oggi le più recenti tecnologie digitali provocano, soprattutto tra i lavoratori, grandi timori di perdita di posti di lavoro. In parte è vero, ma è altrettanto certo che nuove opportunità occupazionali si creino. D’altronde l’e-commerce, ma anche solo l’utilizzo del web per informarsi e decidere acquisti, viaggi, opportunità di business, sono in crescita esponenziale. Ovvio che il sistema delle aziende debba investire su queste opportunità per poterne cogliere i risultati. Nel suo intervento, Licia Redolfi si è poi soffermata su quelle che da sempre definisce come le ‘zavorre’ per le nostre aziende: l’alta tassazione e la spesa poco efficace da parte di Stato ed Enti Pubblici. D’altronde, pur in evidente riduzione, lo ‘spread fiscale’ rispetto agli altri Paesi della zona Euro esiste ancora, ed oggi rappresenta l’1,3% del Pil. Più pesante ed ampio è lo ‘spread’ burocratico: con un +48,1% sulla media dei Paesi Ocse. Anche sulla tassazione sul lavoro scontiamo un +11,8% rispetto alla media Ocse, mentre la tassazione sull’energia incide per quasi un punto di Pil (0,9) in più rispetto alla media Ue. Non si tratta di elementi teorici o di poco conto: è su queste differenti costi aziendali che si gioca buona parte della competitività e redditività delle aziende.

La provincia di Ravenna

Per quanto riguarda la nostra provincia, la dinamica delle aziende artigiane (il saldo tra aziende cessate e nuove attività) rivede un piccolo segnale positivo, tornando a crescere dopo anni di riduzione. I comparti che hanno registrato dati migliori sono i servizi alla persona e le costruzioni. Un altro aspetto da sottolineare è il secondo posto, in Emilia Romagna, della nostra provincia per ‘peso’ dell’imprenditoria giovanile artigiana: il 9,5% delle aziende è gestito da under 35 anni. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, purtroppo, lo stallo è ancora un po’ più pesante rispetto a quello complessivo regionale: i dati indicano con chiarezza l’affievolimento degli effetti positivi innescati dalla leva degli incentivi. Torniamo sul molto positivo nell’analisi dei dati sull’export delle imprese della nostra provincia: le vendite all’estero del ‘made in Ravenna’ tornano a crescere, con tassi decisamente superiori a quelli regionali. Tra le criticità registrate dal rapporto, troviamo invece ancora il credito alle imprese, che non si sblocca, e continua ad avere trend discendenti seppur in miglioramento. Ma se i crediti non crescono abbastanza, le tasse non calano. C’è un aumento delle aliquote addizionali comunali effettive Irpef, e in 14 Comuni su 18 sale anche la Tari. Nel rapporto sono stati analizzati anche i tempi di pagamento da parte della Pubblica Amministrazione: tutti gli Enti impiegano più giorni di quanto previsto dai limiti stabiliti dalla normativa europea, e solo il 23,5% dei Comuni paga entro 30 giorni il 2,9% dell’importo dovuto ai creditori/fornitori. In pratica, anche se solo per 13 o 14 giorni, il sistema delle aziende, nonostante le difficoltà di accedere ai finanziamenti, fanno credito agli Enti Pubblici. Infine, Licia Redolfi ha indicato come ‘asset’ per la crescita debbano essere: digitale, green e turismo. La crescente adozione di tecnologie digitali amplia la domanda di servizi. In cinque anni, in provincia di Ravenna c’è stato un incremento di più di 41.000 acquirenti online, ed oggi gli utenti internet che hanno effettuato acquisti o ordini su internet negli ultimi 12 mesi sono 119.500. Ovviamente turismo e food, soprattutto nelle nostre città d’arte e nelle località costiere e collinari sono in primo piano per possibilità di sviluppo e innovazione.

Le aziende premiate

Astrea Medical Center Srl - Faenza
Castellani Albertino & Paolo snc - Castiglione di Ravenna
Con.Eco. Trasporti Soc. Coop. Cons. - Ravenna
Foto Zini Srl - Russi
Gentilini & Zappi Srl - Lugo
Gruppo Nuova olp impianti Srl - Ravenna
Lorenzoeventi Srl - Faenza
Ottica Gianni Greco - Ravenna
Mobilificio Sangiorgi - Giovecca di Lugo

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