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Cooperare oltre la crisi: questo l'obiettivo di Legacoop

“Cooperare oltre la crisi” è l’imperativo che ha contraddistinto i lavori dell’Assemblea annuale delle Cooperative associate a Legacoop Ravenna

“Cooperare oltre la crisi” è l’imperativo che ha contraddistinto i lavori dell’Assemblea annuale delle Cooperative associate a Legacoop Ravenna, che si è svolta mercoledì mattina al CinemaCity di Ravenna. Si è trattato della prima Assemblea annuale di Legacoop con il nuovo presidente Elio Gasperoni, eletto dalla direzione provinciale dell’associazione il 2 luglio scorso.

 L’Assemblea, nel corso dell’anno, è allo stesso tempo una tappa di rendicontazione e di riflessione. Da un lato, infatti, in quest’occasione viene presentato l’andamento economico e finanziario consuntivo relativo al 2011 e, dall’altro, si esplicita il ragionamento sulle linee di previsione per il 2012 in riferimento alle cooperative associate a Legaccop.

Anno che si sta caratterizzando come il periodo più delicato e più aspro di una crisi generale che può mettere in discussione la solidità di tante imprese, non solo di quelle cooperative. Una crisi profonda che ha modificato i livelli di reddito delle famiglie, la propensione al risparmio, gli abituali standard di consumo con un calo della domanda e una contrazione della produzione in significativi comparti produttivi.

I primi sei mesi del 2012 registrano, in generale per il territorio della provincia di Ravenna in riferimento alle imprese di capitale, un incremento della cassa integrazione e, dal 2008 fino ad oggi, quasi 3 mila posti di lavoro persi oltre alle riduzioni di orario di lavoro che hanno interessato oltre 22 mila lavoratori. Il sistema delle imprese cooperative è ancora in controtendenza rispetto a questa situazione generale, ma l’attenzione deve rimanere alta e ancor di più l’impegno per obiettivi e progetti di lungo respiro.

 Dall’esame del consuntivo 2011 emerge un quadro di sostanziale tenuta delle aziende cooperative aderenti a Legacoop, pur in presenza di alcune criticità che riguardano singole imprese che operano nel settore delle costruzioni e della produzione di energia. “L’aver ottenuto nel complesso buoni risultati - afferma il presidente Elio Gasperoni - non ci deve far dimenticare che la recessione ci costringerà a definire budget, piani industriali che si dovranno misurare con la contrazione della domanda, con una concorrenza sempre più agguerrita e non sempre corretta, con la crisi della liquidità e con la riduzione della spesa pubblica. Ottenere buoni margini, salvaguardare il nostro patrimonio, il lavoro per i soci, il valore delle produzioni e il potere d’acquisto sarà sempre più impegnativo”.

 Alcuni dati relativi al 2011 a livello provinciale: sono  182 sono le cooperative associate, mentre sono 11 le nuove adesioni, 5 le società chiuse o fuse con altre. Le posizioni associative sono 175.467. Gli occupati sono 13.529. Il ricorso agli ammortizzatori sociali ha aiutato le cooperative a salvaguardare il lavoro: ne hanno fatto ricorso 11 cooperative (contro le 17 del 2010) e hanno coinvolto 486 lavoratori (contro gli 857 del 2010). I consuntivi 2011 dei bilanci delle cooperative, se depurati di alcune performance straordinarie, sia positive sia negative, rispecchiano l'andamento generale dei mercati e della crisi che colpisce tutti i settori.

In generale, le cooperative di Legacoop mantengono il livello occupazionale dello scorso anno, aumentano la produzione ma perdono in marginalità. Rispetto all'istituto del Prestito Sociale, mentre aumentano i singoli soci prestatori (+ 407), diminuisce l'entità del prestito di 18 milioni di euro, segno tangibile della crescente difficoltà delle famiglie nel produrre risparmi. Rispetto ai singoli settori è evidente una difficoltà di quello edilizio, al netto del risultato molto positivo che registra anche nel 2011 CMC. Si riscontrano difficoltà diffuse nella produzione lavoro e nei servizi.

Per alcuni comparti agricoli è stata un'annata positiva (cerealicolo e vitivinicolo), che però non mette al riparo tutto il settore dalle fragilità a cui è esposto (il 2012, ad esempio, non si presenta ugualmente positivo). Positivo o quantomeno stabile è l'andamento delle cooperative Industriali, delle Sociali, della GDO, se escludiamo la diminuzione generalizzata del risultato netto.

Per quanto riguarda il 2012 e gli anni a venire, alcune delle linee strategiche sulle quali Legacoop Ravenna intende muoversi sono il rafforzamento patrimoniale delle imprese, diventare soggetti e ‘motori’ dell’innovazione, aprirsi al merito e alle professionalità, creare forme di integrazione e collaborazione fra cooperative. Tutto questo passa dalla capacità di prefigurare come si modificheranno comparti importanti dell’economia, dal welfare, al consumo, all’agroindustriale e dalla capacità di immaginare le evoluzioni del territorio e i progetti strategici per lo sviluppo locale.

Tra gli altri, Gasperoni nella sua relazione ha citato il progetto Pentagramma di Cervia e il porto di Ravenna che dovrà diventare la più importante piattaforma logistica della nostra regione, interconnesso con i principali corridoi europei, con le grandi direttrici che conducono al centro d’Europa e ai paesi orientali. “Si tratta di un progetto ambizioso - sottolinea il presidente Gasperoni – che può modificare i fondamentali dell’economia provinciale. Il suo enorme potenziale di crescita potrà favorire l’internazionalizzazione dell’economia regionale e il rafforzamento delle nostre imprese”.

Dagli interventi che si sono susseguiti nel corso dell’Assemblea è emerso quanto sia indispensabile definire il prima possibile  per le imprese cooperative modelli di gestione che producano efficienza e riduzione dei costi “e avviare una riflessione, priva di pregiudizi, che affronti il tema delicato della dimensione ottimale dell’impresa cooperativa nei settori di riferimento”, come ha messo in evidenza il presidente Gasperoni, che ha aggiunto: “con diversi comparti in difficoltà, l'attenuante che il mondo cooperativo sta resistendo meglio di altre tipologie di impresa non è sufficiente. Dobbiamo pensare a come sarà il mercato tra qualche anno e quello che mi pare certo è che non sarà quello a cui siamo abituati”.

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