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Economia

Porto e Progettone, Confindustria: "Riflettere sulla possibilità di realizzazione del progetto"

E' quanto precisa Marco Chimenti, direttore generale di Confindustria Ravenna, a proposito dei dubbi esternati in merito da Galliano Di Marco.

Quella riferita sabato scorso “è tutt’altro che l’opinione personale di un sia pur più che autorevole imprenditore portuale: è viceversa l’unanime e meditata espressione del gruppo dirigente di un’Associazione, fortemente preoccupata dall’abnorme dilatarsi dei tempi di realizzazione di un progetto vitale non solo per il Porto di Ravenna, ma per l’intera economia romagnola". E' quanto precisa Marco Chimenti, direttore generale di Confindustria Ravenna, a proposito dei dubbi esternati in merito da Galliano Di Marco.

"L’improcrastinabilità di una presa di posizione sull'argomento è stata decisa direttamente dall’organismo direttivo collegiale dell’Associazione, il Comitato di Presidenza, e la nota è uscita a firma Confindustria Romagna dopo essere stata condivisa con i presidenti di Unindustria Rimini, Paolo Maggioli, e di Unindustria Forlì-Cesena, Vincenzo Colonna. La decisione assunta dagli organismi dirigenti di Confindustria Ravenna e Romagna di prendere posizione è stata valutata anche nell'ambito della sezione Porto, articolazione interna di Confindustria Ravenna, nel corso di una riunione svolta venerdì scorso, alla presenza di oltre 20 operatori, che hanno condiviso le preoccupazioni sulla gestione dei lavori e sui ritardi espresse dal Comitato di Presidenza. Ben si può quindi affermare - aggiunge Chimenti - che la nota in questione è il risultato della condivisione dell’intero gruppo dirigente del sistema confindustriale romagnolo dell’urgente necessità che si apra una rinnovata riflessione sulla possibilità di realizzazione del progetto, senza ricorrere allo strumento estremo dell'esproprio".

“Di Marco afferma inoltre che dopo questo intervento da 250 milioni di euro (una volta per tutte gradiremo conoscere l’esatto importo del progetto, visto che emergono sempre cifre diverse) il porto diventerà pubblico. Riteniamo utile precisare che, a parte i 60 milioni del CIPE - dunque statali - le restanti risorse sono corrisposte dall’Autorità Portuale e dalla BEI tramite un mutuo di 20 anni, e dovranno poi essere restituite dalla stessa Autorità attraverso le tasse portuali pagate dagli operatori. Si può quindi affermare - conclude Chimenti - che il progettone è finanziato in gran parte dai soggetti privati, che hanno quindi il diritto di esprimere la propria opinione liberamente e di venire ascoltati, anche alla luce del timore di un aumento delle tasse portuali per far fronte alle rate del mutuo”.

MINGOZZI - Sulla questione è intervenuto anche il vicesindaco, con delega al Porto, Giannantonio Mingozzi: "Senza entrare nel merito delle opinioni, delle scelte e delle diverse valutazioni sostenute in più sedi da te e dal presidente Di Marco, ne io ne il sindaco vogliamo pensare ad un comitato portuale che non veda la tua presenza e la tua fattiva collaborazione,  sia  come esponente di rilievo della nostra imprenditoria sia per la passione e competenza che hai sempre dimostrato. Ciò senza nulla togliere alle opinioni e alle diversità di vedute nel merito delle quali ogni ulteriore chiarimento è sempre utile. Ma proprio per questo la sede più indicata e opportuna è proprio il comitato e per questo mi auguro un ripensamento utile all’insieme del mondo produttivo. Siamo di fronte, come tu affermi, ad  un progetto che raccoglie interessi diffusi ed un ampio consenso di cittadini e di istituzioni locali e nazionali, come tale ci dobbiamo augurare tutti che abbia successo a beneficio del futuro del nostro porto e dell’economia italiana”.

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